Israele reagirà all’offensiva iraniana: quale futuro attende la polveriera mediorientale?

Dopo gli attacchi iraniani di sabato scorso, lo Stato ebraico si è deciso a reagire contro Teheran: il governo di Benjamin Netanyahu ha quindi deciso di controbattere dopo svariate riunioni con le forze armate e con la propria coalizione politica.

Gli Stati uniti d’America presumono che, al fine di evitare un’escalation che porterebbe Israele all’interno di un circolo caotico, colpendo direttamente centri nevralgici iraniani, lo Stato ebraico cercherà di abbattere gli alleati di Teheran nelle limitrofe terre arabe: è il caso dei miliziani di Hezbollah in Libano e delle altre milizie siriane.

Quella che però assomiglia ad una precauzione, in realtà, è comunque un rischio non indifferente: il problema è che attaccando altri stati per debellare alcune minacce anti-israeliane sul territorio mediorientale, vengano colpiti erroneamente anche obiettivi che nulla hanno a che vedere con l’attuale conflitto. Questa ultima eventualità, potrebbe creare  non pochi problemi dal punto di vista bellico e diplomatico.

Il Ministro della difesa italiana, Guido Crosetto, ha decretato che l’offensiva iraniana sul territorio israeliano non abbia sortito l’effetto desiderato, anche in virtù delle precauzioni militari adottate da Israele: queste sono  estremamente innovative e quindi ampiamente efficaci, per il respingimento di attacchi missilistici ed UAV come nel caso precedente.

Crosetto ha chiarito che l’attacco iraniano, avrebbe avuto effetti disastrosi se lo scenario fosse stato diverso, soprattutto tenendo conto delle differenti dinamiche geopolitiche attuali a livello continentale e non solo. Il Ministro si è poi augurato che la reazione di Israele tenga conto degli eventuali rischi, mentre  sull’ONU ha precisato che a causa dei troppi veti, sia ora necessario ricostruire la credibilità di un apparato che nel corso del tempo ha evidentemente perso una parte delle sue fondamentali funzionalità.

Tuttavia, anche l’aiuto di Giordania, Gran Bretagna e Stati Uniti d’America ha giocato un ruolo fondamentale nella prevenzione di eventuali danneggiamenti su larga scala.

Nel frattempo l’Iran, per paura di forti ritorsioni da parte dello stato Israeliano, ha deciso di chiudere momentaneamente i propri impianti nucleari: di fatto persino L’AIEA è piuttosto preoccupata di un possibile disastro nucleare, Lo stato d’allerta è stato  testimoniato anche dalle perplessità del Vicario della suddetta agenzia, Rafael Grossi, il quale negli ultimi tempi ha anche espresso le sue forti preoccupazioni, anche per quanto accaduto nella località di Zaporizhzhia a causa dell’attacco che avrebbe coinvolto proprio la centrale nucleare ucraina, ora sotto il controllo dell’esercito russo.

Un’altra ragione per cui l’attacco di Teheran sarebbe stato sventato, è da ricercare nel preventivo annuncio del Governo iraniano, forse in cerca di una spettacolarizzazione del conflitto, in grado di solidificare la fiducia del popolo nei confronti del regime teocratico vigente.

Questo errore potrebbe però coinvolgere apertamente l’Iran nel conflitto mediorientale, allertando tutto il resto dei paesi arabi sulle attuali questioni: ormai qualsiasi inserimento nella questione israeliana rischia di dare adito ad una possibile e tragica escalation, che potrebbe coinvolgere un intero continente, rendendo impossibile la mediazione agli apparati diplomatici, che questi siano o meno occidentali.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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