Passano i decenni, ma non passa la voglia di evasione che i “figli dei fiori” portarono tra noi una quarantina di anni fa. Furono i primi sballi, con marijuana e hashish che andavano come i fumaioli del Titanic, ma anche roba ben più strong, come gli allucinogeni, vedi LSD, di gran moda negli anni ’60 e ’70, divenuto in seguito e per fortuna di nicchia, con pochi folli ancora a utilizzarlo, affascinati da allucinazioni che a qualcuno sono costate la vita.
Ora sembra proprio che questa voglia di estraniarsi dalla realtà, di ritrovarsi su un “piano diverso” non necessariamente superiore, stia tornando di moda, insieme alla cucina vegana e macrobiotica, al feng shui, alle vacanze nei conventi di clausura, alle tisane usate anche per brindare a Capodanno. Perciò ecco arrivare tra noi l’ayahuasca, in lingua quechua “liana degli spiriti” o “liana dei morti”, più nota forse come Yage, un infuso psichedelico a base di diverse piante amazzoniche con il duplice effetto allucinogeno e purgante. Uno strambo connubio, che per alcuni significa disintossicare spirito e corpo. Ma se gli infusi di zenzero e curcuma, citronella, aglio e centifoglia fanno un gran bene alla salute, ben diverso è l discorso che riguarda l’ayahuasca.
Nel tempo, questa bevanda che era a tutto appannaggio dello sciamanesimo amazzonico dove era utilizzata per espandere la conoscenza, negli anni novanta divenne nota grazie al mondo accademico che prese a studiarne le eventuali potenzialità terapeutiche. A detta di molti studiosi e di parecchi progetti di ricerca portati avanti con l’utilizzo dell’infuso, pare che l’ayahuasca abbia la particolarità di aiutare soggetti affetti da abuso di sostanza a vincere la loro dipendenza. Pare, perché alla fine i pareri restano discordanti e non è ancora stata scritta una parola per fugare i dubbi che non sono pochi. Così, in alcuni stati come la Francia l’ayahuasca viene vietata in tutte le sue forme, in altri il decotto di ayahuasca è diventato esplicitamente legale per usi religiosi come in Brasile dal 1986.
In Italia, la DMT – l’ayahuasca o bevande simili, basate sul complesso armina-DMT – è inserita in tabella 1 dell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope, tuttavia la bevanda denominata Ayahuasca non può essere classificata come una droga. Le piante naturali che la compongono anche se contengono naturalmente del DMT non sono incluse in alcun elenco di sostanze vietate. Ciononostante, viene considerata dalle Forze dell’Ordine e dagli addetti ai lavori, come un pericoloso stupefacente. Così ecco che se da una parte l’ayahuasca viene considerata come un infuso non perseguibile, dall’altra si arriva al suo sequestro ogni volta che viene rintracciata, come ad esempio nei giorni scorsi, quando gli uomini dei carabinieri ne hanno sequestrata una discreta quantità in un appartamento di Fiuggi – hai visto mai abbia anche un uso termale! – già pronta ad essere immessa sul mercato sotto forma di capsule.
E torniamo però agli effetti di questa sostanza che non sono chiari a noi ma – peggio – non sono chiari a chi se ne occupa come esperto. Per esempio, se da un lato cancella lo stress, dall’altro spinge al suicidio. E si registrano anche le prime vittime italiane. Un 41enne di Bergamo, dopo avere partecipato a un festino dove si è fatto grande uso di questo allucinogeno, si è gettato dal decimo piano di un hotel di Brasilia. Era convinto di saper volare. Così come Emiliano e Denis, 28 e 29 anni, morti in piena Amazzonia a causa delle allucinazioni e delle azioni compiute subito dopo, ancora da chiarire. In Francia, Sophie, 18enne, si è lanciata dalla finestra del suo albergo a Parigi dopo un rito sciamanico.
Va da sé che la commercializzazione di questa sostanza appare grandemente pericolosa soprattutto per giovani, e si richiama all’attenzione del Ministero della Salute l’inserire l’ayahuasca tra le droghe vietate, così come in Francia, il tutto prima che quest’ennesima piaga si faccia spazio.
La voce di chi nn sà quello che dice..
Io dire più che altro La Voce del Pulotto.