Nove mesi sono sufficienti per fare un primo bilancio del Governo? Probabilmente sì, visti i successi inanellati fino ad ora. Ma questi primi mesi sono solamente l’inizio di un lungo percorso che, con queste premesse, vedrà Giorgia Meloni alla guida del paese fino alla fine della legislatura.
A raccontare questa esperienza di governo interviene il Sottosegretario con delega all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, passando in rassegna alcuni dei punti che hanno maggiormente caratterizzato sin qui l’esperienza governativa.
Intervistato da Libero, il Sottosegretario sottolinea come, nonostante fosse stato raccontato che “questa compagine avrebbe portato disastri economici e instabilità sui mercati”, la sensazione che oggi hanno tutti è quella di “grande solidità”, anche a livello internazionale.
Una solidità che si intende rafforzare sempre di più grazie ad una serie di riforme, in particolare nel campo della giustizia, del fisco, del lavoro e dell’assetto istituzionale. Tutte riforme che hanno lo scopo di far tornare l’Italia “un paese normale”.
Fazzolari spiega: “A noi quello che serve prima di tutto è: normalità. Perché viviamo, dai tempi della fine della Prima Repubblica, una continua transizione. Vogliamo mettere fine a questa infinita fase e tornare a ragionare con una visione di lungo periodo.”
Nel corso dell’intervista il sottosegretario chiarisce anche alcuni punti oggetto di recenti querelle pubbliche.
In primo luogo, il Pnrr. Al contrario delle voci di corridoio malinformate, “l’Italia è a oggi la nazione più virtuosa nello stato di avanzamento del Pnrr, seconda solamente alla Spagna, che però ha un piano decisamente più ridotto.” Aggiungendo che “le criticità emerse non possono essere addebitate a noi che siamo arrivati solo a novembre”. Frecciatina finale a Gentiloni, che sembra essere un Commissario che “si sente ogni volta in dovere di fare il controcanto al governo italiano, con dichiarazioni che mettono in difficoltà la Nazione e che credo comincino a sorprendere anche molti a Bruxelles”.
Prosegue sul tema del salario minimo, oggetto anche di una recente proposta portata in Aula dalle opposizioni. Fazzolari ribadisce che “chiunque abbia a cuore i lavoratori sa che questo è un grande inganno”. La motivazione è semplice: in Italia la contrattazione collettiva copre la stragrande maggioranza dei lavoratori, che hanno, tra le altre cose, un salario più alto dei 9 euro tanto reclamati. Inserire un salario minimo legale produrrebbe, in breve, l’effetto contrario, trascinando verso il basso i salari e rendendo i lavoratori più poveri.
Ma d’altronde sembra essere questa la nuova linea delle opposizioni, che sempre più spostate a sinistra hanno oramai perso di vista la realtà vissuta dai cittadini e non riescono a concepire idee degne di nota. “In questa fase storica, egoisticamente parlando, direi che questa guida Pd a noi conviene. Quindi: lunga vita a questo Pd, alla Schlein e a questa sinistra. Come sistema-Paese, però, avere una sinistra così conviene un po’ meno..”, ha commentato infine il “custode” del programma.
A livello nazionale c’è dunque “una grande compattezza nel governo e tra i partiti di maggioranza”, che ci si augura di poter esportare anche in Europa, con le prossime elezioni. Su questo Fazzolari ha confermato “Noi puntiamo ad ottenere un ottimo risultato alle prossime Europee, attraverso il nostro programma e-senza dubbio- con un’alternativa concreta e di visione quale sarà quella che vedrà insieme Conservatori e Popolari e chiunque aderisca ai valori di cui queste forze sono portatrici”.
Le premesse per un successo -anche- europeo ci sono tutte. E Meloni con Fratelli d’Italia hanno tutte le intenzioni di sbaragliare di nuovo i pronostici.