Da FdI allarme su rinnovo permessi di soggiorno a stranieri senza lavoro
Se il mese di gennaio è stato decisivo per l’approvazione e l’entrata in vigore del “decretone” con i cavalli di battaglia di Lega e M5S, Reddito di cittadinanza e Quota 100, i mesi che verranno saranno il vero banco di prova per il governo gialloverde. Oggi, infatti, è iniziato l’iter al Senato con le prime audizioni che non hanno risparmiato critiche e stoccate, soprattutto da Confindustria che boccia senza troppi giri di parole la misura. E pure dall’Inps con il presidente Boeri non sono teneri.
Ma facciamo un passo indietro, precisamente al 17 gennaio, quando il presidente del Consiglio annunciò trionfante il varo del “decretone”: “Un passaggio fondamentale per questa esperienza di Governo. Abbiamo adottato due misure – reddito di cittadinanza e quota 100 – che non rappresentano le estemporanee promesse da campagna elettorale, ma un progetto di politica economico-sociale di cui questo Governo va fiero, perché riguarda cinque milioni di persone in povertà”.
Un epilogo non scontato, quello di quel CdM, visti i mesi di proiezioni e opinioni contrastanti su cifre e platea beneficiaria. Tutto ora passa al Senato, che sarà teatro del confronto, soprattutto per il reddito di cittadinanza, la misura più controversa di questo decreto che, tra l’altro, proprio oggi ha visto Luigi di Maio e il presidente Conte impegnati nel presentare il sito ufficiale e la prima card. “E’ la prova che le card esistono, questa è la prima di 3 milioni, è un’operazione verità ” e prosegue il vicepremier “nei prossimi anni inietteremo 8 miliardi di euro all’anno nell’economia reale. Nei primi 12 mesi come ministero offriremo almeno una proposta di lavoro sul territorio nazionale, non è una misura assistenzialista ma è una misura che dà fiducia alle persone”.
Un entusiasmo che non convince tante, troppe posizioni. A partire da Fratelli d’Italia molto critico e pronto a ricorrere al referendum per abolire il reddito di cittadinanza. “Aiutare l’Italia che non chiede l’elemosina, ma la libertà di produrre e lavorare, questo è il compito dello Stato” spiega la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Favorire il lavoro, è aiutare chi non può lavorare, per ragioni oggettive: i bambini, gli invalidi e gli anziani. Per tutti gli altri invece, il compito dello Stato è favorire il lavoro creando presupposti per la crescita e mettere chi può assumere in condizione di farlo. La soluzione partorita dal governo non è altro che un pastrocchio inutile, lo dicono i numeri”
Una posizione netta dunque, che riconosce sostegno ai più deboli e rivendica il diritto della dignità del lavoro per tutti gli altri.
Ma l’altro nodo cruciale è la platea dei beneficiari, aspetto molto importante per Fratelli d’Italia come sottolineato dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida: “Il M5S prende voti buttando i soldi di chi lavora. Svuota le casse dello Stato per elargire mance elettorali che finiranno in gran parte nelle mani di immigrati, evasori e nullafacenti cronici”. Se infatti, contrariamente a quanto ripete Luigi Di Maio, è un dato certo che il reddito verrà percepito anche dagli immigrati col permesso di soggiorno di lungo periodo (circa 200 mila famiglie), dai nomadi (di cui gran parte non italiani), e da stranieri senza reddito, è quasi altrettanto plausibile immaginare che tale misura agevolerà il lavoro nero. Un allarme che proprio oggi in audizione in Commissione Lavoro al Senato ha lanciato Confindustria, parlando di “un effetto di scoraggiamento” dei 780 euro del reddito di cittadinanza nella ricerca del lavoro, visto che “in Italia il primo stipendio medio di un giovane under 30 è di 830 euro al mese”.
Un punto di vista condiviso dallo stesso Luca Ciriani, capogruppo di Fdi in Senato che ricorda: “Sia l’Istat sia l’Ocse hanno bocciato il reddito di cittadinanza in quanto prevedono che non avrà alcun effetto moltiplicativo sulla nostra economia, bensì deprimente. Non sarebbe stato opportuno destinare le ingenti risorse stanziate per il Rdc nella riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese?”
Una misura che, quindi, fa acqua da tutte le parti per il partito di Giorgia Meloni, che in quanto a diritti sociali e ricette di crescita ha le idee ben chiare – sostegno a infanzia, disabili e anziani, poi infrastrutture e flax tax – e che non trascura inoltre l’aspetto diseducativo del RdC: “Non vorrei che molti giovani siano indotti a pensare che si può tranquillamente restare a casa in attesa dell’assegno di Stato” specifica Ciriani. Perchè uno dei rischi del reddito di cittadinanza è indubbiamente quello di infondere nelle persone l’idea che uno Stato debba assistere piuttosto che incentivare, e che il reddito possa prescindere dal lavoro e dalla produzione.
Sulla stessa linea Stefano Boeri, presidente dell’Inps, che parla di “effetti rilevanti di scoraggiamento al lavoro” e del rischio che ad essere penalizzati saranno soprattutto le famiglie numerose. Senza considerare l’alto numero di potenziali evasori che potranno godere del reddito di cittadinanza. Tutte considerazioni che spingono lo stesso Boeri a chiedere di “rinviare l’avvio operativo del reddito di cittadinanza alla piena operativita’ dell’Isee precompilato, visto che in assenza di controllo ex-ante sulla veridicita’ delle autodichiarazioni patrimoniali da parte dei richiedenti il reddito di cittadinanza, si rischia di dover poi, in sede di verifica ex-post, essere chiamati al recupero di somme ingenti da famiglie che non soddisfano i requisiti patrimoniali del reddito di cittadinanza”.
E se questo non basta ci sono anche i possibili effetti sull’immigrazione come avverte Andrea de Bertoldi, senatore di FdI e segretario della Commissione Finanze e Tesoro: “Il reddito di cittadinanza potrà consentire agli stranieri senza lavoro e mezzi di sostentamento di ottenere ugualmente il rinnovo del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo”. Infatti, spiega de Bertoldi che questa sarebbe l’indicazione giunta dall’Agenzia delle Entrate in materia di definizione del reddito minimo necessario per il permesso di soggiorno Ue. Un bel problema, se fosse così, su cui proprio il senatore di FdI chiede alla Lega di risolvere.
Problemi su problemi, quindi, che non danno scampo al reddito di cittadinanza tanto che Andrea Montanino, capo economista di Confindustria, sempre al Senato ammette: “Non sono fiducioso sull’impatto del “reddito di cittadinanza” e “quota 100” in chiave “espansiva” – si dovrebbero subito «aprire cantieri in tutto il Paese» per rimetterlo in pista”.
Peccato che anche quello degli investimenti sia un altro tema molto controverso all’interno del governo gialloverde, basti pensare all’estenuante tira e molla in atto questi giorni sulla Tav. A Salvini che assicura la ripresa dei lavori, un convinto di Maio controbatte: “Finchè saremo noi al Governo, della TAV non se ne parla”.
Difficile, dunque, immaginare un cambio di rotta per l’Italia, almeno per ora. Almeno fino alle elezioni europee.