Governo. Urso (FdI): chi ha deciso di rinunciare alla golden power su CreVal? Conte o Draghi?

“Chi ha deciso di rinunciare alla golden power sulla acquisizione di CreVal da parte di Agricole? Draghi, Conte o verosibilmente sempre Gualtieri? E perché il nuovo governo ha ritenuto di farlo nella prima riunione dopo il giuramento senza valutare nemmeno il dossier? È il lascito del vecchio governo o peggio una polpetta avvelenata al nuovo?”.

È quanto rileva il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, presentando la prima interrogazione al presidente del Consiglio e al nuovo ministro dell’Economia sul riassetto bancario in corso, “su cui l’Italia si gioca molto soprattutto per uscire dalla crisi economia e sociale su più solide basi finanziarie e bancarie di supporto a imprese e famiglie. Risulta incomprensibile, infatti, questa decisione a fronte del fatto, ormai evidente a tutti, che l’operazione della finanza francese avverrà a costo zero per l’effetto combinato della DTA introdotta nella legge di Bilancio, in tal caso pari a 350 milioni di euro, e il Free Capital di cui l’acquirente potrà disporre, che ammonterà a 400milioni. Più che un acquisto appare un ‘regalo’. Credito Valtellinese è stata risanata a spese dei piccoli risparmiatori del territorio ed ora viene ceduta a spese dei contribuenti italiani. Un paradosso e un grave precedente”.

“Era proprio per evitare questo rischio – spiega il senatore Urso – che nello scorso aprile era stato varato un decreto legge per estendere la golden power anche ai settori creditizio, bancario e assicurativo e segnatamente ai soggetti intraUE e lo stesso Copasir aveva denunciato l’esistenza di un disegno del sistema economico e politico francese volto ad acquisire il controllo totale o parziale di banche e aziende italiane lanciando l’allarme proprio sulla presenza già eccessiva della finanza francese nel nostro Paese”.

“È emblematico che, mentre la Francia considera strategica persino la grande distribuzione ponendo la golden power per sventare l’acquisizione di Carrefour da parte di una azienda canadese, il governo italiano non ritenga strategico nemmeno il settore bancario!”, conclude il senatore di FdI.

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