Il 14esimo pacchetto di sanzioni europee nei confronti della Russia è stato approvato: di cosa si tratta?

Ieri, presso Lussemburgo, i 27 Ministri degli esteri appartenenti agli stati membri dell’Unione Europea, avrebbero approvato il nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia: per essere precisi, è il 14esimo.

Per la prima volta, l’oggetto di queste nuove norme stringenti è proprio il gas, in particolare quello naturale e liquefatto: un piano decisamente audace, sebbene alcuni stati continueranno comunque ad acquistarlo dalla Russia. Prevedibile, considerando che all’interno dell’UE c’è chi difficilmente riesce a staccarsi dallo spettro russo, forse perché all’orizzonte non riesce oppure non vuole vedere alternative.

Comunque sia, i supporters del Gas russo saranno Francia, Spagna e Belgio, praticamente la riconferma che gli ultraprogressisti fanno finta di fare linea comune con le istituzioni europee. Dimostrazione che i sedicenti neo-dem sono disposti anche a fiondarsi tra le braccia di Putin pur di sabotare la destra europea, roba da non credere, magari credono anche di essere furbi.

In sostanza, il nuovo piano sanzionatorio dovrebbe proibire ad alcune navi segnalate di attraccare in alcuni porti, in quanto contribuenti alla sovvenzione della campagna militare russa tramite le esportazioni di grano ucraino sottratto indebitamente, passando per il trasporto di armi russe, fino ad arrivare al sostegno dello sviluppo russo mediante lo spostamento di GNL (Gas Naturale liquido). Attualmente, le navi prese di mira dall’Unione Europea sarebbero 27, ma è piuttosto chiaro che il numero potrebbe ingannare sul numero reale dei veicoli marittimi impiegati per questa campagna di commercio illegittimo.

Praticamente un controllo adeguato di questo genere consentirà di evitare l’acquisto di materie in grado di sovvenzionare la campagna bellica del Cremlino, il quale pensa di violare le leggi internazionali servendosi di queste imbarcazioni-ombra per eludere i controlli e le sanzioni già presenti nei territori occidentali.

Tramite questo nuovo provvedimento, sono state iscritte sulla blacklist 69 persone e 47 entità, le quali saranno soggette al divieto di viaggio ed al congelamento dei beni: le ragioni di quest’azione risiedono nell’impegno di questi nomi e nomenclature sulla compromissione e la minaccia del territorio ucraino. 

Inoltre, attraverso le sanzioni finanziarie sarà proibito l’uso dell’SPFS da parte delle banche europee aldilà della Russia, in quanto la trasmissione di questi messaggi  assomiglierebbe moltissimo al metodo SWIFT usato dal Gigante eurasiatico. Tra gli altri divieti anche quello di transazione con banche e detentori di criptovalute in Russia o con paesi terzi: a motivo di questa misura, c’è la possibilità che determinati pagamenti possano aiutare il Cremlino a finanziare il proprio sforzo militare in Ucraina.

Un limite degli export di varia natura come questo, potrebbe avere un impatto significativo per la Russia di Putin, sempre più isolata e costretta nelle mani di alleati mediorientali o asiatici che di certo potrebbero non farsi alcuno scrupolo nell’evitare il peggio qualora la situazione dovesse collassare, tagliando rapporti e ponti di commercio utili per la continuazione dello sforzo bellico. 

C’è chi considera le esportazioni come un’arma a doppio taglio, plausibilmente pronta a ferire entrambe le parti nella contesa, ma è necessario ricordare quanto l’economia possa circolare ugualmente tra i paesi del mondo libero: in tal caso sarà dunque necessario, dopo l’applicazione di questi piani, prendere nuovi accordi che riescano a garantire una redistribuzione della merce sul mercato.

La scelta di redirigere beni di consumo verso l’Est Europa, per rafforzare le relazioni con i paesi che hanno espresso vicinanza all’Ucraina, potrebbe essere uno dei tentativi d’approccio per serrare i ranghi e dimostrare che il continente europeo è vicino alle esigenze di chi teme – con buone ragioni- la perdita della propria indipendenza e sovranità popolare a causa di un “piano satellitare” di matrice sovietica.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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