Chissà i mal di pancia e di fegato e di quant’altro stamattina dopo la ‘notiziaccia’ che l’unico personaggio italiano inserito nella classifica dei 20 che dovranno plasmare il futuro del mondo è Giorgia Meloni, leader indiscusso dei Fratelli d’Italia e della rinata destra italiana, una che – capiamoci – tutti sanno che è brava, preparata e sveglia, ma che fanno a gara a sminuire vuoi per una sciocchezza o vuoi per un’altra. Lei, granitica, da anni tiene tra i denti la posizione. Non accetta di farsi intimorire, né imbrigliare né, tanto meno, ridurre a personaggio folkloristico nel variegato mondo della politica italiana come ormai orde di giornalisti, commentatori, conduttori, avversari e qualche volta anche alleati politici e chi più ne ha ne metta, tentano di fare.
C’è chi da anni la insulta in tutte le maniere possibili, perché ha l’inflessione romana, perché non è sposata e ha una figlia, perfino perché i suoi le ritoccano le immagini con photoshop in un mondo dove il 98% delle donne che ha una dimensione pubblica è rifatto dal chirurgo plastico. C’è poi chi le da della fascista anche se lei ha ripetuto a iosa di essere nata nel 1977, e di avere per il fascismo la stessa attenzione che si ha per un’epoca storica trascorsa che pure ha lasciato strascichi dietro di sé, ma che ormai è ampiamente conclusa ( anche se la sinistra italiana continua ad usarla come la coperta di Linus, buona ogni volta che si voglia attaccare la destra, anche se non c’entra nulla). C’è da anni chi prova a ridimensionarla facendo notare che non è laureata e dimenticando quanti non laureati hanno fatto la storia della nazione e quanti laureati cretini e impreparati ci sono in giro. C’è chi tenta di ricondurla nell’alveo della giovinetta prestata alla politica dalla scuola, dimenticando che il tempo passa e che la Meloni ormai giovinetta non è più, ma è una signora con tanto di figliola al seguito e ménage famigliare da armonizzare con l’attività politica.
Tempo fa, un autorevole quotidiano ampiamente schierato a sinistra, ma di quelli che fingono senza troppo successo di essere super partes, in un’analisi della politica italiana scriveva qualcosa che suonava più o meno così: “e non basta… in questo gruppo si inserisce anche Giorgia Meloni che ha la faccia di ambire anche lei alla presidenza del consiglio…” Ora, tutto è comprensibile, ma perché la Meloni non dovrebbe ambire alla prima poltrona di Palazzo Chigi se sopra ci sono seduti – o ci sono andati vicinissimi – personaggi di tutti i tipi? Può ambire al ruolo Luigi DiMaio, un ragazzotto che come background politico ha la piattaforma Rosseau dei Casaleggio &Co. e non può farlo la Meloni? Salvini sì, Meloni no? Conte sì, Meloni no? Monti sì, Meloni no? E via di questo passo…
Che strano Paese è l’Italia: le nostre eccellenze le vedono bene fuori. Noi siamo sempre troppo presi dai mediocri.