La Germania svolta a destra: Meloni pronta a giocarsi la partita europea

Ieri, 23 febbraio 2025, la Germania ha scelto: Friedrich Merz e la CDU/CSU si prendono il 29,4% (provvisorio, 284 collegi su 299), l’AfD vola al 20%, Olaf Scholz e l’SPD si fermano al 16,5%.

È un risultato che cambia le carte in tavola: i tedeschi hanno detto basta a crisi e governi molli, e per l’Italia di Giorgia Meloni si apre una grande occasione. La destra europea è più forte, e noi possiamo sfruttare il momento.

I numeri tedeschi non mentono. Merz ha vinto con idee chiare: meno tasse, confini sotto controllo, pragmatismo al posto delle utopie. Con il 29,4% è primo, ma senza maggioranza assoluta: ora si parla di una coalizione con l’SPD (16,5%), perché i Verdi (12,7%) perdono colpi e l’FDP (4,9%) resta fuori. L’AfD, seconda forza al 20%, fa paura ai salotti buoni, ma piace a chi è stanco di recessione (-0,2% di PIL 2024) e insicurezza, soprattutto all’Est. L’84% di affluenza è un urlo: i tedeschi vogliono un cambio vero, e il “semaforo” progressista è morto e sepolto.

Per noi in Italia, questo è un colpaccio. Meloni guida un governo che da due anni punta su sicurezza e identità, proprio come Merz. La Germania che vira a destra è un alleato naturale: sui migranti, noi che ci battiamo nel Mediterraneo possiamo trovare in Merz uno che capisce la posta in gioco. Basta fare tutto da soli: un’Europa più dura sui confini è quello che ci serve. Certo, lui è rigido sui bilanci, e noi col debito al 141% abbiamo bisogno di spazio. Ma Giorgia sa come trattare: col PNRR ha portato a casa i risultati, e ora può fare lo stesso con Berlino.

L’Europa deve reagire. Con Trump appena insediato e l’Ucraina ancora in guerra, serve una Germania che non si perda nei litigi. Merz è filo-NATO e vuole un’UE solida, ma l’AfD al 20%, con le sue idee pro-Russia, è un ostacolo. La sinistra è ko: SPD e Verdi non convincono più. Meloni, invece, è in pista: sostiene Kiev, sta con gli USA, ma non si fa mettere i piedi in testa da Bruxelles. È una destra concreta, e ora può spingere per contare di più in Europa.

La Germania resta il motore dell’UE, anche se zoppica economicamente. Meloni ha la chance di far sentire Roma: un’Europa che protegge i cittadini e guarda anche al Sud, non solo ai conti. Ce la giochiamo adesso, e con Giorgia al volante, l’Italia non è solo un passeggero: è pronta a guidare.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi
Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.