La maggioranza trova una quadra sulla manovra finanziaria e la fa arrivare in Parlamento, con “grande compattezza e determinazione”.
Nessun emendamento, proprio per “procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio”, come dichiara Palazzo Chigi in una nota.
Parte dunque oggi -31 ottobre- l’iter per l’approvazione, dopo il fruttuoso incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri e vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, l’on. Lorenzo Cesa dell’Unione di Centro e l’on. Maurizio Lupi di Noi Moderati, nel corso del quale è stato sottolineato tra l’altro che la manovra finanziaria in questione è “improntata alla serietà e alla solidità dei conti pubblici”, e che nonostante il contesto difficile (acuito anche dal peso dei 150 miliardi sprecati per il Superbonus voluto da Conte) “riesce a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori”.
Nei 109 articoli presentati emergono alcuni aspetti rilevanti per l’economia del Paese. A partire dall’aliquota sulla cedolare secca, che per gli affitti brevi salirà dal 21 al 26 per cento, ma solo “in caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ciascun periodo d’imposta”. Nello specifico, il 26 percento riguarda la seconda casa messa in affitto fino a 30 giorni, mentre per la prima rimane il 21%.
Per quanto concerne i prodotti per la prima infanzia il prossimo anno l’aliquota sarà leggermente più alta rispetto all’attuale 5%, ma si fermerà al 10%, ristabilendo quanto era in vigore nell’era pre-Covid. Dunque nessun aumento esponenziale, ma una sorta di ritorno alla ‘normalità’, oltre il fatto che tale misura, nella stragrande maggioranza dei casi, era stata assorbita da aumenti di prezzo, di fatto non funzionando e quindi non agevolando le famiglie.
Sul fronte pensioni, torna a quota 103 la possibilità di pensione anticipata con 62 anni di età e 41 di contributi ma l’assegno sarà calcolato secondo le regole del sistema contributivo, secondo le norme in tema di pensioni contenute nel testo definitivo. Si allungano anche i tempi per le finestre di uscita: 7 mesi per i lavoratori privati e 9 mesi per i dipendenti pubblici. In ogni caso, si legge, l’assegno mensile riconosciuto non potrà essere maggiore di quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente.
La Legge di Bilancio così come nelle intenzioni del Governo Meloni conferma il più grande taglio delle tasse ai lavoratori degli ultimi decenni, la riforma delle aliquote Irpef, il rinnovo dei contratti della PA, lo stanziamento record dei fondi alla Sanità, bonus per famiglie con figli e forti incentivi per le imprese volti ad incoraggiare ancora di più il mercato del lavoro.
Le risorse, è vero, sono poche. Ma ciò che differenzia questa volta la manovra del Governo è il fatto di saperle usare bene, senza gli sprechi che spesso si sono avuti in passato.
Pragmatismo, razionalizzazione e realismo sono le parole chiave che hanno guidato l’esecutivo nella stesura della manovra, sempre e comunque con un occhio rivolto ai cittadini, al loro benessere e, soprattutto, all’interesse nazionale generale.