Giordano: “Meloni interlocutrice credibile per Trump. Ora si può discutere di dazi e difesa”

Il segretario dell’ECR Party, in vista del viaggio della Premier a Washington, risponde ai nostri microfoni sui temi caldi della visita: “Va negli USA nel momento giusto: è stimata, rappresenta l’Italia e l’Europa. E sul 2% della difesa siamo già d’accordo: non è solo spesa militare, è progresso”.

Alla vigilia del viaggio istituzionale della Premier Giorgia Meloni a Washington, dove incontrerà il Presidente Donald Trump tornato alla Casa Bianca dal gennaio scorso, abbiamo intervistato l’on. Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia e segretario del partito dei Conservatori e Riformisti europei – ECR Party. Un colloquio che tocca i dossier caldi sul tavolo transatlantico: dalla tregua sui dazi alle sfide sulla difesa comune, passando per il ruolo cruciale che l’Italia – e Meloni in particolare – stanno giocando come ponte politico tra Europa e Stati Uniti. Giordano non ha dubbi: “Giorgia Meloni è la figura giusta al momento giusto”.

Onorevole Giordano, qual è il focus principale della missione della Premier Meloni a Washington per rafforzare i rapporti Italia-USA? E in che modo si inserisce, in questo contesto, il ruolo internazionale dell’ECR, fino a poco tempo fa guidato proprio da Meloni?

Meloni va negli Stati Uniti per un appuntamento fissato prima della tregua sui dazi. Una scelta compiuta in un momento in cui era davvero difficile farla. Oggi, grazie a questa tregua, c’è finalmente spazio per discutere. Va negli USA perché è il primo ministro dell’Italia, il leader di uno dei Paesi con il maggior export verso gli Stati Uniti, e perché l’Italia ha un lungo legame di amicizia con Washington. Ma va anche perché è uno dei leader europei più apprezzati, riconosciuta in Europa per la capacità di costruire e gestire relazioni strategiche, facilitando così anche eventuali sviluppi futuri. Direi che è una delle posizioni più coraggiose e responsabili: le dobbiamo tutti dire buona fortuna, Presidente. Non come certi gufi che sperano vada tutto storto.

Pensa che Giorgia Meloni, anche come figura di riferimento europea, possa convincere il Presidente Trump a sostenere una politica di “dazi zero”? Quali leve diplomatiche o strategiche potrebbe utilizzare?

Meloni è una persona seria, ed è riconosciuta come tale. Se c’è qualcuno in Europa in grado di parlare con Trump, è lei. Certo, il tema dei dazi — che siano tanti o nessuno — è troppo complesso per essere risolto in un singolo bilaterale. Anche perché Meloni è lì come premier italiano, ma con il sostegno della Commissione europea, che si augura possa dare una mano anche su questo fronte. Siamo ottimisti: dove c’è spazio per il dialogo, e in campo c’è una figura come Meloni, possono accadere cose positive.

Sul fronte della difesa: in che modo il governo intende rassicurare gli Stati Uniti sull’impegno a raggiungere il 2% del PIL? È un obiettivo realistico o ci saranno margini di flessibilità?

È un obiettivo già dichiarato. Siamo tutti d’accordo che il 2% è necessario. Ma siamo anche consapevoli che difesa non significa solo armamenti. Difesa vuol dire strumenti per aumentare la sicurezza attraverso la deterrenza, ma anche opportunità: posti di lavoro, ricerca, tecnologie innovative che da sempre hanno migliorato la vita dell’umanità.

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Ulderico de Laurentiis
Ulderico de Laurentiishttp://www.uldericodelaurentiis.it
Direttore Responsabile de "La Voce del Patriota".

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