Vi abbiamo cominciato a parlare ieri del decreto sicurezza di Salvini, che ha accorpato anche tutta la parte concernente immigrati e immigrazione, e vi abbiamo mostrato come la tanto decantata soppressione della protezione umanitaria sia in realtà una sorta di bluff. Proseguiamo oggi nell’analisi di altri punti sempre riguardo all’immigrazione e li confrontiamo con le idee e le proposte che il partito della destra italiana, Fratelli d’Italia, aveva portato all’attenzione di tutti in campagna elettorale e in molti casi, come già fatto rilevare, anche prima.
Vediamo come il decreto si è occupato dell’estensione del trattamento nei Cpr. Con la normativa in corso, gli stranieri che sono trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), ex Cie, in attesa di essere rimpatriati possono essere trattenuti al massimo per 90 giorni. Con il decreto sicurezza (articolo 2) il limite si sposta fino a un massimo di 180 giorni. Per quanto riguarda la costruzione nuovi Cpr, l’art. 2 del nuovo decreto sicurezza consente, per un periodo di tre anni, il ricorso alla procedura negoziata per l’esecuzione dei lavori di realizzazione di nuovi centri di permanenza per il rimpatrio, e ristrutturazione o adeguamento di quelli già esistenti al fine di ottenere un rapido ampliamento dei posti nei centri e facilitare l’esecuzione di provvedimenti di rimpatrio degli stranieri irregolarmente presenti nel territorio nazionale.
Per quanto riguarda il trattenimento dei richiedenti asilo e degli irregolari ai valichi di frontiera, l’articolo 3 del decreto prevede che i richiedenti asilo possano essere trattenuti per un periodo massimo di 30 giorni nei cosiddetti hotspot per accertarne l’identità e la cittadinanza. Il richiedente asilo può essere trattenuto, inoltre, per al massimo 180 giorni all’interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). L’articolo 4 prevede che gli irregolari possano essere trattenuti negli uffici di frontiera, oltre ai Cpr, qualora non ci sia disponibilità di posti nei Cpr e con l’autorizzazione del giudice di pace, su richiesta del questore.
Su tutte queste modifiche, la posizione di Fratelli d’Italia è netta e precisa. Bene prevedere un inasprimento delle tempistiche di trattenimento ma, dice Giorgia Meloni, leader del partito, sono misure assolutamente insufficienti e incomprensibilmente blande. Infatti, nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, si è stabilito al punto 6 del documento finale che “nel territorio della UE coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati […] qui un trattamento rapido e sicuro consentirebbe, con il pieno sostegno della UE, di distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale”. Chi entra illegalmente va trattenuto, così come chi viene trovato sul territorio senza permesso, in centri appositi, con tempistiche ben più lunghe di quelle previste dal decreto Salvini. Infatti, sulla base di questo principio la Germania ha istituito i ”centri ancora” dove gli immigrati irregolari vengono trattenuti fini a 18 mesi, non 4 come previsto dalle norme in esame.
Fratelli d’Italia ci ha tenuto a ribadire che chi non ha titolo a stare in Italia vada trattenuto fino al suo rimpatrio e che i clandestini non debbano essere liberi di vagare senza controllo per la Nazione. Inoltre, il partito della Meloni sostiene che debba essere possibile presentare la domanda di asilo solo alla polizia transfrontaliera e solo al momento dell’ingresso: la presenza irregolare sul suolo italiano deve escludere la possibilità di presentazione della domanda di protezione internazionale, magari una volta fermati dalle forze dell’ordine, e deve comportare quindi l’espulsione immediata.
Con il decreto sicurezza del governo giallo-verde, siamo perciò ancora lontani da un vero ripristino della legalità? Così sembrerebbe leggendo gli appunti di Fratelli d’Italia sulle nuove norme. Si può intuire che il decreto sia frutto di un accordo al ribasso a cui l’anima più a sinistra del Movimento 5 stelle (quella che per capirci vede in Fico – e in parte anche in Di Battista, il “Che Guevara” dei poveri – esprimersi sempre a favore dei migranti e delle decisioni al riguardo dei precedenti governi di centrosinistra), può aver costretto Salvini e la Lega, cose che accadono quando si stringono patti spuri, decisamente “contro natura” .
Ma in tutto ciò, come si pongono gli elettori? Probabilmente sono stati talmente vilipesi, ignorati, dimenticati negli anni precedenti che anche una briciola sembra loro un pasto completo, e continuano ad inneggiare felici per quelle poche migliorie che appaiono loro quasi un miracolo. Certo è che, se si continuerà così, sarà inevitabile che prima o dopo si sveglino e constatino che davvero poco è cambiato, con tutto quello che ne conseguirà.