Wallstreetbets e Gamestop sono di fatto la manifestazione di una sorta di rivoluzione sociale e culturale dove il gregge prende coscienza e si ribella al lupo. Dove vacilla la concezione mengeriana di homo oeconomicus soggettivista e individualista. La presa di coscienza di classe da parte di una rete di pesci piccoli, di traders che trovano il modo di organizzarsi ed opporsi, anche solo simbolicamente ma efficacemente, perché lo short squeezing fa perdere un sacco di soldi allo strapotere degli hedge fund pilotati dai grandi poteri finanziari che manipolano e dirigono i mercati e i governi. Sì, lo so, per i geopolitòlogi neomarxianòidi sarebbe da sostenersi il contrario ed è tutto ciò che a loro basta dire e osservare. Per costoro il politico è ontologicamente e cronologicamente precedente all’economico e questo potrebbe essere financo condivisibile, se l’interesse e l’attività intellettuale non si limitassero e fermassero a questo, in una sorta di caposàldo del tipo: tutto ciò che è politico è reale, tutto ciò che è reale è politico, tutto il resto semplicemente non esiste e il politico giustifica il reale qualunque realtà codesto politico voglia creare e rappresentare. Dove per politico qui s’intenderebbe certamente lo short degli edge fund che penalizza un’azienda che ha un prodotto, un modo di produzione e una vision di mercato antiquati.
Financial Times: GameStop: flash mob vs Wall Street
Huffpost: Il caso GameStop. Un “flash mob” di piccoli risparmiatori travolge Wall Street
Investing: GameStop, bloccate le chat WallStreetBets che hanno colpito gli hedge fund ribassisti