La guerra in Ucraina è stato il tema centrale di questo vertice Nato, che celebrava il 75esimo anniversario dalla nascita dell’Alleanza atlantica e l’ingresso della Svezia.
“Non possiamo rimanere indifferenti”
Ma su un altro tema, gli alleati hanno dibattuto sotto la forte spinta di Giorgia Meloni. Un tema che riguarda l’Italia, sul quale il nostro Paese lavora da tempo e sul quale appare forte la determinazione della leader di Fratelli d’Italia. Un tema già trattato al G7, già portato in Europa per esportare gli interessi italiani nei grandi consessi internazionali. I grandi del mondo che seguono l’Italia: il tema è il Sud globale, e in particolare l’Africa. L’Italia, grazie alla sua posizione geografica, ma anche grazie ai suoi buoni rapporti con i Paesi del nord del continente, può veramente essere da ponte tra due mondi ancora troppo distanti. E nel frattempo qualcuno ne approfitta. Il monito di Giorgia Meloni è: “Non possiamo rimanere indifferenti”.
Spazi lasciati vuoti
Il Presidente del Consiglio italiano ha esposto agli alleati occidentali quali sono i pericoli di un abbandono a loro stessi (com’è stato fino ad oggi) dei Paesi africani. Accade che qualcun altro occupa quei territori, nuovi Stati che entrano nelle sfere di attori che, in una litote ironica della premier, “potrebbero non essere completamente benevoli”. E che, intanto, “occupano legittimamente degli spazi che noi lasciamo spesso vuoti”. E l’Europa, così come la Nato, non possono permettersi, oggigiorno, di lasciare campo libero agli avversari. Si parla di Russia e Cina, che oggi riescono a controllare molti dei territori africani. Mosca è forte sui Paesi del Sahel, Pechino occupa l’Africa orientale. E l’Occidente resta a guardare, in un contesto destabilizzato anche dagli errori commessi negli ultimi decenni.
Soffiano sulla nostra stabilità
Così, Giorgia Meloni, con quella che anche i quotidiani internazionali hanno iniziato da tempo a definire la sua “vocazione africana”, irrompe, e dopo averne parlato al G7, ora allarga la questione anche agli alleati atlantici. L’Italia, l’Europa, l’Occidente hanno bisogno di muoversi in Africa, per combattere i tentativi di destabilizzazione del Vecchio continente, in questo momento l’anello con più margine di crescita all’interno della Nato. Destabilizzarlo, allora, è la strategia più convincente per indebolire tutta l’Alleanza. Con i flussi migratori, le superpotenze orientali possono soffiare sulla stabilità dell’Europa e occupare i Paesi africani è il modo migliore per sfruttare le loro risorse e favorire esodi di massa verso le terre del benessere. Con annessa mancata integrazione, con annesso rafforzamento di altri modelli di vita, con annesso rinvigorimento dei partiti che esprimono posizioni più vicine al Cremlino che a Washington. Si veda la Francia del filo-putiniano Melenchon, salito con i voti degli islamici e degli antifà che imbrattano le strade di Parigi, una delle capitali del mondo occidentale ormai invasa da chi vuole sovvertire, quasi marxistamente, l’ordine delle cose.
Un pezzo fondamentale
L’Italia, in questo contesto, deve avere il ruolo che le spetta e far sentire la propria voce. “Mentre noi contribuiamo alla sicurezza dei nostri alleati sul fianco Est – ha detto Giorgia Meloni ai giornalisti al termine del vertice –, non possiamo essere lasciati da soli sul fianco Sud”. Si è detta soddisfatta, la nostra premier, per come l’Italia si sia concentrata “sulla necessità di iniziare una nuova fase nell’attenzione al fianco Sud dell’Alleanza”. E a questo fine, Giorgia Meloni ha espresso l’interesse italiano per la carica di inviato del Segretario generale per il Sud, con una “attenzione maggiore particolarmente sul tema Africa. Mi auguro – ha aggiunto la premier – che l’inviato Sud possa aiutare le Nazioni che fanno parte dell’Alleanza a capire l’importanza di un pezzo fondamentale di questo scacchiere, che sono in generale i Paesi del Sud globale ma – ha concluso il Presidente del Consiglio – nello specifico l’Africa”.