Un bando, un solo partecipante, dieci giorni di possibili iscrizioni, un solo e inevitabile vincitore, che si sarebbe garantito un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio iniziale di 75mila euro lordi all’anno. Per nulla male, no?
La situazione surreale finita sui quotidiani pugliesi questa mattina ricorda tanto quello slogan pubblicitario dei Gratta e Vinci: “Ti piace vincere facile?”. E la fortunata vincitrice è, guarda caso, la moglie di un esponente politico vicino alla maggioranza regionale. Contestualizziamo: siamo in Puglia, nelle terre di Michele Emiliano, quel governatore barese già finito nella bufera per altre situazioni simili. Una di queste riguarda i lavori di arredo dell’area relax e della biblioteca del Consiglio regionale, affidati alla società gestita dai fratelli del dem e che porta il suo stesso nome.
La denuncia del centrodestra
In questo caso, però, la sua famiglia non c’entra. Come denunciato da diversi esponenti del centrodestra locale, la vincitrice del concorso sarebbe la moglie di Filippo Caracciolo. L’uomo è membro del Partito democratico, per lungo tempo consigliere comunale a Barletta; poi Caracciolo fa il suo ingresso in Consiglio regionale, arrivando anche a far parte della Giunta pugliese in qualità di assessore. Inutile dirlo: è un fedelissimo di Emiliano. Nulla di anomalo, comunque, nelle procedure del concorso, ma fa strano che ci sia stato un solo concorrente e che il bando sia stato aperto soltanto per dieci giorni. Da Fratelli d’Italia parlano non a caso di “ennesima regalia” e denunciano un “modus operandi” utilizzato “da anni”: “Come è possibile che in tutta Italia nessun altro professionista abbia deciso di partecipare? Perché il bando non è rimasto aperto per un periodo temporale più lungo al fine di garantire una vera e sana competizione tra le migliori risorse disponibili?”. Sono queste le domande più frequenti. Per questo, la commissione Trasparenza del Comune di Bari ha annunciato nuovi lavori per fare luce su tempistiche e procedure seguite.
I precedenti grattacapi: dalla srl di famiglia alla compagna portavoce
Non è la prima volta, come detto, che nella Regione governata dal dem Emiliano ci si ritrova a denunciare situazioni simili. Si era parlato di nepotismo anche quando, come già anticipato, alla ditta dei fratelli del governatore furono assegnati i lavori di arredo in alcune zone del Consiglio regionale. Lui se ne lavò le mani e al Corriere il suo entourage spiegò: “Non aveva informazioni dirette anche perché l’appalto in questione non passa assolutamente dal livello politico, ma è una procedura dirigenziale del Consiglio regionale. A questo – hanno detto i suoi – si aggiunga che il presidente non ha nessuna partecipazione nell’azienda dei suoi fratelli”. Ma già allora parve strano che neppure i fratelli avessero annunciato al governatore l’iscrizione al bando.
Un altro grattacapo per il governatore fu poi quello sulla compagna, Elena Laterza, giornalista, che l’ex sindaco di Bari pensò bene di nominare suo addetto stampa. In quell’occasione, facendo luce, si scoprì che la donna era la sua portavoce già da ben nove anni. Anche stavolta niente di illecito ma, come già scrivemmo su La Voce del Patriota, veniva contestata al governatore “l’opportunità, chiaramente mancata, di dimostrare agli italiani che il Pd sa razzolare così come predica”. Nessuna accortezza per possibili conflitti di interesse da parte di chi può vantare di avere come colleghi di partito persone sempre pronte a puntare il dito verso fatti inesistenti accusando di amichettismo. Un controsenso il loro silenzio quando certi casi coinvolgono la loro parte politica.