Iran, proteste in tutto il paese. 200 morti, Conte e Di Maio non pervenuti.

L’Iran brucia e per il regime khomeinista è un ritorno di fiamma. Nella repressione sanguinosa della rivolta antisistema in Iraq, hanno svolto finora un ruolo di primo piano le milizie sciite sostenute dai pasdaran di Teheran, al comando del generale Qasem Soleimani. Ma la reazione rabbiosa degli iracheni verso le ingerenze della Repubblica islamista negli affari interni del proprio paese, ha ridato coraggio agli stessi iraniani, che stanno sfidando nuovamente la dittatura fondamentalista al potere da 40 anni.

L’incauto aumento del costo del carburante deliberato il 14 novembre dal governo del “moderato” Rouhani, ha dato la stura a una nuova Onda Verde di proteste che si è estesa rapidamente in tutto il paese. A Teheran, Isfahan, Shiraz, Tabriz e in altre località, la popolazione ha invaso le strade perché non vuole essere più ingannata dal regime khomeinista, ormai privo del benché minimo residuo di legittimità.

Gli iraniani non credono infatti che la grave crisi economica, caratterizzata da altissimi tassi d’inflazione e di disoccupazione, sia dovuta alle sanzioni del “grande satana” americano. Sono ben consapevoli che le cause dell’impoverimento generale vanno ricercate nelle guerre imposte dalla “guida suprema”, Ali Khamenei, e dai pasdaran, per assecondare le ambizioni di conquista del regime khomeinista.
Siria, Yemen, le acque del Golfo e il sostegno a milizie islamiste organizzate in partiti politici, come in Iraq, Libano (Hezbollah) e Gaza (Hamas): l’aumento del costo della benzina sarebbe servito a finanziare il prosieguo dello sforzo bellico, programma nucleare e missilistico compreso, finalizzato alla conquista dell’egemonia sull’intero Medio Oriente.

[…] Di Maio si lascerà condizionare da una diplomazia che si conferma favorevolmente orientata verso il regime khomeinista? Perché resta in silenzio, insieme al premier Conte, di fronte alle violenze perpetrate da Khamenei e Soleimani, contrariamente alle forti critiche che aveva invece diretto a Erdogan per l’invasione anti-curda del nord della Siria? Questioni interne al mondo dei 5 Stelle che chiamano in causa la “politica estera” personale di Beppe Grillo? Resta indimenticata un’intervista del fondatore del Movimento al Corriere della Sera datata 25 giugno 2012, in cui elogiava l’Iran, dove “la donna […] è al centro della famiglia”. Si riferiva con ogni probabilità solo alla sua consorte.

Gli italiani aspettano dal governo una risposta, mentre il popolo iraniano un aiuto concreto.

Leggi l’articolo integrale su La Nuova Bussola Quotidiana.

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Souad Sbai
Souad Sbai
Giornalista, scrittrice, Presidente del Centro Studi "Averroè"

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