La sinistra manifesta coi violenti e poi fa la vittima. Un ritornello che si ripete da giorni, con le continue prese di posizione in favore di chi spesso è violento e inneggia contro la Polizia e contro lo Stato. A Milano, domenica sera, un presidio anti-fascista rischiava di degenerare, come spesso accade, in un corteo per bloccare un’altra manifestazione, pacifica: nel dettaglio, una fiaccolata organizzata dalla Lega e la presentazione di un libro dell’europarlamentare Silvia Sardone. I membri della sinistra milanese erano lì, al fianco dei giovani militanti che, stando ai racconti, in un sit-in abbastanza insolito avrebbero raggiunto, armati di bastoni, gli agenti della Polizia, i quali hanno risposto respingendo gli antagonisti. Ai fatti, è seguita anche la difesa istituzionale in Consiglio comunale: “Io ero lì ed era una situazione che non sembrava dare adito a nessun allarme. La sensazione è che ormai la risposta siano sempre i manganelli”, lamenta Tommaso Gorini, capogruppo dei Verdi. Anche il consigliere regionale Onorio Rosati, di Avs, era presente e a freddo sceglie di attaccare il governo: “L’uso della forza sui manifestanti non era giustificato dalle circostanze e risponde al clima che c’è nel Paese”. Anche quelli di Rifondazione Comunista fanno le vittime: “A suon di manganelli, così vanno le cose nel paese di Salvini e Meloni”.
Insomma, alla solita sinistra priva di idee non resta che solidarizzare con gli antagonisti che prima si avvicinano armati alla Polizia e forzano il cordone realizzato dagli agenti, ma poi non vogliono essere respinti, non vogliono ricevere risposte, facendo passare l’azione di difesa della Polizia come un attacco alla libertà di manifestazione. Questo accade quando ci si schiera contro la polizia, quando viene meno l’appoggio istituzionale alle forze dell’ordine, quando, piuttosto che condannarli, si aprono le porte ai centri sociali, inglobando nella società civile e nel dibattito pubblico chi non conosce altro mezzo di determinazione se non la prevaricazione (si legga caso Askatasuna a Torino). Si dicono preoccupati anche i sindacati di Polizia, che rimarcano il crescente clima d’odio nutrito dagli antagonisti verso gli agenti, avallato senza false cerimonie da gran parte dei partiti di sinistra: “Gli ultimi episodi – ha commentato Domenico Pianese, segretario del Coisp – hanno una matrice comune: quella dell’odio verso le forze dell’ordine e della volontà di ricercare a tutti i costi lo scontro. Tutto ciò è avvenuto perché una certa parte politica ha deliberatamente deciso di minare la credibilità della polizia e di umiliare i poliziotti. Ormai nel nostro Paese si sta facendo strada il concetto che è possibile aggredire le donne e gli uomini in divisa senza commettere reato”. Parole che spiegano qual è il vero obiettivo della sinistra: raccogliere consensi tra le fasce più estremiste della società, tra chi ha sempre nutrito odio verso le forze dell’ordine, anche a scapito dell’ordine pubblico e di quel diritto a manifestare tanto osannato ma che in realtà spaventa la sinistra.