Quest’anno, più che in precedenza, c’è stata un’impennata nei costi dei voli, soprattutto nella stagione estiva, notoriamente più intensa sotto questo punto di vista.
In particolare, oltre al riavvio dei transiti degli aerei (stando ai dati di Assaeroporti da gennaio a luglio del 2023 sono transitati negli aeroporti italiani 110,7 milioni di passeggeri, dato superiore di qualche centinaio di migliaia quello del 2019), sono notevolmente aumentate anche le tariffe dei voli, fino ad arrivare addirittura ad un +52% nel mese di giugno 2023. Nello specifico, a crescere così tanto sono state soprattutto le compagnie low cost, aumentando i prezzi ben “al di là dei costi sostenuti dai vettori” e superiori di “6 volte il tasso d’inflazione”, come dichiarato da Olivier Jankovec, direttore generale di Airports Council International Europe.
Anche l’Italia è stata colpita da questa impennata dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda le isole, ed è per questo che le associazioni dei consumatori hanno invocato un intervento del governo, che non si è fatto attendere.
Il 7 agosto il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge contenente disposizioni urgenti a tutela degli utenti e in materia di attività economiche e investimenti strategici. Inizialmente, per contrastare il “caro voli” era stata vietata la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree, modulata in relazione al tempo della prenotazione, se la fissazione è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole e avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale e se conduce ad un prezzo di vendita del biglietto, o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo. Successivamente, un emendamento presentato in Commissione Industria al Senato, ha perfezionato il testo, individuando nell’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato (AGCM) l’organismo deputato ad accertare eventuali abusi di posizione dominante da parte delle compagnie aeree lungo alcune rotte, che hanno come effetto un incremento dei prezzi dei biglietti, con la possibilità anche di imporre alle imprese interessate, nel rispetto dei principi dell’ordinamento euro-unitario e previa consultazione del mercato, ogni misura strutturale o comportamentale necessaria e proporzionata, al fine di eliminare le distorsioni della concorrenza. L’Agcm, inoltre, pubblicherà sul proprio sito istituzionale un documento, costantemente aggiornato, sui diritti degli utenti in relazione alla trasparenza delle condizioni di prezzo praticabili dalle compagnie aeree, che sui propri siti web dovranno prevedere “un rinvio ipertestuale a tale documento”. L’Antitrust quindi, non svolgerà delle semplici indagini conoscitive, ma avrà maggiori poteri, anche operativi, per imporre misure proporzionate al fine di evitare le distorsioni.
Sul fronte opposto, le compagnie low cost non hanno tardato a dire la propria sulla nuova normativa. A partire da Easy Jet, secondo cui il decreto sarebbe stato in contrasto con “il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa Ue”. Anche il presidente di Wizz Air, Robert Carey, aveva definito il decreto “illegale” e “sbagliato”. Ma è stata Ryanair a mettere in atto un vero e proprio ricatto, operando tagli per il prossimo inverno coinvolgendo ben 10 rotte per la Sardegna. E non si è fermata qui. Infatti, l’ad di Ryanair, Michael O’Leary ha annunciato per l’inverno un ulteriore taglio del 10% di voli nazionali dalla Sicilia, anticipando la volontà di spostarli su rotte internazionali in segno di protesta per l’approvazione delle nuove norme da parte del governo italiano e, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 12 settembre, e in due successivi incontri con i giornalisti per presentare l’offerta invernale della compagnia, O’Leary ha definito “spazzatura” il rapporto Enac sul rincaro dei voli e “illegale” il decreto del governo perché “le regole europee sostengono che i prezzi vengono fissati dal mercato”. Inoltre, per O’Leary il decreto non sarebbe applicabile perché non sarebbe possibile determinare il prezzo medio del biglietto per una rotta specifica. Riguardo il taglio dei voli in Sicilia e Sardegna ha spiegato: “Restiamo, ma spostiamo la connettività. In questo modo le tariffe sui voli interni saliranno e quelle sui voli internazionali scenderanno, l’esatto opposto di quello che vorrebbe il governo”.
Il 20 settembre, contro la decisione di Ryanair di tagliare i voli per la Sicilia e la Sardegna, l’Agcm ha avviato un procedimento per possibile abuso di posizione dominante di natura escludente da parte di Ryanair, primo operatore nel trasporto aereo di linea passeggeri nei voli nazionali e da e per l’Italia. L’istruttoria è stata avviata a seguito di varie segnalazioni pervenute all’Autorità a partire dallo scorso maggio. L’ipotesi è che Ryanair faccia leva “sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi”. In particolare, secondo l’Antitrust, “Ryanair da un lato sembra ostacolare l’acquisto – da parte delle agenzie – dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma GDS a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita del biglietto”. Una condotta che per l’Autorità “avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione”. Per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, l’istruttoria avviata è “un significativo segnale nei confronti di un mercato che ha bisogno della massima trasparenza a tutela di una concorrenza leale tra gli operatori, tra i vettori, e certamente anche soprattutto degli utenti”.
Con l’intervento tempestivo volto a mettere un tetto all’aumento indiscriminato dei prezzi dei voli per le isole il Governo si è schierato al fianco dei cittadini per tutelarli dalla speculazione ed evitare pratiche potenzialmente discriminatorie, come la variazione continua del prezzo dei voli sulla base di algoritmi che sfruttano le tracce lasciate dagli utenti sul web per calibrare le tariffe a seconda dei casi. L’obiettivo del governo è offrire agli utenti italiani un servizio adeguato alle loro necessità e con prezzi accessibili, attraverso un confronto in atto con il comparto aereo per sviluppare una politica industriale che consenta al paese di cogliere nuove opportunità.
Più di tutto, va ricordato che l’Italia è un Paese strategico per il traffico di voli, che cresce più di ogni altro luogo in Europa, ed è dunque quello in cui si fanno i maggiori utili. Per questo motivo, la decisione del Governo risponde ad una precisa e mirata azione non solo di protezione e garanzia dei diritti dei consumatori, ma anche di tutela dell’interesse economico nazionale.