Movimento 5stelle e Lega di Salvini sovranisti? Non scherziamo. Per pensarlo bisogna veramente non avere idea di cosa si stia parlando e, soprattutto, confondere il sovranismo con il populismo dove invece soprattutto i 5 stelle sono maestri.
E vediamo perché…
E’ stato dopo la Seconda guerra mondiale quando il mondo, scioccato da milioni di lutti, nazioni rase al suolo, dolore e disgrazia immaginò di poter costruire un futuro condiviso, tutti insieme, immersi nel globalismo.
L’idea poteva essere anche interessante e bella se in questo “abbraccio” si fosse scelto di privilegiare il fattore umano, piuttosto che la speculazione, il guadagno, la supremazia economia, il potere del denaro. Un “globalismo dei popoli”, uniti ma ognuno nel rispetto delle proprie diversità, e quanto ci sarebbe piaciuto. Come sia andata è sotto gli occhi di tutti.
Il globalismo guidato dalla tecnologia ha portato solo guasti indicibili e per molti, oltre che la miseria indotta da scelte economiche suicide di liberismo in spregio agli interessi nazionali, anche la perdita dei propri riferimenti, dei grandi valori della tradizione, della tensione ideale di sentirsi parte di qualcosa, di una famiglia che travalica di molto in nucleo di base della nostra società. Di un gruppo che con noi condivide la terra dei padri, quella per la quale milioni di uomini nel corso dei secoli hanno sacrificato tutto, compresala propria vita.
Così, probabilmente, è nato il sovranismo, magari proprio con la speranza di riappropriarci di quello che il globalismo ci aveva fatto perdere, aveva distrutto, sradicato, obbligandoci a una completa omologazione in tutti i campi, da quelli etici a quelli culturali. Ma, soprattutto, il sovranismo è il frutto della necessità di difendere noi stessi e chi ci è vicino per nascita e tradizione rispetto ad altri nuclei umani che, a loro volta, privilegiano le loro necessità a danno delle nostre. Va da sé che in quest’ottica il sovranismo è sì nazione, ma non circoscritto al territorio nazionale. Travalica il confini, e raccoglie in un grande abbraccio chi ha le stesse profonde radici.
Per il nostro popolo, il sovranismo dovrebbe essere un concetto basilare, se si considera che nel mondo in questo momento ci sono circa 100 milioni di italiani privi di passaporto nazionale. Vivono anche lontanissimi, spesso sono nati in terre straniere ma continuano a guardare all’Italia quasi essa fosse ancora un faro di civiltà, orgogliosi. Imperterriti, cercano di mantenere le nostre tradizioni, di continuare a cucinare i nostri cibi, a coltivare l’idea delle nostre eccellenze che invece in Italia sembriamo fare di tutto per penalizzare.
E’ per questo è che se il governo giallo-verde avesse in sé anche solo qualche traccia di sovranismo, ci saremmo risparmiati le pessima figura fatta a livello mondiale continuando a non schierarci contro un dittatore e affamatore del suo popolo quale è Nicolás Maduro, l’attuale presidente del Venezuela, delfino di Hugo Chavez, che in una manciata di anni è riuscito a trasformare una nazione che era una sorta di Svizzera latino-americana, con nel sottosuolo i più estesi depositi di petrolio al mondo, in una sorta di girone infernale, dove il popolo assalta lo zoo per sfamarsi uccidendo gli animali.
Eppure sono stati gli stessi venezuelani d’origine italiana a chiedere al nostro governo di schierarsi a favore di Juan Guaidò, il giovane ingegnere che sta strappando il potere dalla mani di Maduro, per poi riaprire la nazione a nuove elezioni che si spera mandino definitivamente in cantina il tanto decantato e tanto deleterio chavismo.
Inascoltati, e del resto era quello che ci si doveva aspettare dal governo giallo-verde.
Da una parte il globalismo di Beppe Grillo, dall’alta le radici stesse della Lega, solo da qualche mese divenuta “nazionale”, quando per oltre vent’anni era stata un partito locale che, a parte la Padania, guardava al resto d’Italia quasi con ostilità. Qualcuno potrà obiettare che guardare esclusivamente alla Padania fosse anche quella una forma di sovranismo, ma così non è se si dimentica il sangue di tutti i martiri che anche per quei brandelli di terra hanno combattuto e si sono sacrificati, e che distinguere la Padania e il Veneto dal resto della penisola è allucinante oltre che stupido.
Tra i grillini, invece, a combattere il sovranismo ci pensa un’ideologia ormai superata in quasi tutto il mondo. Nel partito di Grillo sempre di più prende piede l’ala di sinistra estrema, ferma con personaggi come Di Battista ai “diari della motocicletta”, di cui si sarebbe stufato anche il Che, se ancora fosse vivo e gli toccasse di parlarne, e che perciò non possono fare a meno di fare l’occhiolino a Maduro, per quanto improponibile e inaccettabile esso sia.
E invece gli italiani guardano a certi personaggi come se potessero mai rappresentare un riscatto.
Con Di Maio e Di Battista un ritorno all’orgoglio di essere italiani? Sarà difficile…