Giulia e Thiago, giustizia oltre l’ipocrisia

Hai voglia a parlarne, intanto Giulia e il suo piccolo Thiago non ci sono più. In casi come questo le parole migliori contano meno di zero e quelle ipocrite di chi utilizza le due vittime come veicolo di propaganda per raccontarci che sarebbe colpa della “famiglia tradizionale” fanno oggettivamente schifo, oltre che male. Alessandro Impagnatiello è un criminale che ha ammazzato senza pietà compagna e figlio, infierendo per giorni su quei poveri corpi esanimi per poi sbarazzarsene come se fossero un paio di scarpe rotte.

Nella sua mente Giulia e Thiago dovevano semplicemente sparire all’istante, lasciandolo libero dedicarsi in santa pace all’altra malcapitata ragazza con cui aveva concepito un altro bambino. Facile, come sui social: se qualcuno ti rompe le scatole basta bannarlo. Ma nel mondo reale le persone non sono pixel e l’amore non è un like su Instagram o un interruttore che si accende o si spegne a piacimento, ma un sentimento vero e tangibile, imprevedibile e incontrollabile, potente a tal punto che nei secoli ha ispirato e alimentato filosofia, arte, musica, architettura e letteratura.

L’amore è tra i sentimenti per i quali vale la pena vivere poiché perfino la sofferenza che talvolta ne deriva ci forgia e fa di noi persone migliori: nulla a che vedere con la cattiveria, sorda e a senso unico, che pervade l’anima di esseri spregevoli come Impagnatiello. Il problema è che tra qualche giorno, una volta che i riflettori su questa tragica vicenda si saranno spenti, ci sarà qualcuno che polemizzerà sul concetto di certezza della pena spiegandoci che l’assassino merita un’altra possibilità, facendo il paio con quelli che già oggi si dicono contrari all’ipotesi di introdurre il reato di omicidio colposo anche nei casi in cui il bambino non sia ancora nato.

Posizioni ipocrite perché figlie di un approccio ideologico che, alla prova dei fatti, sui temi più importanti, confligge con la realtà. Punto sul quale non andrò oltre per rispetto della memoria di Giulia e Thiago e dell’immane sofferenza che stanno vivendo i loro familiari, ma è del tutto evidente che vili assassini come quelli – tra le altre, troppe – delle povere Giulia Tramontano, Saman Abbas o Pamela Mastropietro, non si fermeranno con gli hashtag su Twitter ma grazie ad un mix di azioni concrete che spaziano dall’inasprimento delle pene, al conferimento di maggiori mezzi alle Forze dell’Ordine fino ad arrivare ad una battaglia culturale contro la violenza e le discriminazioni di genere senza sé e senza ma, partendo da un presupposto che qualcuno tenta di demolire: la Civiltà Occidentale è l’unica che si fonda sui valori di libertà, sacralità della vita e rispetto della persona.

Giulia era una ragazza appassionata e determinata, che anche nel suo percorso di studi ha dimostrato di sapersi conquistare i propri successi con merito e dedizione: nessuno potrà mai restituire lei e il suo piccolo alle persone che amavano, ma una giustizia giusta potrà forse lenire la sofferenza dei suoi affetti più cari, oltre a fungere da monito per i tanti potenziali assassini che potrebbero entrare nella vita di nostra figlia, nostra sorella, o di una nostra amica. Rovinandola per sempre.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.