La fine di De Luca(Shenko)

La Consulta ha giudicato incostituzionale la legge della Regione Campania che puntava a consentire al presidente della Giunta regionale uscente, il noto e discutibile Governatore Vincenzo De Luca che ha già all’attivo due mandati consecutivi, di candidarsi per un terzo mandato. L’articolo 1 della legge regionale campana, ha osservato la Corte Costituzionale, dopo avere previsto che non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi, ha tuttavia stabilito che, ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge. Proprio con quest’ultimo aspetto della legge, ha continuato la Corte Costituzionale nella sentenza, la Regione Campania ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo, posto dallo Stato con la legge n. 165 del 2004, violando così l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica. Il divieto del terzo mandato consecutivo, conclude la Consulta, opera, infatti, per tutte le Regioni ordinarie, dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale.

Il linguaggio è burocratico e tecnico, d’altra parte una sentenza della Corte Costituzionale non potrebbe che presentarsi così, ma emerge in ogni caso una verità più che comprensibile. Vincenzo De Luca ha provato a farsi una legge a proprio uso e consumo, tentando di forzare la legislazione della Repubblica italiana e dimostrando un attaccamento al potere per il potere. Certo, il Governatore del Partito Democratico è sempre stato eletto e rieletto in maniera regolare e democratica, ci mancherebbe, però egli ha dato e dà mostra di considerare la Regione Campania come una cosa sua, che quasi gli spetta per diritto divino. Un po’ come Luigi XIV, Re di Francia, che diceva “lo Stato sono io”, De Luca pensa in cuor suo di essere la Campania.

Oppure, un po’ come il contemporaneo dittatore bielorusso Alexander Lukashenko, e a tal proposito, ci siamo permessi di giocare con il cognome del presidente campano che si avvicina in parte a quello dell’autocrate di Minsk. Il Governatore piddino si è circondato solo di fedelissimi silenti e infatti, il verbo della Giunta è sempre stato soltanto il suo, sbandierato nelle ormai conosciute dirette televisive e social, mentre i vari assessori dell’amministrazione regionale rimangono evanescenti.

Durante il Covid il ras campano godeva come e più di Roberto Speranza nel criminalizzare con mentalità autoritaria quei tapini, ben pochi per la verità, che osavano fare una passeggiata, in completa solitudine peraltro. Vincenzo De Luca ha posto frequentemente la propria Regione in conflitto con Roma perché lui è il migliore dell’universo, (la comicità esaspera situazioni e comportamenti per natura, ma l’imitazione di Maurizio Crozza è vicinissima al personaggio reale), quindi, non ha bisogno di leggi e disposizioni provenienti dal governo nazionale. Lo scontro più duro, ed assai sgradevole, si è consumato con il Governo Meloni, un esecutivo, secondo il “pacato” presidente campano, composto da imbecilli e guidato da una premier stronza. Sarà pure stato eletto, De Luca, secondo tutti i crismi del pluralismo politico, ma ha sempre incarnato un certo disprezzo per le regole e per il rispetto dei ruoli. Se lo stesso atteggiamento avesse caratterizzato, per esempio, un qualsivoglia Governatore di centrodestra, le anime belle della sinistra avrebbero urlato al golpismo, al secessionismo e alla noncuranza verso le logiche della democrazia. E se qualcuno vicino a Giorgia Meloni avesse deriso una sentenza della Consulta, come il ras campano ha fatto pochi giorni fa, si sarebbe parlato, come minimo, di emergenza democratica.

Scrollarsi di dosso De Luca(shenko) potrà fare solo bene alla Campania, che merita di respirare un’aria nuova. Il centrodestra ha il dovere di giocare al meglio le proprie carte in vista delle prossime Regionali campane. Vincenzo De Luca, come ha stabilito la Corte Costituzionale, non potrà ricandidarsi, ma venderà cara la pelle, provando senza dubbio ad imporre un suo uomo come candidato Governatore del centrosinistra. Però, non tutti, nel cosiddetto campo largo, sono dell’idea di perpetuare ancora il dominio del presidente uscente, che ha insultato spesso e volentieri anche il PD romano di Elly Schlein. Del resto, lui è un gigante e tutti gli altri, compresi i suoi compagni di partito, sono una cloaca di mentecatti.

Perciò, il centrosinistra potrebbe presentarsi diviso fra una lista personale ispirata a De Luca da una parte e PD e M5S dall’altra. Il centrodestra potrebbe prevalere sulle divisioni degli avversari e dare alla Campania l’attesa opportunità di un cambiamento profondo.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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