Adesso vengono chiamati evasori. Ma in pratica sono quelli che guadagnano meno dei loro dipendenti, piccoli imprenditori, commercianti, artigiani: coloro che più sconteranno le novità contenute nella Legge di Bilancio 2020 e nel Decreto Legge collegato. L’obiettivo dovrebbe essere quello di “scovare” chi non paga le tasse, ma a rimetterci saranno anche e soprattutto le piccole partite IVA che adempiono correttamente ai propri obblighi tributari.
Ma davvero il nuovo governo Giallo – rosso pensa che artigiani, commercianti e piccoli imprenditori siamo i veri nemici del popolo? Uno studio della CGIA smentisce categoricamente questa ipotesi, dimostrando che non sono loro gli evasori principali e quindi rendendo tracciabili tutte le loro transazioni cambierà poco o nulla.
La cosa non ci meraviglia affatto, consapevoli che l’elusione fiscale più significativa sia quella attuata dalle grandi multinazionali, quella si, in grado di provocare un danno macroeconomico dal momento che sono ricavi che finiscono all’estero.
Come al solito si sbaglia quindi bersaglio.
Riflettiamo un attimo su quante volte ci capita che barista, tabaccaio o ristoratore non ci emettano scontrino. Francamente a me non capita quasi mai. Anzi, quando a volte distrattamente lo lascio sul bancone, vengo spesso richiamata per conservarlo.
Ma basterebbe ragionare su un dato di fatto: se il barista o l’idraulico non emettono lo scontrino o la ricevuta fiscale, il cliente finale se ne accorge subito ed è in grado di denunciare l’infrazione. Che potere abbiamo invece per contrastare l’evasione delle grandi multinazionali che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, sottraggono al fisco italiano 20 miliardi di euro all’anno?
Un recente studio (che si intitola “The Missing Profits of Nations”) ha infatti quantificato il gettito perso dai singoli Stati per colpa dei paradisi fiscali e tra i più colpiti c’è anche l’Italia. Come dicevamo lo studio è stato presentato al Fondo Monetario Internazionale ed offre un’analisi dettagliata delle perdite erariali dei singoli Stati. I profitti delle multinazionali spostati nei paradisi fiscali sono stati quantificati in 650 miliardi di dollari, pari a circa 590 miliardi di euro, con un risparmio fiscale di circa il 10%. Tra i Paesi più colpiti da questa sottrazione di tasse ci sono soprattutto quelli europei. La Germania perde il 29% di entrate fiscali, la Francia il 24%, il Regno Unito il 21% e l’Italia il 19%.
Con le nuove misure invece se un imprenditore in difficoltà deciderà di pagare i suoi dipendenti invece di versare le tasse, andrà in galera (fino a 5 anni). Se l’agenzia delle entrate riterrà un imprenditore evasore, potrà confiscargli l’azienda, così da un giorno all’altro.
Insomma prendersela con il piccolo imprenditore che spesso deve decidere se versare l’iva oppure pagare lo stipendio ai dipendenti, addossandogli pure metaforicamente il marchio di evasore, non solo è sbagliato ma anche profondamente ingiusto.