Giorgia Meloni chiude la campagna elettorale per cambiare l’Europa: “Gli occhi del mondo sono su di noi”

Piazza del Popolo stracolma. La folla acclama Giorgia Meloni. Il primo Presidente del Consiglio donna della storia italiana ha lanciato la sfida di Fratelli d’Italia verso l’Europa, in questa chiusura di campagna elettorale. Un palco di 15 metri, due maxi schermi sui lati, diversi gazebo che distribuiscono bandiere di Fratelli d’Italia e cappellini con su scritto “Orgoglio italiano”. Tanti i militanti accorsi da tutti Italia, foltissima la schiera di ragazzi di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile del partito, che prima hanno dato il via a un corteo partito dalla terrazza del Pincio, animando la piazza con bandiere e cori. Aria di festa. Lo slogan è uno: “L’Italia cambia l’Europa”.

Combattere per essere il primo partito d’Europa

L’intervento della premier è stata anticipata dagli interventi dei capigruppo in Parlamento Tommaso Foti e Lucio Malan, dal co-presidente dell’Ecr Party Nicola Procaccini e dal capogruppo di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza. L’Italia è forte, cresce e funziona grazie a Fratelli d’Italia: è ora di porta questo successo anche in Europa. “Siamo pronti per il grande salto, siamo pronti per la nostra rivoluzione conservatrice” ha detto Carlo Fidanza, acclamato dal pubblico. Bisogna superare i cinque anni di follie green, di derive woke, di politiche no-border volute dalla sinistra. Allagare la pattuglia di Fratelli d’Italia nel Parlamento europeo è necessità. “Cinque anni fa lottavamo per sopravvivere” ha invece spiegato Procaccini, mentre “oggi siamo cresciuti e lottiamo per vincere. Per far del nostro, il primo partito d’Europa. Per riconsegnare all’Italia il diritto di non essere più l’ultimo vagone d’Europa”. Tutto merito anche del rispetto che Giorgia Meloni ha saputo conquistarsi il rispetto anche di chi è lontano politicamente.

Campagna elettorale è guardarsi negli occhi

Dal palco, la leader di Fratelli d’Italia ha ribadito la sua battaglia, e quella della destra dei conservatori europei dell’Ecr, di voler riformare l’Europa, rimodularla, trasformarla da quel gigante burocratico che incombe sulle economie degli Stati membri e sulle imprese dei privati cittadini, a una confederazione di Nazioni, ognuna sovrana e nel rispetto delle tradizioni del suo popolo. Seguendo quel principio di sussidiarietà troppo spesso non applicato: l’Europa deve soccorrere lo Stato solo quando questo è in difficoltà, nel rispetto della sua sovranità. “Voglio dirvi grazie per questa piazza meravigliosa. Dicono che le campagne elettorali si facciano soprattutto in rete e sui social. Non per noi, per noi si fanno guardando le persone negli occhi”, ha detto, aprendo il suo intervento.

Alla sinistra non va giù il premierato

“Promettetemi che non diventerò come loro, che saremo sempre come siamo ora, lavorare sempre per qualcosa e mai contro qualcuno”, ha aggiunto, parlando dei detrattori delle opposizioni “più livorosi”. Il 25 settembre del 2022 insieme a milioni di italiani “noi abbiamo scritto la storia, abbiamo archiviato la stagione dei governi arcobaleno, creati in laboratorio”. Ma ora c’è bisogno di dare “a questa Patria il potere di decidere”, attraverso il premierato, al quale la sinistra ha riservato un’opposizione fortissima, perché “a loro non va giù l’idea che possano essere gli italiani a eleggere il presidente del Consiglio”. Per questo, Meloni ha ribadito: “Non stiamo nel palazzo per cercare di sopravviverci, lavoriamo per lasciare questa Nazione migliore di quella che abbiamo trovato”.

Italia di nuovo centrale in Europa

Oggi vediamo quanto un’Italia consapevole del suo ruolo può essere centrale”. Dunque, grazie al Governo Meloni l’Italia è diventata importante in Europa, venendosi così a sapere che quell’isolamento internazionale che spaventava le opposizioni, si è avuta in realtà quando era la sinistra a governare. Soprattutto in un momento così complicato di contingenze internazionale. “Se ci fosse stato il campo largo al governo in questo momento, l’Italia avrebbe rischiato di dichiararsi guerra da sola” ha detto ironicamente. “Fino a pochi mesi fa era impensabile”, ha spiegato, ma ora dopo l’impresa di aver fatto cambiare rotta all’Italia, è il momento di fare cambiare rotta all’Europa.

Le accuse pericolose della sinistra

L’Italia ha segnato un cambio di passo sull’immigrazione in Europa”. L’Unione europea oramai ha capito che la linea da seguire è quella italiana, quella della difesa dei confini, che ormai anche i socialisti europei seguono (“Mandiamo un abbraccio al primo ministro socialista albanese Edi Rama che stanno massacrando solo perché ha tentato di dare una mano all’Italia”), ma solo la sinistra italiana rifiuta. Quella sinistra che da mesi cerca di screditare il governo, con tutti i mezzi. Sperando in una decrescita economia dell’Italia (che non arriva, visti i grandi risultati attuali), urlando alla deriva autoritaria. Accuse verso le quali anche la stessa Giorgia Meloni si è indignata, parlando di accuse pericolose per l’ordine pubblico al solo fine di racimolare qualche preferenza: “Chiedo a Schlein – ha detto alla leader del PD – di dire se condivide o no le parole di Schmit [che aveva asserito che Meloni non sarebbe una leader democratica, n.d.r.]. Non scappi ancora una volta, è una domanda semplice: condividi o no che io non sarei una leader democratica?“.

Gli occhi del mondo sono su di noi

Al di là delle polemiche, i risultati sono altri. Come Caivano, in cui l’esecutivo ha dimostrato che “se un governo è serio, può cambiare le cose, può portare speranza”. Come sulla sanità, su cui il Governo Meloni è quello che ha messo più soldi nella storia repubblicana. Le polemiche della sinistra non porteranno a nessuno risultato. “Abbiamo vinto lo scudetto, ora dobbiamo vincere la Champions League. Noi ci opponiamo al declino, per il bene del continente europeo, dei suoi cittadini e dei suoi lavoratori”. Il prossimo voto è fondamentale, l’Europa è decisiva nel futuro dell’Italia e per questo la tornata dell’8 e del 9 giugno non va sottovalutata, come spesso è accaduto. Difendere le aziende, difendere i confini, fare dell’Europa un’unione di Nazioni forte e che conti nel mondo. “Dipende da voi” ha detto Giorgia Meloni concludendo. “Dipende da voi purché andiate a votare. È una sorta di referendum tra due visioni di Europa”. Una nichilista, un’altra fiera, quella delle destra. “Finché ci siete voi, ci sono anche io e tutto il resto si affronta a testa alta. Gli occhi del mondo sono puntati su di noi e ancora una volta dimostreremo al mondo di cosa siamo capaci” ha concluso.

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