Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e il Presidente della Regione
Marche, Francesco Acquaroli, salgono sul palco allestito all’interno di Fenix per una “intervista stellare”.
Si parla di storia, di politica, di storia politica. Si parla di risultati conquistati e di traguardi da raggiungere. Si parla di Italia e si parla di Europa. Si parla, prima di tutto, di giovani.
Il Presidente Marsilio, ripercorrendo i suoi primi anni di militanza, racconta come “Quando
iniziai io era proprio controcorrente fare politica, la politica era sinonimo di corruzione, gestione di potere, e anche una cosa molto pericolosa. Gli anni di piombo erano stati superati, ma c’è voluto anche il coraggio fisico, ce ne vuole anche oggi, purtroppo, in determinati luoghi, per garantirci la libertà di parola”.
Una libertà di cui spesso non può godere la destra: “Abbiamo sempre ascoltato le idee di tutti, le più lontane dalle nostre e al massimo è volato un fischio. Invece la violenza l’abbiamo conosciuta e subita altrove”. E aggiunge: “Ho 55 anni e alle Feste dell’Unità non mi ha mai invitato nessuno, alle feste che ho organizzato io sono venuti Rutelli, Veltroni, Bertinotti, Violante, Berlinguer, tutti, perché noi non abbiamo mai avuto paura di confrontarci con nessuno”.
Nel corso dell’intervista, si parla anche della ‘giovane’ che più di tutti, oggi, non è un esempio solo per una certa forza politica, ma per una Nazione intera: Giorgia Meloni.
Marsilio ricorda: “Che Giorgia Meloni avesse gli attributi per guidare la nazione lo sapevo,
altrimenti non avrei spaccato un partito, preteso che partecipasse alle primarie, che poi vennero annullate, per guidare il Popolo della Libertà, questo volevamo fare, affidare a Giorgia la guida di quel grande progetto, non ce l’hanno fatto fare, ci abbiamo messo dieci anni in più, e oggi Giorgia Meloni sta lì. Se non è qui è perché sta a Bruxelles, a indirizzare l’Europa intera”.
Il Presidente Acquaroli conferma: “Tutti noi eravamo certi che Meloni avrebbe guidato il paese, eravamo certi delle sue capacità: una persona capace che ha dimostrato di essere sempre all’altezza con umiltà delle sfide”. E conclude, ricordando la prossima grande sfida: “Ora dobbiamo essere protagonisti anche in un palcoscenico europeo, dove si gioca una partita fondamentale per l’Italia e i nostri territori, che deve scegliere quale modello di Europa noi vogliamo. Tante difficoltà sono frutto di un’Europa che ha scelto male e a volte contro, troppo burocratica che costringe i nostri settori ad arrancare”.