Gli appunti di Giorgia. Premierato occasione storica di rendere Italia democrazia matura

Meloni: "Molte importanti novità per questa puntata degli appunti, la rubrica con la quale facciamo il punto sulle iniziative più importanti portate avanti dal Governo." La trascrizione integrale...

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L’Italia non ha mai avuto governi stabili e duraturi

Dunque dalla nascita della Repubblica noi abbiamo avuto 31 Presidenti del Consiglio 68
Governi in 75 anni. Significa, a spanne, un Presidente del Consiglio ogni due anni e mezzo,
un governo ogni anno e qualche mese dall’inizio della Repubblica.
I governi non sono mai stati stabili in tutta la storia repubblicana nessun governo è rimasto
in carica cinque anni e un solo presidente del Consiglio è rimasto in sella per un’intera
legislatura. Silvio Berlusconi. Una volta sola, ma con due governi diversi.
E noi abbiamo pagato quel l’instabilità l’abbiamo pagata pesantemente e per molte ragioni
l’abbiamo pagata perché un governo che ha un orizzonte breve tenderà inevitabilmente a
privilegiare quello che torna immediatamente in termini di consenso rispetto alle scelte
strategiche, infatti l’Italia non ha avuto una strategia su niente, preferirà spendere i soldi da
distribuire subito, anche indebitandosi, e infatti ereditiamo un debito pubblico mostruoso
piuttosto che concentrarsi sugli investimenti che sul medio termine producono molto di più
in termini di crescita economica.
Lo abbiamo pagato perché quando i governi cambiano continuamente, nessuno a livello
internazionale si fida e si perdono moltissime occasioni.
Lo abbiamo pagato perché una politica di passaggio è debole è debole in rapporto ai poteri
economici e debole in rapporto alla burocrazia e debole in rapporto agli interessi particolari
e non riesce perciò a combattere le ingiustizie, i privilegi e perfino il malaffare.
È questa la ragione principale per la quale da decenni l’Italia cresce meno della media
europea, nonostante non le manchi nulla.

E poi c’è un altro tema torniamo indietro quanti di questi Presidenti del Consiglio? E quanti
dei governi che questi presidenti del Consiglio hanno presieduto sono stati effettivamente scelti dai cittadini? Quanti di loro avrebbero fatto il Presidente del Consiglio se fossero stati
i cittadini a scegliere direttamente chi doveva guidare il Governo? Non lo sapremo mai.
Quello che sappiamo per certo è che molti governi sono passati sulla testa degli italiani,
sono stati frutto di giochi di palazzo e quando risponde al Palazzo e non ai cittadini, è il
consenso del palazzo che ti interessa più di quello dei cittadini. Abbiamo visto i risultati.
In 75 anni è cambiato tutto e non c’è stabilità. Ora dobbiamo intervenire
Ora in questi 75 anni sono cambiati i protagonisti, sono cambiati i partiti, sono cambiate le
leggi elettorali.

Però il sistema è sempre rimasto instabile. L’unica cosa che non è cambiata mai è la base del
sistema, cioè la Costituzione. E qui è dove ora noi abbiamo avuto il coraggio di intervenire.
Perché a me non interessa durare cinque anni se dopo di noi tutto tornerà uguale, se non
approfittasse della stabilità di questo governo per lasciare all’Italia una riforma che,
comunque vada, consentirà agli italiani di scegliere direttamente chi li deve governare e a
chi è stato scelto dagli italiani di avere cinque anni per realizzare il suo programma.

La madre di tutte le riforme: cosa prevede e cosa acadrà

Così nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato quella che io considero la madre
di tutte le riforme, che è la riforma della Costituzione, che introduce l’elezione diretta del
Presidente del Consiglio dei ministri e mette così fine alla stagione dei ribaltoni, dei giochi
di palazzo, del trasformismo dei governi tecnici, garantendo governi stabili e portando così
l’Italia nella Terza Repubblica.

La riforma è semplice tocca appena quattro articoli su 139 della Costituzione, escludendo
ovviamente le disposizioni transitorie. Cosa prevede?
Primo, prevede che i poteri del Presidente della Repubblica non vengono toccati, salvo
ovviamente il fatto che l’incarico di formare il governo viene automaticamente assegnato al
candidato che si è affermato nelle urne.

Secondo, prevede che il Presidente del Consiglio è eletto direttamente dal popolo, viene
eletto contestualmente alle Camere e che la legge elettorale deve garantire che il presidente
eletto abbia anche una maggioranza in Parlamento.
Terzo, prevediamo una norma anti ribaltone e anti governo tecnico che dice che nei casi
estremi in cui il presidente eletto dovesse dimettersi o essere sfiduciato dalla sua
maggioranza o, insomma, altre tragedie, l’unica possibilità di non sciogliere le Camere e
tornare subito al voto è che un altro parlamentare -quindi non sono possibili governi tecnici eletto nella maggioranza -quindi non sono possibili ribaltoni- ottenga la fiducia, ma solo per
portare avanti lo stesso programma e gli stessi impegni sui quali il presidente eletto aveva
già ottenuto la fiducia.

Quindi è impossibile fare le maggioranze arcobaleno, ma c’è solo la possibilità di portare
avanti lo stesso lavoro iniziato da chi è stato scelto dai cittadini.
Quarta e ultima novità vengono aboliti i senatori a vita di futura nomina del Presidente della
Repubblica, mentre ovviamente rimangono senatori a vita gli ex presidenti della Repubblica.
E questa norma è una norma che si è resa ancora più necessaria dopo il taglio del numero dei parlamentari e mi stupisce che chi ha proposto il taglio del numero dei parlamentari al tempo non ci abbia pensato.

È una riforma che noi abbiamo scritto dopo aver ascoltato tutte le forze politiche e le
associazioni di categoria, dopo aver raccolto la sensibilità della stragrande maggioranza
degli italiani, ora è a disposizione del Parlamento, dove ovviamente il nostro obiettivo è
lavorare perché abbia il più ampio consenso possibile, perché si possa raggiungere in
Parlamento la maggioranza dei 2/3 in entrambe le Camere che serve ad approvare la riforma,
ma se questo non dovesse accadere, se non dovessimo raggiungere la maggioranza dei 2/3,
allora saranno gli italiani a decidere con un referendum se confermare oppure no questa
rivoluzione.

E io sono certa che la grande maggioranza degli italiani capirà di avere l’occasione storica di
rendere l’Italia una democrazia matura e voterà in coscienza e non per calcolo politico,
perché questa riforma non serve a qualcuno, serve a tutti, indipendentemente da chi
governa. E lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando, senza però
offrire argomenti seri.

Perché certo non possono dire la verità, e cioè che si sono talmente abituati a governare
perdendo le elezioni che vogliono continuare a fare così anche in futuro.
Voi però che volete? Che volete fare? Volete contare e decidere o stare a guardare mentre i
partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo, se sarà necessario e quando sarà
necessario.
Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Ora sta al Parlamento e agli italiani.

La legge di Bilancio

Passando ad altro argomento, accanto alla sala dei presidenti c’è e immediatamente dopo
c’è la Sala Verde.
La Sala Verde è una sala conosciuta dagli italiani, abbastanza conosciuta dagli italiani perché
qui si svolgono, per esempio i confronti con le parti sindacali molte riunioni operative del
Governo e quindi è sicuramente il luogo migliore per passare a un altro argomento
fondamentale di queste settimane la legge di bilancio.
Qualche settimana fa è stata approvata anche la manovra di bilancio per il 2024. È una
manovra di bilancio che vale complessivamente circa 28 miliardi di euro e che noi abbiamo
concentrato soprattutto su misure espansive.
Ora partivamo da diciamo una difficoltà in termini di reperimento delle risorse visto che solo
i debiti del superbonus, 20 miliardi per il 2024, i maggiori interessi sul debito figli della
decisione della Banca centrale europea di alzare i tassi di interesse valgono per il 2024
l’equivalente di un’intera legge finanziaria. Allora noi abbiamo chiesto al Parlamento uno
scostamento di bilancio di circa 15 miliardi.
Abbiamo tagliato la spesa, avevamo accantonato delle risorse, abbiamo preso queste risorse,
abbiamo concentrato tutto su poche, ma importanti priorità per dare continuità al lavoro
che abbiamo portato avanti finora e che in termini economici sta dando buoni risultati in un
contesto sicuramente difficilissimo.

Insomma, una manovra seria, una manovra realistica che non getta risorse, risorse dalla
finestra e che continua a disegnare una strategia e delle priorità. Quali sono queste priorità?
Difendiamo il potere di acquisto e riduciamo le tasse
Sicuramente il tema della difesa del potere d’acquisto delle famiglie e del lavoro, il che
significa più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio bassi, noi confermiamo per
l’intero 2024 il taglio del dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti che hanno redditi
fino a 35.000€, con un aumento mensile in busta paga che si aggira intorno ai 100€.
Interveniamo, in più, riducendo le imposte attraverso l’avvio della riforma dell’Irpef, la delega
fiscale accordiamo praticamente i primi due scaglioni di reddito, quello che arriva fino a
15.000€ e quello che va dai 15 ai 28.000€ e applichiamo a tutti, quindi fino ai 28.000€,
l’aliquota più bassa che è quella del 23%, mentre prima dai 15 ai 28.000€ l’aliquota era del
25%.
Vuol dire, concretamente, meno tasse fino a 260€ l’anno, ma abbiamo deciso di applicare
questa misura solo ai redditi più bassi medio bassi fino a 50.000€, mentre per i redditi
superiori ai 50.000€ di fatto annullerebbero il beneficio.
A questo si aggiunge anche un taglio del canone Rai che passa, come sapete, da 90 a 70
euro. E poi confermiamo la detassazione dei premi di produttività e con un occhio di
riguardo per i lavoratori con figli a carico.
Confermiamo la detassazione dei fringe benefit, cioè di quel beneficio marginale che il
datore di lavoro può dare al lavoratore con la soglia di esenzione che viene elevata per il
2024 a 2000 euro per i lavoratori con figli, a 1000 per gli altri. Rifinanziato la carta dedicata
a te.
Indicizziamo le pensioni, cioè le adeguiamo all’inflazione, ma rivalutando al 100% quelle più
basse, per poi diminuire la rivalutazione man mano che aumenta l’importo della pensione.
Cioè mentre una pensione da 1.000€ viene adeguata all’inflazione al 100%, una da 5.000€ al
mese viene adeguata all’inflazione al 22%.
Difendiamo famiglia e natalità
Seconda priorità famiglia e natalità. Qui siamo intervenuti con un insieme di misure che sono
tra loro complementari.
In primo luogo incentiviamo il lavoro delle mamme. Prevediamo infatti per le mamme
lavoratrici con almeno due figli che i contributi a loro carico, fino a un ammontare di 3.000€
l’anno, siano completamente azzerati. Il principio è lo Stato riconosce il tuo contributo anche
come mamma.
Quanto dura questo azzeramento? Dura fino al compimento dei dieci anni del figlio più
piccolo, per le mamme con due figli e fino al compimento della maggiore età del figlio più
piccolo per le mamme con almeno tre figli.
Nello stesso tempo, per favorire la conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro,
abbiamo rafforzato il congedo parentale. Anche qui aggiungiamo una mensilità al lavoro
che avevamo già fatto lo scorso anno, introducendo un mese ulteriore di congedo parentale
all’80%. Con questa legge finanziaria introduciamo un ulteriore mese di congedo parentale
retribuito per il primo anno all’80% e per gli anni successivi al 60%.
Abbiamo poi aumentato i fondi per gli asili nido per andare nella direzione di rendere il nido
gratuito dopo il primo figlio, cioè portiamo a 3.600€ l’anno il bonus nido per i nuclei familiari
che hanno un ISEE fino a 40.000€ e nei quali sia già presente almeno un figlio di età inferiore
ai dieci anni. E puntiamo così a rendere gratuito per queste famiglie l’asilo nido dal secondo
figlio in poi.

Difendiamo le imprese.

Terza priorità le imprese. Proseguiamo nel sostegno al mondo imprenditoriale
principalmente con due strumenti.
In primo luogo abbassando le tasse alle imprese che assumono.
Ricorderete il famoso più assumi meno paghi il nostro storico pallino ecco con il decreto
legislativo di attuazione della delega fiscale noi prevediamo una super deduzione del 120%
del costo del lavoro per le imprese che assumono a tempo indeterminato e che
incrementano però i propri dipendenti rispetto all’anno precedente, significa che non si può
fare sostituzione di lavoro con il ti licenzio, ti riassumo, o assumo qualcun altro. Bisogna
aumentare il numero di dipendenti che si hanno super deduzione che arriva al 130% quindi
aumenta ulteriormente nel caso in cui si assumano mamme giovani disabili ex percettori di
reddito di cittadinanza.
Poi interveniamo in aiuto delle imprese sostenendo gli investimenti attraverso stanziamenti
che sono pari quasi a 2 miliardi di euro in favore delle imprese che investono nella nuova
zona economica speciale del mezzogiorno, ne avevamo parlato nei mesi scorsi e finanziando
strumenti importanti come la nuova Sabatini e inviamo la Sugar e la Plastic tax, due tasse
che avrebbero un impatto sicuramente molto difficile per il nostro sistema produttivo oggi.
Diamo respiro ai lavoratori autonomi per il 2023 le partite IVA con compensi fino a 170.000€
annui potranno non versare l’acconto Irpef di novembre, ma pagarlo nel 2024 anche in
cinque rate mensili da gennaio a maggio.

Difendiamo la sanità pubblica

La quarta priorità è la sanità. Ne avevamo parlato e diciamo anche qui abbiamo mantenuto
i nostri impegni, è un argomento sul quale si è fatta molta polemica, si è parlato parecchio
a sproposito, si è fatta molta propaganda.
La verità è che il governo stanzia oltre 3 miliardi aggiuntivi per la spesa sanitaria che nel 2024
supererà i 136 miliardi di euro, cifra mai raggiunta prima e diciamo all’incirca di 10 miliardi,
superiore a quello che c’era negli anni del Covid.
Con un obiettivo ridurre le liste d’attesa. Ed è un obiettivo che noi intendiamo centrare da
una parte rinnovando il contratto degli addetti del settore e dall’altra detassando i premi di
risultato che sono legati proprio all’abbattimento delle liste d’attesa e ai progetti che a
questo si dedicano.
A proposito di contratti con la manovra noi stanziamo anche altri 5 miliardi di euro per il
rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e per noi quest’anno la priorità è soprattutto il
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rinnovo del comparto sicurezza, perché non possiamo più tollerare che chi rischia la vita per
garantire la nostra sicurezza prenda di straordinario meno di quanto guadagna una colf.
In Italia mai avuti così tanti occupati, frutto delle politiche sul lavoro
Tutto questo lavoro, dicevamo, sta dando i suoi frutti. Io voglio condividere con voi una delle
cose che mi rende, che mi rendono più orgogliosa e soddisfatta di quanto abbiamo fatto in
questo primo anno, che è l’andamento del mercato del lavoro.
In questi dodici mesi il mercato del lavoro ha fatto registrare una serie di record
occupazionali maggior numero di occupati di sempre, maggior numero di occupati donna,
di sempre maggior numero di lavoratori a tempo indeterminato, di sempre tasso di
occupazione più elevato di sempre, che nel mese di settembre ha raggiunto il 61,7% in un
anno rispetto al settembre 2022, gli occupati sono aumentati di 512.000 unità e di questi
443.000 sono occupati stabili.
Sono dati importanti ai quali si aggiunge il tasso di disoccupazione, che è sceso al livello più
basso degli ultimi 14 anni.
C’è ovviamente ancora molto da fare per diminuire le distanze con il resto d’Europa. Lo
sappiamo, non siamo persone abituate a cullarsi sugli allori, però quelli che vengono dal
mercato del lavoro sono segnali incoraggianti che rafforzano la nostra convinzione che la
strada intrapresa sia quella giusta che con il nostro lavoro, con i nostri provvedimenti, stiamo
restituendo a questa Nazione la stabilità, la credibilità che serve anche a chi produce lavoro
e ricchezza di lavorare con serenità.

Prosegue il cammino della delega fiscale

Che altro? Dunque, nel Consiglio dei ministri del 3 novembre il Governo ha anche continuato
nel cammino per attuare la delega fiscale.
Ha approvato un provvedimento che contribuisce a riequilibrare il rapporto tra contribuenti
e fisco che noi vogliamo più collaborativo, segno di uno Stato che si vuole fidare dei cittadini.
Il decreto interviene in questo caso sulla disciplina dell’accertamento favorisce la
partecipazione del contribuente anche in questa fase, sempre in un’ottica di collaborazione
e interviene dal lato della riduzione delle sanzioni.
Introduce il concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni, titolari
di reddito di impresa e di lavoro autonomo, il che significa la possibilità di accordarsi
preventivamente con il fisco sulle imposte da pagare per i successivi due anni e non ricevere
in quei due anni accertamenti.
Il concordato, dopo quei due anni, può essere poi rinnovato per altri due anni. Il tutto senza
ovviamente abbassare la guardia sulla lotta all’evasione fiscale, perché più lo Stato è
comprensivo e collaborativo da una parte, più deve essere efficace quando, nonostante
questa disponibilità alla collaborazione, alla comprensione, c’è qualcuno che ti vuole fregare
per forza.
Quindi con lo stesso provvedimento interveniamo per rafforzare l’azione di contrasto
all’evasione fiscale, soprattutto attraverso gli strumenti informatici e digitali, facendo parlare
tra loro le banche dati che abbiamo chiaramente sempre prevedendo la piena tutela del
cittadino in materia di privacy in materia di accesso ai dati.
Prosegue il cammino del Piano Mattei
Allargando lo sguardo, il Consiglio dei Ministri ha approvato un altro provvedimento che io
considero molto importante. Riguarda il piano Mattei, cioè il più significativo progetto
strategico che questo Governo abbia messo in campo a livello internazionale a livello
geopolitico.
Il Piano Mattei ormai lo sapete, è una piattaforma programmatica operativa sulla quale
costruire un partenariato equo e paritario con le nazioni africane per favorire lo sviluppo e
andare alla base delle cause della migrazione.
Abbiamo lavorato su questo piano fin dal nostro insediamento, dobbiamo arrivare ora alla
sua stesura definitiva, alla sua finalizzazione, chiaramente raccogliendo il contributo anche
delle nazioni africane e dei paesi terzi e portare quel piano in Parlamento.
Per fare tutto questo, visto che il piano Mattei coinvolge molti livelli di governo, ha bisogno
di un coordinamento centrale, abbiamo istituito organizzato un’apposita governance,
previsto una cabina di regia a Palazzo Chigi e presieduta da me o in subordine dal Ministro
degli esteri è composta da tutti i ministri competenti dalla Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, dalle varie agenzie società dello Stato che si occupano di cooperazione
e sviluppo, rappresentanti delle imprese a partecipazione pubblica, Università, ricerca, terzo
settore, esperti di materie delle materie che verranno trattate.
Questa cabina di regia avrà il compito di coordinare l’attività del Governo, aggiornare il
piano, monitorare la sua attuazione negli anni e approvare la relazione che ogni anno andrà
mandata in Parlamento.
Insomma, per un progetto serio serviva un’organizzazione seria e questo è un progetto serio,
perché il Piano Mattei rientra in una strategia più ampia di questo Governo ed è
propedeutico a molte altre iniziative che stiamo portando avanti.

Il G7

Penso alla Conferenza Italia-Africa che abbiamo in programma per il prossimo gennaio,
penso ai seguiti della Conferenza su sviluppo e migrazioni che abbiamo organizzato a Roma
lo scorso luglio, ma penso soprattutto al 2024, quando arriverà la presidenza italiana del G7,
in cui chiaramente l’Africa, il tema delle migrazioni, saranno centrali, ha pienamente. La
presidenza italiana del G7 si sviluppa lungo tutto l’anno con diverse iniziative dei vari
ministeri. Il momento centrale, cioè il G7 dei leader.
Approfitto per annunciare che sarà dal 13 al 15 giugno del 2024 in Puglia, nella Valle d’Itria,
Borgo Ignazia.

L’accordo tra Italia e Albania

E proprio sull’immigrazione, tornando al tema di cui parlavamo c’è un’altra importantissima
novità: noi abbiamo, ne avrete sentito parlare ha fatto discutere, stretto con l’Albania un
accordo storico un accordo totalmente innovativo sulla gestione dei flussi migratori.
Con questo accordo Italia Albania collaborano su tre obiettivi fondamentali contrastare il
traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari, accogliere in Europa solo chi
ha davvero diritto alla protezione internazionale.
Cosa prevede l’accordo in sostanza, prevede che l’Albania dia all’Italia la possibilità di
utilizzare alcune aree in territorio albanese per realizzare, sotto la giurisdizione italiana, due
strutture dove gestire l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande
d’asilo ed eventualmente il rimpatrio degli immigrati illegali.
In una prima struttura che si trova nel porto di Shengjin, l’Italia ci occuperà delle procedure
di sbarco e di identificazione e qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare
una prima attività di screening.
Nell’area più interna di Gjader, invece, si realizzerà una seconda struttura sul modello dei
CPR per le successive procedure, rimpatrio compreso.
La giurisdizione all’interno di questi centri, come dicevamo, sarà interamente italiana. Nei
centri opererà personale italiano, le nostre forze di polizia, le nostre commissioni d’asilo,
esattamente come accade sostanzialmente nei centri presenti sul nostro territorio nazionale
non ci sarà alcuna differenza salvo che sono esclusi da questa possibilità donne e bambini.
L’Albania collaborerà invece con le sue forze di polizia oltre ovviamente con la con la
disposizione del territorio sul fronte della sicurezza sul fronte della sorveglianza esterna delle
strutture.
I due centri potranno accogliere contestualmente fino a 3000 immigrati per svolgere le
procedure di frontiera. Procedure che grazie a questo Governo possono essere diciamo
esaurite in 28 giorni per questo nell’arco di un anno potranno essere gestiti in Albania anche
fino a 36.000 migranti.
Io considero questo accordo un accordo intanto dal grande respiro europeo, un accordo
con il quale l’Albania si conferma non solo una nazione storicamente amica dell’Italia, ma
anche una nazione amica dell’Europa dell’Unione europea, perché nonostante l’Albania non
faccia ancora parte dell’UE, Tirana si sta comportando di fatto come se già lo fosse, facendo
scelte che sono assolutamente in linea con i principi di cooperazione e di solidarietà che
sono alla base dell’unità europea.
Ma è un accordo che secondo noi è storico, anche perché può diventare un modello, può
diventare un modello per altre nazioni di collaborazione tra Paesi UE e Paesi extra UE sul
fronte della gestione dei flussi migratori.
E io sono fiera del fatto che noi e l’Albania siamo stati i primi a immaginare una soluzione di
questo tipo. E ovviamente chi non è d’accordo può dire quello che vuole, ma penso che non
si possa sostenere che intendiamo deportare qualcuno in una nazione candidata all’ingresso
nell’Unione Europea.

La crisi in Medio Oriente

Il tema della migrazione è ovviamente collegato ai numerosi scenari di crisi che il mondo sta
vivendo, ultimo dei quali decisamente non ultimo per importanza, è la crisi in Medio Oriente.
Qui voi conoscete già la posizione politica del governo italiano. Il lavoro che stiamo facendo
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a tutti i livelli per evitare un allargamento della crisi, con conseguenze che potrebbero essere
inimmaginabili.
Quello che voglio raccontare, e che non conoscete, probabilmente già è l’impegno italiano
sul fronte umanitario.
Finora l’Italia ha fornito 16 tonnellate di aiuti con due missioni di aerei che il 30 e il 31 ottobre
hanno trasportato in Egitto, a circa 50 chilometri dal confine con la Striscia di Gaza. Materiale
da campo, tende, potabilizzatori, servizi oltre che materiale medico, in modo da poter
ospitare i civili sfollati, dare i primi aiuti.
Abbiamo immediatamente avviato l’approntamento di una nave che a nave Vulcano con un
ospedale imbarcato che ha sia capacità diagnostica che capacità chirurgica. Abbiamo
comunicato ai paesi arabi della regione, ai paesi Nato la possibilità di cooperare con noi in
modo da ampliare al massimo l’iniziativa. Nave Vulcano ha appena terminato
l’approntamento è partita nei giorni scorsi e in parallelo sempre con il Ministero della Difesa,
che voglio ringraziare, abbiamo avviato l’approntamento di un ospedale da campo che ha
le stesse caratteristiche di quello imbarcato, ma con una capacità decisamente maggiore di
ricovero e cura, che potrà essere impiegato in una località che andrà definita nei prossimi
giorni, magari sempre in cooperazione con i Paesi che hanno manifestato il loro interesse a
collaborare.
Voglio ringraziare davvero tutti coloro che stanno dando una mano in questa difficile fase.
l’Italia si conferma una nazione che, soprattutto sul fronte umanitario, c’è sempre quando
serve.

L’intervento del Governo per le aree colpite dal maltempo

Anche qui da noi l’ennesima alluvione, stavolta prevalentemente in Toscana, ha lasciato
vittime, sfollati, devastazione. Il governo anche stavolta è intervenuto immediatamente,
dichiarando lo stato di emergenza e stanziando le prime risorse utili a consentire alle
istituzioni locali di far fronte con le deroghe che servono a muoversi in velocità, le iniziative
di soccorso e di assistenza alla popolazione evacuata, al ripristino della viabilità principale,
con chiaramente soprattutto la rimozione dei fanghi dei detriti.
La Protezione civile più avanti valuterà l’erogazione delle ulteriori risorse necessarie quando
chiaramente la Regione Toscana avrà terminato la ricognizione analitica dei danni, ma io
voglio ringraziare con il cuore gli oltre 3000 operatori tra volontari, vigili del fuoco, forze di
polizia, forze armate, colonne mobili provenienti da dodici regioni per il lavoro straordinario
ammirevole che stanno facendo.
Come sempre, di fronte alle difficoltà, l’Italia mostra il suo lato più bello, e voglio ovviamente
rinnovare il cordoglio del Governo e, per il mio tramite dell’Italia intera, ai cari, alle famiglie
delle nove vittime che purtroppo abbiamo fin qui registrato.

Interventi a favore del mondo della disabilità

C’è un’ultima cosa della quale voglio parlarvi perché la considero molto importante riguarda
il mondo della disabilità. Il Governo ha approvato sul tema un importante decreto che
disegna una vera e propria rivoluzione per le persone con disabilità. È una riforma che
recepisce i principi della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità, mette la
persona al centro, permettendole di vivere e di partecipare alla vita sociale su una base di
uguaglianza con gli altri.
Di fatto semplifichiamo e sburocratizzare le procedure per l’accertamento della condizione
di invalidità. Introduciamo il progetto di vita individuale personalizzato. Questo significa che
rispetto al passato ci sarà un accertatore unico e chi ha una disabilità grave già accertata
non dovrà più sottoporsi a continue visite come invece avviene oggi. Si otterranno certificati
e visite mediche in tempi più rapidi. Insomma, vogliamo semplificare e semplificare la vita
delle persone con disabilità e la vita delle loro famiglie.
Con il progetto di vita noi superiamo l’estrema frammentazione dei servizi per attivare un
percorso di accompagnamento della persona che ruota attorno alle specificità e alle
necessità di quella persona, fino alla vita adulta, con interventi coordinati e sinergici.
Oggi le persone sono costrette a girare diversi uffici, a bussare a tante porte. Noi
introduciamo il concetto per cui la persona è al centro e viene valutato e condiviso con la
persona stessa, il percorso da affrontare nei diversi bisogni della vita. Quindi una conferenza
dei servizi che si riunisce, come succede con l’équipe multidimensionali, quando bisogna
fare un’operazione, e tiene conto del carattere sanitario, sociosanitario, sociale dei bisogni
della persona. In pratica non è più la persona che deve muoversi, andare a cercare le
istituzioni, ma sono le istituzioni che devono muoversi per garantire coordinamento di
misure di servizi e facilitare la vita delle persone con disabilità.
Le procedure entreranno in vigore con una sperimentazione che parte il primo gennaio del
2025, avrà la durata di dodici mesi.
È un altro risultato del quale, francamente, andiamo molto fieri.
Ci sarebbero molte altre cose da dire. Io arrivati a questo punto mi fermo qui perché sono
stata molto lunga, ma davvero è molto il lavoro che stiamo portando avanti, continuiamo a
farlo con determinazione, con umiltà, con coraggio e con lo sguardo sempre rivolto verso
l’alto.
I risultati arrivano, le difficoltà sono molte, ma non c’è davvero niente che possa buttarci giù.
Soprattutto fin quando c’è il consenso degli italiani.

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