Giorgia Meloni in Turchia: sul tavolo interscambi da 30 miliardi e accordi per i flussi irregolari dalla Libia

Il governo italiano, tramite la figura partecipe di Giorgia Meloni, prosegue nell’intento di costruire buone relazioni internazionali. Ieri è stato il turno della Turchia, dove il Presidente del Consiglio italiano ha trascorso la giornata, prima per una visita mattutina tra le strade di Istanbul, dove è stata applaudita dai presenti, poi in serata per un incontro bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. I due avevano già avuto diversi contatti: un primo incontro si era avuto al G20 di Bali nel 2022, poi varie telefonate, in occasione del tragico terremoto al confine con la Siria e per la rielezione di Erdoğan alla guida del Paese; infine un colloquio al vertice Nato, un altro al termine dell’assemblea generale dell’Onu e un bilaterale a inizio dicembre a Dubai.

Rapporti solidi quindi quelli tra Italia e Turchia: l’incontro di ieri è stato il primo per Giorgia Meloni come presidente di turno del G7. Al centro della trattativa, questioni importanti e delicate: commercio, immigrazione, crisi in Ucraina e in Medio Oriente, relazioni con l’Unione Europea. È emerso chiaramente l’ottimo rapporto che intercorre tra i due Paesi in termini commerciali grazie soprattutto a un interscambio che ha superato il valore di 25 miliardi di euro: l’obiettivo fissato dai due governi, ora, è proseguire su questa strada, provvedendo anche a un rafforzamento dei rapporti, per raggiungere nel 2030 interscambi per un valore di 30 miliardi di euro. A livello internazionale, poi, Giorgia Meloni ha riconosciuto il lavoro svolto da Ankara soprattutto per il proseguimento della Black Sea Grain Initiative in merito all’invio del grano dai porti ucraini, dopo che la Russia aveva deciso di non rinnovare l’accordo lo scorso luglio.

Tema molto caldo è quello sull’immigrazione: gli ottimi rapporti tra Italia e Turchia infatti hanno avuto applicazione soprattutto sulla questione migratoria. La buona cooperazione di intenti tra i due governi ha portato a una drastica riduzione dei migranti irregolari che percorrono il corridoio tra i due Paesi e che avrebbero attraversato i Balcani, già afflitti da cospicui flussi: la riduzione è stata stimata intorno al -56%. Anche su questo tema, è emerso l’impegno dei due governi di implementare il lavoro svolto: l’obiettivo ora è quello di allargare l’interesse anche alle rotte dall’Africa. È costante in merito il contatto tra i due Ministeri degli Esteri, e a breve potrebbe arrivare un nuovo accordo per regolare i flussi che partono dalle coste della Libia, materia di un possibile prossimo incontro a Roma. Si è parlato allora dei rapporti con l’Africa, dello sviluppo del continente e delle potenzialità del mar Mediterraneo.

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