È piuttosto triste ma non sorprendente che, a parte Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, quasi nessuno abbia ricordato che oggi è nata la bandiera tricolore. Eppure il Pd poteva dire qualcosa, visto che il tricolore nacque nel 1797 su importazione francese. Battute a parte vi sono almeno tre buone ragioni per ricordare la sacralità della nostra bandiera.
La prima è che essa è un simbolo concreto. La patria cioè la nazione non è qualcosa di astratto, una idea, ma qualcosa di carnale e di concreto. E i colori della bandiera attivano in noi meccanismi neuronali che contribuiscono a farci sentire ciò che siamo
La seconda è che la bandiera nazionale rappresenta il futuro e lo rappresenterà sempre più. Per proiettarsi nell’avvenire occorre una identità ben precisa, soprattutto perché il tentativo di annichilire lo spazio nazionale si farà sempre più intenso. E non c’è ancora una comunità più vasta, più organica e più identitaria della nazione: non può esserlo certo un apparato tecno burocratico come la Ue .
L’ammaina bandiera Ue sotto l’Arco di Trionfo a Parigi qualche giorno fa chiude la partita. Una comunità che integra: a cominciare dai tanti immigrati regolari che amano la nostra bandiera.
La terza ragione è che oggi non si può essere conservatori se non nazionali, e quindi legati a ogni simbolo della nazione.
E il tricolore è Risorgimento più Repubblica, quest’ultima in logica conseguenza con il primo. Quindi il Tricolore è la Repubblica: la nazione è la Repubblica. Abbiamo molto rispetto per i piccoli circoli di nostalgici della monarchia, del cattolicesimo intransigente e legittimista, degli anti-Risorgimento e per gli evoliani che vorrebbero l’Impero germanico (molto meno per i neo borbonici, un fenomeno di cialtronismo mentale).
Ma in una destra moderna non credo abbiamo posto, come non può avere posto chiunque non si riconosca nel tricolore.
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