La Cirinnà e il Temporeggiatore. A sinistra la storia dell’antica Roma è un punto dolente.

Dopo l’infelice richiamo di Enrico Letta alle presunte origini non romane dell’imperatore Claudio è la volta di Monica Cirinnà.

Il siparietto é tragicomico: ospite della Gruber ad otto e mezzo, l’ottima Cirinnà tesse le lodi del presidente Zingaretti, equiparandolo “all’imperatore romano detto il Temporeggiatore”, con commento a latere di Massimo Giletti sulle presunte doti di grande imperatore del suddetto temporeggiare e la chiosa della stessa Cirinnà “bravi bravi vedo che avete studiato”.

Il richiamo starebbe a sottolineare l’attendismo politico e la pazienza del suo leader, che lo condurrebbe a “non sbagliare mai una mossa”.

Peccato, carissima Cirinnà, che Quinto Fabio Massimo, detto il temporeggiatore, é stato generale, console, dictator, ma mai e poi mai avrebbe potuto essere imperatore, considerato che é vissuto ed ha compiuto le sue gesta militari in epoca repubblicana, circa 200 anni prima che Ottaviano Augusto venisse proclamato primo imperatore di Roma.

E viene spontaneo chiedersi perché ci si avventuri su terreni di cui si sa poco o nulla.

E come nella vicenda di Letta, che sbagliando il riferimento storico rispetto alle origini di Claudio, tentava di decantare un asserito quanto inesistente globalismo “accoglione” di epoca imperiale, la Monica Cirinnà toppa nel merito e nel metodo: mette la toga imperiale ad un generale, lo appiccica addosso al ben più sbiadito Zingaretti e gli attribuisce qualità che ad avviso dei più pare non possedere affatto.

La valutazione: fuori tema, marchiani errori sui riferimenti temporali, stile incerto e inadeguato. Voto 2.

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