Se qualcuno pensa ancora che non vi sia necessità di una seria riforma della Magistratura, sentite questa: si tratta di un’esperienza personale che cercherò di sintetizzare al massimo. Alla fine degli anni ’90 viene pubblicato nei Paesi anglosassoni un saggio politico dal titolo “La Ghigliottina Italiana”, scritto da Burnett e Mantovani, rispettivamente membro dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici Internazionali e giornalista italiano. Il saggio verte sulla storia di Mani Pulite, il Pool di magistrati che, con un’operazione arditissima e spregiudicata, infranse il sistema politico vigente fino a quel momento e meglio conosciuto come Prima Repubblica.
Non c’è bisogno di essere né sovranisti, né patrioti per capire che un argomento del genere fosse di stretta pertinenza per ognuno di noi italiani, indipendentemente dalle opinioni politiche: ciononostante, incredibilmente, ma non casualmente, questo testo non era mai stato pubblicato in Italia. Dopo averne letto la versione originale, decisi che si trattava di un lavoro talmente esplicativo ed appassionante da meritare di essere portato all’attenzione di tutti.
Lo tradussi e lo proposi ad una Casa Editrice indipendente che accettò di pubblicarlo: sarebbe dovuto uscire alla vigilia della pandemia, ma questa bloccò tutto o, almeno, così avevo pensato. Solo successivamente seppi che, su richiesta degli autori, la casa editrice anglosassone, dopo aver ceduto i diritti, si era rimangiato l’accordo adducendo discrepanze nella versione italiana (ad es. la mancata traduzione di indici pallosissimi e dell’intera monumentale bibliografia) tutte cose alle quali era possibile porre rimedio traducendo le parti mancanti, il che ero disposto a fare: avevo tuttavia trascurato un particolare: secondo gli inglesi, la prefazione del Prof. Marco Gervasoni era “non richiesta” e “superflua”, ma soprattutto, come appresi da una successiva intervista rilasciata ad un giornalista italiano che lavora negli USA, “sgradita”, essendo il prefatore un notorio “misogino” e “sovranista” e dunque indegno di apporre la firma su una prefazione peraltro impeccabile e giudicata tale anche da studiosi italiani.
Faccio presente che Marco Gervasoni è stato l’unico ad aver accettato di scriverla, laddove altri personaggi da me consultati, si erano tirati indietro con la scusa che si trattava di “roba vecchia”.
Concludendo, “La Ghigliottina Italiana” è ancora all’indice per noi italiani, bambini un po’ capricciosi che necessitano di essere portati per mano da qualcuno che ci dica cosa possiamo leggere e cosa no; da parte mia, posso assicurarvi che il saggio si legge come un romanzo: non solo svela i retroscena della storia di Mani Pulite, ma lo fa con un piglio narrativo appassionante virando dal genere poliziesco al giallo, dal dramma fantapolitico alla tragedia, fino a toccare gli aspetti farseschi che pure non mancarono a quella stagione: il tutto dettagliatamente documentato, al punto che ogni tentativo di attaccare il saggio sul piano legale con pretesti vari di calunnia e diffamazione, si infranse miseramente contro l’evidenza della verità.
Siamo ancora in stand-by, io, la Casa Editrice e Marco Gervasoni; ma quello che sta accadendo oggi nella Giustizia con la prospettiva del Referendum, non promette bene rispetto a una prossima soluzione del problema.