E’ la Regina dei Conservatori. Cos’ la Heritage Foundation, prestigioso think thank U.S.A., fucina del pensiero conservatore di oltre Atlantico, affida corona e scettro a Giorgia Meloni per la sua azione di Governo in Italia e per ciò che sta rappresentando in Europa per il rafforzamento delle relazioni transatlantiche. A mettere nero su bianco l’investitura è James Carafano, vice presidente della Heritage che reduce da un congresso in Italia organizzato dal Centro Studi Machiavelli, diffonde un’analisi lusinghiera del Presidente del Consiglio italiano.
Già qualche giorno fa, prima di giungere nel nostro paese, Carafano scriveva elogi sulla capacità di rafforzare le transazioni transatlantiche del Governo Meloni. Ecco uno stralcio di quanto pubblicato dal sito della Heritage Foundation a questo link.
[…] Prendiamo l’esempio del nuovo governo conservatore italiano, che sta emergendo come una sorta di laboratorio politico per un nuovo blocco europeo in grado di rafforzare le relazioni transatlantiche. Il nuovo premier, Giorgia Meloni, è presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), che rappresenta 16 Paesi. Il governo italiano potrebbe fare da ponte tra l’ECR e il PPE (Partito Popolare Europeo), che rappresenta 81 partiti di 43 Paesi. Di queste due forze politiche fanno parte, infatti, rispettivamente Fratelli d’Italia e Forza Italia (due dei partiti che fanno parte dell’attuale maggioranza parlamentare in Italia).
Meloni e i conservatori italiani rafforzeranno le relazioni transatlantiche
Questo blocco rafforzerebbe l’opposizione alle politiche irresponsabili dell’Unione Europea in materia di migrazione/asilo e agli eccessi dei poteri e della burocrazia dell’UE, rafforzando al contempo gli impegni per la famiglia, la libertà religiosa e altri valori europei tradizionali.
Un tale partenariato europeo potrebbe emarginare il Partito dei socialisti europei, che comprende alcune forze politiche che hanno sostenuto posizioni pro-Russia e pro-Cina. Ad esempio, il Partito socialdemocratico tedesco è corresponsabile delle deplorevoli politiche di Angela Merkel che hanno reso la Germania e l’UE pericolosamente dipendenti dalla Russia per l’energia. Altre politiche di sinistra non sono molto migliori. Il cancelliere socialdemocratico tedesco Olaf Scholz ha recentemente rafforzato i legami di Berlino con Pechino, mentre il Partito Democratico italiano ha sostenuto il nefasto accordo nucleare con l’Iran e negli ultimi anni ha avvicinato Roma alla Repubblica Popolare.
Un blocco PPE-ECR potrebbe anche rafforzare le relazioni transatlantiche, in parte perché il centrodestra europeo e i conservatori americani sono allineati su una serie di questioni, tra cui lo scetticismo sulla politica climatica, l’istruzione, la famiglia e le questioni di genere, l’immigrazione e la sicurezza delle frontiere, la pace attraverso la forza e il sostegno alla NATO.
In politica estera, ad esempio, le azioni della Meloni promuovono una causa comune nello spazio transatlantico. Una delle sue prime iniziative è stata quella di rafforzare i legami con la Polonia. Varsavia è in prima linea contro la Russia all’interno dell’Alleanza Atlantica ed è un convinto alleato americano. Inoltre, la Meloni mira chiaramente ad abbandonare l’assoggettamento dell’Italia all’asse franco-tedesco e a porre invece Roma al centro di una nuova rete internazionale insieme a Stati Uniti, Polonia e (forse) Gran Bretagna.
Questa strategia è probabilmente la causa della recente irritazione francese nei confronti dell’Italia. Formalmente, la crisi diplomatica tra Roma e Parigi è scoppiata a causa di disaccordi sull’immigrazione clandestina. È probabile, tuttavia, che Emmanuel Macron stia cercando di ostacolare politicamente l’Italia perché teme che la Meloni possa rafforzare le relazioni transatlantiche. Poiché le relazioni tra Francia e Stati Uniti sono state notevolmente tese sia sotto il presidente Trump che sotto il presidente Biden, Macron è preoccupato dalla linea filo-statunitense della Meloni e dalla mancanza di deferenza nei confronti di Parigi.
Tutto ciò potrebbe essere una buona notizia per le relazioni transatlantiche, in particolare se gli elettori d’oltreoceano continueranno a rompere la destra. Il tempo lo dirà.
Le elezioni presidenziali statunitensi e le prossime elezioni parlamentari europee si terranno nel 2024. I prossimi due anni potrebbero quindi essere cruciali per la costruzione di un nuovo partenariato conservatore transatlantico. Mentre molti a sinistra hanno previsto che l’ascesa del populismo avrebbe minacciato la comunità transatlantica, i conservatori potrebbero essere il collante che unirà lo spazio transatlantico.