Il paradosso della Candela. Diversificare salva l’azienda, anche con il Covid-19.

Dopo settimane e settimane di blocchi, tragiche perdite di vite umane e il blocco di gran parte dell’economia globale, adesso regna l’incertezza di come tutto potrà ripartire: alcune imprese saranno costrette a chiudere? torneranno i posti di lavoro? Viaggeremo di nuovo? Il denaro prestato dalle banche su iniziativa del governo sarà sufficiente per prevenire una recessione profonda e duratura? Una cosa è ormai certa: la pandemia porterà a cambiamenti permanenti nelle nostre vite, nelle nostre abitudini, anche dopo la completa apertura di tutte le attività, nelle nostre abitudini quotidiani prevarrà l’esigenza di prevenire il rischio di infezione, indossando mascherine, mantenendo le distanze di sicurezza, e tanti altri cambiamenti.

C’è chi ha già intuito quali saranno le nuove esigenze; basta guardare nei social, da settimane ormai gli utenti sono bombardati da promozioni per mascherine fashion, lavabili e riutilizzabili. Stiamo assistendo e assisteremo ancora alla riconversione di tante aziende che sfrutteranno la nuova tendenza per occupare una quota di mercato enorme. Perché già in questa fase di smarrimento e confusione c’è chi ha già saputo reinventarsi, riconvertirsi, e questo in termini economici equivale a sopravvivere, paradossalmente in alcuni casi anche a cogliere nuove opportunità.Infatti, sono molte le aziende che stanno sperimentando nuove soluzioni reinventando i propri servizi.

La Ramazzotti, ad esempio, azienda nota per la produzione liquoristica italiana, ha deciso di reinventarsi per aiutare la società a superare questo momento di crisi: alcune sedi di lavoro della Ramazzotti si stanno dedicando da giorni alla produzione di gel disinfettante, che viene imbottigliato a mano, con l’aggiunta di una piccola quantità di scorza d’arancia, al fine di rendere aromatizzato il disinfettante con la fragranza tipica della Ramazzotti. Il gel viene distribuito alla Protezione Civile, agli ospedali, ai Vigili del Fuoco e a tutti gli enti che ne hanno più bisogno.

Oppure la Ergotech, azienda specializzata nella costruzione stampi e nello stampaggio di articoli tecnici in materiale termoplastico nel settore automotive, che non appena ha saputo della possibilità di trasformare le maschere di Decathlon in respiratori, ha provveduto ad acquistarne 150 e, grazie alla collaborazione di alcune aziende piemontesi ha effettuato le modifiche per poterle collegare ai respiratori. Una decina di questi prodotti sono già stati consegnati all’ospedale di Ivrea e altri sono pronti per soddisfare le richieste di altri ospedali piemontesi. Dopo questo primo passo l’azienda si è attivata per costruire lo stampo per realizzare direttamente la valvola per il raccordo al respiratore: a breve lo stampo sarà ultimato, permettendo così alla Ergotech di modificare un maggior numero di maschere in tempi decisamente più brevi. Mai come oggi torna utile ricordarsi quello che successe alla nascita degli smartphone.

Quando nel 2007 naque l’iphone da solo mise fuori mercato intere filiere industriali, quelle che producevano prodotti che si trovavano comodamente all’interno del dispositivo telefonico: i lettori MP3 sono sostanzialmente spariti (-87% rispetto al 2007). Neanche i navigatori se la sono più passata troppo bene (-80%) travolti dalle applicazioni di geo-localizzazione.  Stessa sorte per le fotocamere digitali crollate del 66%.
Ed è qui che si realizzò quello che Roberto Verganti, della scuola di direzione aziendale del Politecnico di Milano, chiama il “paradosso della candela“.
Lo smartphone infatti mise fuori gioco anche le candele per illuminare in caso di oscurità. Eppure negli ultimi quattro anni i consumi di candele sono aumentati in Europa del 28,5%, perché chi le produceva diversificò la loro funzione: oggi la candela serve a profumare gli ambienti.
Proprio così: si salva chi cambia pelle e si adatta.

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
O te ne stai in un angolo a compiangerti per quello che ti accade o ti rimbocchi le maniche, con la convinzione che il destino non sia scritto. Per il resto faccio cose, vedo gente e combatto contro ingiustizie e banche. Se vuoi segnalarmi qualcosa scrivimi a info@letiziagiorgianni.it

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