Come ribadito più volte dal Governo e dallo stesso Presidente del Consiglio il sostegno dell’Italia alla causa ucraina è fermo e indiscusso.
Recentemente, sembra che il Financial Times abbia proposto un articolo proprio sul sostegno all’Ucraina, riportando una dichiarazione di un consigliere del ministero della Difesa ucraino, secondo il quale “Non tutte le armi che sono state consegnate all’Ucraina sono in buone condizioni”, facendo riferimento anche ad alcuni armamenti inviati dall’Italia.
In particolare, si tratterebbe di 20 cannoni semoventi, M109L, inviati da Roma a Kiev e che sembrerebbero non utilizzabili.
Occorre precisare che l’accordo con Kiev per la fornitura di questa attrezzatura militare risale alla scorsa estate e che secondo questo accordo tali cannoni avrebbero dovuto essere revisionati dagli Stati Uniti, proprio perché tali armi avrebbero dovuto essere modificate così da essere al passo dei progressi tecnologici.
Il Ministero della Difesa italiano ha precisato che su richiesta dell’Ucraina, tra i vari aiuti, sono anche stati donati mezzi che erano stati dismessi dalle Forze armate italiane da molti anni e mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà. I mezzi sono stati richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa. Sull’esito della rimessa in efficienza il ministero della Difesa italiano non è stato aggiornato, trattandosi solo di mezzi classificati come di non conveniente riparazione.
Inoltre, va ricordato che, anche secondo Newsweek, l’Italia non sarebbe l’unico Paese ad aver consegnato a Kiev dei mezzi militari non proprio di ultimissima generazione. Tra questi ci sono, ad esempio, Polonia, Canada e Portogallo, che avrebbero offerto carri armati Leopard, di fabbricazione tedesca, che “devono essere completamente smantellati e ricostruiti”.
In un contesto del genere va però ricordato che occorre pensare di più alla rapidità e alla quantità dei mezzi a disposizione, per cui potrebbe essere abbastanza prevedibile che non sempre l’aiuto militare offerto sia esattamente quello richiesto dalla parte ucraina. Ma l’importante è ad ogni modo continuare a sostenere il popolo ucraino, ovviamente cercando di perfezionare sempre di più tale sostegno, soprattutto sul fronte degli armamenti.
Appare pertanto piuttosto immotivato accusare l’Italia di una scarsa capacità di fornire adeguato supporto alla causa ucraina, quando è stato fatto uno sforzo economico di milioni di euro e, oltre alle armi oggetto di discussione, sono stati inviati altri equipaggiamenti militari assolutamente idonei. In aggiunta a ciò, occorre anche ricordare come il sostegno italiano è decisamente positivo, tanto che il governo di Giorgia Meloni viene riconosciuto, secondo quanto riportato dai media ucraini, come “ un convinto sostenitore dell’Ucraina”.
Infatti, va ricordato che il Governo Meloni si sta impegnando a 360 gradi per sostenere l’Ucraina e la sua ripresa, non solamente attraverso gli aiuti militari, ma anche nel suo percorso di adesione all’Unione Europea, così che la ricostruzione e il futuro di questo Paese possano realizzarsi all’interno della famiglia europea.
Tutto ciò viene confermato anche dalle recenti azioni italiane, tra cui si ricorda la recente Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina, tenutasi a Roma. In questa occasione il Presidente del Consiglio ha infatti riconosciuto il paese ucraino come un avamposto per la sicurezza del continente europeo, ribadendo che “Il modo più intelligente per ringraziare gli ucraini per quello che stanno facendo è accelerare la possibilità per loro di entrare a far parte delle istituzioni europee”.
Sempre negli stessi giorni, il primo Ministro dell’Ucraina, Denys Shmyhal ha incontrato anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha ribadito che come Italia: “Siamo e saremo a fianco del popolo ucraino. Continueremo a sostenere Kiev e a lavorare affinché possa tornare alla normalità. È essenziale che la diplomazia continui la sua incessante opera per il raggiungimento di una pace giusta”.
L’Italia quindi continua e continuerà ad essere al fianco dell’Ucraina, e il controverso episodio dei cannoni M109L non deve oscurare il lavoro fatto finora. Le dichiarazioni del Ministero della Difesa intendono pertanto portare alla luce la realtà dei fatti così da dirimere eventuali equivoci e prevenire sterili polemiche, perché il sostegno all’Ucraina da parte del nostro Paese non è e non deve essere messo in discussione.