Le polemiche della sinistra su un presunto taglio dei fondi in materia di contrasto dei disturbi alimentari, si sono rivelate il solito buco nell’acqua. Polemiche di cui anche i giornali d’area si erano resi complici, raccontando di un mancato rinnovo dei fondi stanziati dal precedente governo nel 2022 e che avrebbero trovato nella conclusione nel prossimo ottobre. Ma la risposta è arrivata chiaramente dall’esecutivo e in particolare dal ministro della Salute Orazio Schillaci, intervistato nei giorni scorsi da Il Corriere della Sera: sono infatti stati stanziati 10 milioni di euro per la lotta all’anoressia nell’attesa che entrino in vigore i Lea. Potrebbero sembrare pochi rispetto ai 25 milioni stanziati negli anni precedenti, ma Schillaci chiarisce: “Nel 2022 erano 15 milioni i soldi messi a disposizione, più altri 10 lo scorso anno. Fondi che però non sono stati spesi”. A quanto pare, infatti, fino allo scorso dicembre è stato utilizzato solo il 3% delle risorse, circa 650 mila euro: “Quindi – ha sottolineato Schillaci – i 10 milioni messi a disposizione dal mio ministero per pochi mesi fino all’applicazione dei nuovi Lea il prossimo aprile sono certamente ben parametrati”.
Ed è proprio nei Lea – livelli essenziali di assistenza – che si trova la vera novità: dopo anni di stallo (era dal 2017 che la sinistra aveva lasciato la misura, anche in un periodo, quello della pandemia, che ne richiedeva maggiormente applicazione), sono stati rifinanziati con uno stanziamento “di 50 milioni nel 2024 e di 200 milioni nel 2025”. Il risultato è che, a differenza di quanto fatto dai governi precedenti che avevano scelto di intervenire sulla questione dei disturbi alimentari con fondi una tantum, temporanei e destinati a scadere, impedendo di fatto un buon investimento a livello territoriale, ora i fondi saranno strutturali, “d’ora in poi ci saranno sempre”. Sono previste anche più cure: “Saranno trentadue – ha annunciato Schillaci – le prestazioni dedicate a queste malattie, sedici in più rispetto al vecchio schema”. Il fine per Schillaci è quello di permettere alle Regioni, grazie ai fondi strutturali, di organizzare centri specializzati per i pazienti con percorsi di diagnosi e terapia autonomi dalle attività dei centri di salute mentale.
Sono state di fatto ascoltate le richieste dei manifestanti che si erano riuniti sotto il ministero della Salute: “Abbiamo ripreso un dialogo che vogliamo far continuare” ha detto Schillaci. Ma, malgrado queste buone notizie, dalle opposizioni continuano le proteste in merito alla sanità: proteste che vedono Elly Schlein in prima linea, sulla scia di una fantasiosa narrazione secondo la quale il governo Meloni starebbe smantellando il sistema sanitario nazionale. Schlein però è la stessa che difende il governo giallo-rosso dalla possibile istituzione della commissione d’inchiesta sul Covid, dimenticando come sotto i governi di sinistra solo la metà delle risorse stanziate per abbattere le liste d’attesa sia stata utilizzata (con conseguente incremento delle stesse liste) e ignorando soprattutto come il governo Meloni, dopo meno di un anno e mezzo di governo, abbia fatto registrare il record di fondi stanziati per la sanità: +12 miliardi, arrivando il Fondo sanitario nazionale a un valore complessivo di 136 miliardi di euro.