La confusione di Visco

Visco ci ripensa! il Mes adesso non comporta più enormi rischi e appena una settimana dopo le iniziali dichiarazioni del novembre scorso, in cui metteva in guardia da immani pericoli, in audizione davanti alle commissioni Bilancio e Politiche Ue della Camera, il governatore della banca d’Italia difende il testo elaborato a Bruxelles, definendo la proposta di riforma “un passo nella giusta direzione”!

E come c’era da immaginarsi quelli di NextQuotidiano non perdono occasione per attaccare Giorgia Meloni: “Banca d’Italia seppellisce le fregnacce di Salvini e Meloni su Mes” titolano trionfali, riportando le domande e risposte pubblicate proprio in questi giorni sul sito di Banca d’Italia sul Meccanismo Europeo di stabilità, dove sostanzialmente si vuole “rassicurare” sul fatto che la riforma non preveda un meccanismo automatico di ristrutturazione dei debiti sovrani e che quindi non comporti il rischio di un coinvolgimento del settore privato, con problemi annessi ai risparmiatori.
Ma in verità la ristrutturazione del debito seppur non automatica c’è, eccome! E non a caso ci sono delle apposite clausole a disciplinarlo.

Visco evita inoltre di dire che il Mes diventerà una specie di super-Commissione, che dovrebbe decidere qual è il livello di sicurezza dei debiti degli Stati: secondo il nuovo articolo 12 è infatti questo organismo e non la Commissione che deciderà sulla credibilità della nostra capacità di rimborso e quindi su una eventuale necessità di ristrutturazione del debito come condizione pregiudiziale. In poche parole saremmo messi nelle mani di un gruppo di tecnocrati che decideranno tutto ciò che riguarda la nostra politica economica. E lo faranno protetti da uno scudo penale.

Chissà cosa ha fatto cambiare idea a Visco in così poco tempo.
Del resto una certa volubilità sembra essere un tratto ricorrente di Banca d’Italia. Appena qualche anno fa lo stesso Visco, trovandosi a gestire la crisi di Banca Etruria caldeggiava l’aggregazione dell’istituto aretino con la Popolare di Vicenza, considerata da Banca d’Italia un partner di elevato standing: tempo 6 mesi ed il partner di elevato standing era saltato in aria.

Per Banca d’italia, nel 2016 anche il fondo Atlante era una “risposta alle turbolenze di mercato”, un ottimo ammortizzatore per le banche in difficoltà… peccato però che il fondo Atlante costituito nell’aprile del 2016 per volere del governo italiano, con l’obiettivo di creare un veicolo pronto a intervenire in soccorso delle banche in difficoltà,non abbia retto neppure al tentativo di salvare le prime due, quelle venete; e in appena un anno il fondo Atlante si ritrovò quasi interamente prosciugato delle sue risorse.

Il problema è che qui non si parla di banche ma di Italia e non vorremo doverci ricordare per l’ennesima volta delle “ultime parole famose di Visco!”

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Letizia Giorgianni
Letizia Giorgianni
O te ne stai in un angolo a compiangerti per quello che ti accade o ti rimbocchi le maniche, con la convinzione che il destino non sia scritto. Per il resto faccio cose, vedo gente e combatto contro ingiustizie e banche. Se vuoi segnalarmi qualcosa scrivimi a info@letiziagiorgianni.it

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