Migranti di tutto il mondo è ufficiale: venite in Italia, tanto qui non vi può cacciare via nessuno. In parole povere e riassumendo, è un po’ questo il messaggio del magistrato Armando Spataro, procuratore capo a Torino. Spataro in questi giorni ha parlato a ruota libera, illustrando chiaramente il suo pensiero in materia di immigrazione, di come si deve comportare l’Italia in proposito, e cosa possono, anzi devono, rischiare i cittadini se non addivengono a certi parametri da lui individuati all’interno delle nostre leggi.
Esordisce Armando Spataro durante l’incontro per le linee guida e il nuovo modus operandi per rispondere all’incremento dei crimini di odio etcnico-religioso frutto di discriminazione: “Nessuno può vietare a un barcone di attraccare. E specifica: “La convenzione di Ginevra del 1951 prevede il diritto al non respingimento: chi chiede asilo ha diritto che la sua posizione venga vagliata con serietà. Dunque, se per ipotesi un barcone arrivasse ai Murazzi bisognerebbe verificare chi è a bordo, da dove arriva, cosa chiede. Non si può respingere tout court un immigrato che chiede ospitalità e asilo”.
In ogni caso, il procuratore Spataro prevede una corsia preferenziale per i reati che possano essere appunto ricondotti alla discriminazione che nasce da odio etinico, nazionale, razziale o religioso. Allo scopo, verrà istituito un pool di magistrati dedicati, che si applicheranno con particolare e celere solerzia, nonché con priorità, a fascicoli che trattano i reati di cui sopra e che, sempre come affermato, “eviteranno di richiedere l’archiviazione per particolare tenuità del fatto”. Che si mettano perciò l’anima in pace i cittadini vittime di reati d’altro genere, magari sempre non gravi: alla luce dei fatti se prima nessuno si affannava per occuparsi di loro, oggi la possibilità si ottenere indagini o risposte si riduce, visto che i magistrati hanno altre priorità.
Tanto per essere chiari, e perché nessuno possa fraintendere a chi Spataro si riferisce quando parla di certi “crimini d’odio”, nei primi paragrafi del documento viene specificato che “aggressioni, minacce, ingiurie, affissioni di volgari e intollerabili manifesti, o scritte dello stesso contenuto rinvenute su immobili pubblici”(con un richiamo a fatti che hanno ultimamente coinvolto ForzaNuova) sono i reati “lievi” a cui ci si riferisce e che, secondo queste novità, non verranno più trattati con leggerezza. Anzi, ci si dovrà applicare con tutte le risorse possibili per arrivare a individuare gli eventuali responsabili di certi gesti, anche quando per la loro stessa natura sia abbastanza complesso risalire agli autori. Perciò le forze di polizia si dovranno attrezzare per fornire agli stranieri che dovessero denunciare reati contro di loro, anche quelli che prevedano pene abbondantemente sotto ai cinque anni, un apposito stampato redatto nelle lingue più diffuse al mondo così che anche chi non parla o capisce l’italiano, sia agevolato a scoprire quali siano i suoi diritti, l’assistenza e la protezione di cui deve godere.
E se fino ad ora non è abbastanza chiaro come il giudice Spataro “legge” i problemi riguardo all’immigrazione, si prendono in esame anche i ricorsi di chi si è visto respingere la richiesta di asilo. Spiega Michela Tamagnone, presidente della IX sezione civile che si occupa appunto di questi ricorsi, che le cause per cui il diritto d’asilo viene respinto vanno di volta in volta analizzate singolarmente, perché ogni persona ha una storia diversa. Quindi bisogna prendere in esame le storie personali, il paese di provenienza e all’interno di esso anche la zona, per accertare se sussistano o meno i presupposti per la protezione internazionale. Così, la dottoressa Tamagnone non lo dice, ma è facile desumerlo, si potrà aumentare grandemente quel quasi 25% di ricorsi che oggi vengono accolti dopo che la richiesta di asilo è stata respinta dalla commissione territoriale. Perché sia chiaro, dove non è arrivata la sinistra, sperano di farci arrivare certi signori magistrati. Ai quali non ci resta che domandare se, secondo la loro illuminata visione,
queste direttive potranno poi funzionare ancora quando circa 800 milioni di Africani si saranno riversati sulle nostre spiagge, ognuno di loro con la sua etnia, la sua religione, la sua regione d’appartenenza e la sua storia personale…