Draghi chi è costui? Per l’opposizione, la unica e sola opposizione, è fondamentale sapere cosa rappresenti la sua figura, tanto più che la sua possibilità di accedere al Quirinale e quindi, come è stato detto autorevolmente da un ministro del suo governo, di creare un semi presidenzialismo de facto, sono molto elevate.
Offre un contributo il numero in uscita venerdì 3 dicembre il mensile “CulturaIdentità”, fondato da Edoardo Sylos Labini, con uno speciale dedicato a Mario Draghi, il primo e finora unico tentativo organico di ragionare, almeno a destra, su questa importante esperienza.
L’approccio è soprattutto critico con i pezzi di Marco Gervasoni, Paolo Becchi, Diego Fusaro, Alfonso Piscitelli, che si soffermano sull’apoteosi della tecnocrazia e investono in particolare le scelte del governo su come combattere il covid. Articoli importanti anche perché Becchi ai primi tempi, come scrive nel suo pezzo, fu un sostenitore sia pure cauto dell’esperimento Draghi. Che, pur in tutti i suoi limiti, difende in parte Giovanni Sallusti, delineando un “draghismo di destra”. Non sappiamo se Draghi sia di destra o di sinistra. Certo non é nessuno dei due, ma solo “scaglionato”, parole sue, Vittorio Feltri in una bella intervista in cui il giudizio su Draghi appare sfumato e tutto sommato positivo quello sulla gestione pandemica.
Ne esce una lettura equilibrata, critica ma non demonizzante, dell’ex governatore Bce.
L’italiano del mese, dopo che a novembre era stato Sturzo, è Gianni Versace in occasione dei 75 anni della morte, con un doppio poster, due pezzi di Raffaella Salamina e Maria Elena Capitanio. Ancora su Draghi o meglio sulla sua manovra economica due interventi, dell’onorevole Mollicone e di Maurizio Leo, mentre chiude il numero il solito dossier sulle “Città identitarie” che questo mese sono Ascoli, Senigallia, San Ginesio Monza e Puglianiello. Non resta che correre in edicola.
Volevo chiederle se si può togliere la mascherina