Giorgia Meloni a Tripoli per parlare della battaglia contro il traffico di esseri umani: la replica di Sea Watch è vergognosa

Ieri, il Premier italiano Giorgia Meloni, si è recato in Libia, precisamente a Tripoli, per un vertice inerente l’immigrazione irregolare che da anni si riversa sulle coste italiane ed europee mettendo a dura prova le amministrazioni territoriali. In particolar modo, l’obiettivo del Presidente del Consiglio sarebbe quello di fermare i trafficanti di esseri umani che frequentemente promettono ai migranti un porto sicuro in cui attraccare per costruirsi una nuova vita, illudendoli totalmente.

Per Giorgia Meloni, l’immigrazione illegale è differente e nemica di quella legale, poiché la prima non consente l’ottenimento dell’asilo politico a chi ne avrebbe realmente bisogno e che purtroppo non riesce a raggiungere questo obiettivo per colpa di chi arriva sulle coste occidentali senza esserne legittimamente autorizzato.

Adottare dei provvedimenti seri per gestire questi flussi è ovviamente fondamentale, oltre che inevitabile: in particolar modo per avere un’idea generale delle nostre statistiche. Il punto è che accogliendo un determinato gruppo di persone senza averne la possibilità, può apparentemente sembrare un gesto altruista, ma nei fatti la realtà è completamente diversa. 

Peraltro, l’impossibilità di garantire un’occupazione stabile a queste persone che fuggono dalla propria terra per trovare fortuna altrove, sono evidentemente inconsapevoli del fatto che qui in Italia – così come in altri paesi – l’economia è in fase di ristrutturazione e di conseguenza sarebbe molto difficile integrarli nella nostra società. Senza un’occupazione, tanti dei loro si ritrovano a far parte di organizzazioni criminali o addirittura vivono in condizioni miserabili. Altri invece, come dimostra la cronaca italiana in generale, finiscono a stuprare e violentare le donne, oppure a derubare i civili.

Fare una cernita tra chi veramente necessita di un aiuto e chi viene in Italia esclusivamente per lo scopo di delinquere è fondamentale, per garantire sicurezza e stabilità sociale all’intera Nazione italiana.

Stavolta, Giorgia Meloni si è recata a Tripoli in visita dal Presidente Dabaiba accompagnata dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Ovviamente, il “Trans-Mediterranean Migration Forum”, così il nome della Convention dedicata alla discussione delle tematiche migratorie, ha ricevuto forti critiche. In Particolar modo l’ONG Sea Watch ha duramente e vilmente attaccato Meloni e Piantedosi sui social network per essersi recati sul posto, con lo scopo di intrattenere rapporti diplomatici assolutamente naturali con lo Stato libico. Grave il fatto che abbiano augurato alle due personalità politiche tutto “il peggio”, insomma un gesto vergognoso che di certo non li classifica come i soliti buonisti, bensì come persone ideologizzate e fuori luogo.

Secondo questi sedicenti benefattori, la loro visione sembra essere l’unica possibile in via del tutto assoluta: chi non segue i loro dettami è sottoposto a macumbe, livore e rancore. Questa sembra essere la linea sintetica della contestazione messa in pratica da Sea-Watch, la quale evidentemente non ha neanche un programma ben strutturato per controbattere politicamente. Assurdo pensare di attaccare con tale impeto chi sta amministrando questo paese coraggiosamente e con grande impegno dopo anni di totale immobilismo.

Nonostante l’odio seriale propinato nei confronti del Primo Ministro Giorgia Meloni e del suo Governo, il lavoro continuerà comunque come giusto e logico che sia. Non si possono accettare lezioni da chi non comprende minimamente quanto sia sbagliato trasportare migranti irregolari  a scapito degli altri paesi. Strano poi che nessuno di loro abbia mai parlato male degli scafisti, che non hanno assolutamente a cuore la causa di queste persone, anzi spesso le sfruttano e le riducono ad annegare in mare con metodi barbarici.

Assurdo che ancora oggi ci siano persone convinte che l’immigrazione sia sempre giusta in qualsiasi forma, senza interrogarsi sulla vera soluzione del problema.

Almeno l’Italia sta provando a rigenerare i territori africani distrutti dal signoraggio, applicando il Piano Mattei per consentire alle popolazioni di non espatriare per costruire un futuro lontano da casa. Giorgia Meloni sembra andare avanti lo stesso, cosciente che non basteranno le intimidazioni per annientare la sua fiducia nei programmi svolti fino a questo momento.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

1 commento

  1. Come si permettono dall’ong Sea Watch di commentare in siffatta maniera quello che il nostro presidente del consiglio sta cercando faticosamente di portare avanti? Forse temono che la festa, in tema di migranti irregolari, sia finita?

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