A sinistra, dalle parti del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, sanno di essere molto deboli a livello elettorale e che questa condizione è destinata a continuare per parecchio tempo. La fatidica luce in fondo al tunnel ancora non s’intravede e, al contrario, le forze politiche di maggioranza, a cominciare da Fratelli d’Italia, ma anche Lega e Forza Italia, proseguono il loro cammino all’insegna di un ottimo stato di salute, come viene certificato periodicamente da tutti i sondaggi. Vi è, per carità, qualche piccolo e fisiologico movimento di consensi, ma il grosso dei voti conquistati dal centrodestra alle elezioni politiche è ancora tutto lì.
Governare, soprattutto in un Paese complesso come il nostro, può fare scendere il livello di popolarità degli occupanti della stanza dei bottoni, ma ciò non sta succedendo a Giorgia Meloni e al resto della compagine di governo. Evidentemente l’esecutivo ha imboccato la strada giusta e sta facendo il proprio dovere agli occhi degli italiani, quindi, in vista delle prossime elezioni europee di giugno del 2024, è possibile prevedere una ripetizione del quadro determinato dalle ultime Politiche, con Fratelli d’Italia e il centrodestra in netto vantaggio su Pd e M5S. Questi ultimi, consci delle loro debolezze e del fatto di non riuscire a rappresentare una coalizione credibile di centrosinistra, sperano, con qualche loro accolito televisivo e giornalistico, che la maggioranza di governo prima o poi si faccia del male da sola, magari attraverso qualche litigio fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Si sono attaccati come cozze alla kermesse organizzata a Firenze dalla Lega, che ha invitato in Italia le delegazioni di tutti i partiti aderenti al gruppo Identità e Democrazia, presente al Parlamento europeo e di cui fa parte anche il Carroccio. Salvini ha voluto legittimamente un momento di incontro con i propri alleati europei e ne è venuto fuori uno scenario già piuttosto noto, che può sorprendere solo taluni commentatori in malafede.
E’ anzitutto risaputo come i partiti della maggioranza che sostiene il Governo Meloni, appartengano a livello continentale a gruppi distinti fra loro, anche se non necessariamente distanti. Fratelli d’Italia appartiene ai Conservatori e Riformisti europei, e, attraverso Giorgia Meloni, guida l’Ecr, mentre Forza Italia è da sempre un membro del Ppe, i popolari europei, e la Lega, appunto, aderisce a Identità e Democrazia, ma tutti quanti, incluso Noi Moderati, facente parte anch’esso del Partito Popolare europeo, remano nella stessa direzione all’interno del Governo italiano, con buona pace di Elly Schlein, Giuseppe Conte e compagni vari. E riconoscono all’unisono, come ribadito giustamente dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, la linea dell’esecutivo di Roma in Europa e nel mondo, e per quanto riguarda i principali fronti caldi del momento come l’Ucraina e Israele.
Ci può essere una sorta di competizione fatta di sfumate distinzioni perché le elezioni europee sono dietro l’angolo, i mesi trascorrono veloci, e il rinnovo dell’Europarlamento passa tramite una legge elettorale proporzionale pura che spinge inevitabilmente i partiti, tutti i partiti, a correre per loro stessi, a portare più acqua possibile al loro mulino senza alcun vincolo o spirito di coalizione. Ciò si è sempre verificato ad ogni consultazione europea, e ancora ricordiamo i talvolta marcati distinguo fra Forza Italia e Alleanza Nazionale, capitati sovente prima delle Europee e ben prima della rottura finale avvenuta tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.
Tuttavia, il Governo Meloni non cadrà a causa del convegno salviniano di Firenze. Vi sono troppi sognatori in giro ai quali conviene, comunque, non offrire troppi argomenti e per fare questo, gli attori della maggioranza non possono che essere chiari e netti costantemente sulla univocità della linea del Governo, in Italia, in Europa, nel resto dell’Occidente e nel mondo.