La classica e sterile polemica sulle Fosse Ardeatine

La sinistra analizza punto per punto le parole di Meloni, ma dimentica altre ricorrenze. Un rapporto molto strano con la storia

Eccoli, di nuovo, i detentori della verità assoluta, indiscutibile. Quelli che chiedono interrogazioni parlamentari e fanno esposti in Procura quando c’è una virgola fuori posto. Sono tornati all’attacco sulle Fosse Ardeatine. Gli ultimi giorni, del resto, sono stati difficili sotto il profilo identitario. Le parole di Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene hanno messo sul tavolo una realtà storica che ha dato fastidio alla sinistra: Prodi ha strattonato una giornalista senza essere accusato di sessismo, Bertinotti ha detto in tv che avrebbe lanciato un oggetto contundente contro la premier, la spedizione a Ventotene è fallita, l’isola era deserta, grandinava e il campo largo si è diviso persino sulla partecipazione alla scampagnata. Bisognava reagire, ed ecco dunque il pretesto: Giorgia Meloni non ha detto quello che secondo la sinistra è giusto. Sacrilegio.

Meloni: “Pagina dolorosa della storia nazionale”

Per completezza, riportiamo in toto le sue parole sulla ricorrenza: “Ciò che è accaduto il 24 marzo di ottantun’anni fa rappresenta una delle ferite più laceranti inferte a Roma e all’Italia intera. L’eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dalle truppe naziste di occupazione come azione di rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella, è una delle pagine più dolorose della storia nazionale ed è compito primario delle Istituzioni, ad ogni livello, raccontare quello che è accaduto e trasmettere in particolare alle giovani generazioni la memoria di quei fatti. In questa giornata, rendiamo omaggio alle 335 vittime di quell’indicibile massacro e rinnoviamo l’impegno per custodire e proteggere i valori di libertà e democrazia su cui si fonda la nostra Repubblica”. L’ira sinistra si è abbattuta anche sul presidente del Senato, Ignazio La Russa, colpevole di aver reso un “deferente omaggio” alle vittime del “massacro nazista”.

L’ira di dem e partigiani

Sacrilegio! Per la sinistra, che si unisce solo quando bisogna attaccare la destra, mancava la parolina magica: ‘fascista’. Tra i primi a sottolinearlo è stato Sandro Ruotolo, europarlamentare dem: “Onoriamo la memoria dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine, trucidati perché antifascisti, resistenti, oppositori politici, ebrei. Difendiamo la Storia per quello che è stata, contro ogni tentativo di riscriverla manipolandola. La strage nazifascista delle Fosse Ardeatine non si sarebbe compiuta senza l’aiuto dei volenterosi carnefici italiani collaboratori del regime mussoliniano e criminali di guerra. Il Partito democratico continuerà a opporsi a qualsiasi tentativo di demolire la Storia e la memoria, manipolando la realtà, parte del progetto politico della Destra che prova a distruggere il pensiero europeista togliendo le parole dal contesto e insultando l’eredità di Altiero Spinelli e Ventotene”.

Scosso anche Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi: “Ho letto le dichiarazioni del presidente del Senato e della presidente del Consiglio. La Russa parla di ‘massacro nazista’. Meloni di ‘eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dalle truppe naziste di occupazione’. Non una parola sulla attiva collaborazione e responsabilità dei fascisti come il questore Caruso. Parole indegne per altissime cariche della Repubblica nata dalla Resistenza. Vorrebbero riscrivere la storia nascondendo i crimini del fascismo. Non ci riusciranno”.

I commilitoni della grammatica italiana prestano attenzione alle virgole. Loro, che il più delle volte dimenticano giornate come il 10 febbraio, Giorno del Ricordo. Il controsenso di una sinistra che ha un rapporto strano, ma veramente strano con la storia.

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