Nemmeno durante questa lunga crisi i gestori di servizi pubblici essenziali, o almeno alcuni tra loro, mettono un freno agli atteggiamenti aggressivi nei confronti degli utenti e alla propria ingordigia. E anche questa volta ci pensa Fratelli d’Italia a tutelare famiglie, imprese, consumatori tutti, dopo aver presentato e fatto approvare, nella scorsa legge di bilancio, l’ormai nota norma sulle cosiddette bollette pazze.
Ma veniamo ai fatti. Siamo in periodo di crisi, e lo sappiamo tutti. Così come sappiamo che la crisi sanitaria si sta accompagnando a una drammatica crisi economica, che coinvolge migliaia e migliaia di famiglie e imprese, per effetto dell’interruzione o della riduzione delle attività lavorative di interi settori commerciali e produttivi. In questo contesto si sono moltiplicati gli appelli, a partire da quello del Capo dello Stato, volti a sollecitare collaborazione e solidarietà tra gli italiani, per alleviare i patimenti di chi è più in difficoltà e per cercare una via d’uscita più rapida e più indolore possibile da questa drammatica situazione. Appelli da molte parti accolti, dalle grandi imprese alle più piccole, ai cittadini che, anche stavolta, hanno mostrato la grande solidarietà di cui è capace il nostro popolo.
Ebbene, in un contesto come questo che tutti conosciamo bene, sembra che alcune aziende erogatrici di servizi pubblici facciano orecchie da mercante e continuino a comportarsi come se nulla stia accadendo. In che modo?
Semplicemente, recapitando bollette, con richieste di conguagli, per la fruizione di servizi pubblici essenziali! Sono già diverse le segnalazioni delle associazioni di tutela dei consumatori che hanno denunciato queste odiose prassi, una per tutte l’U.Di.Con. in merito alle bollette di Acea Ato2.
Bollette legate a consumi di mesi se non addirittura di anni passati, per i quali si chiede ora il pagamento. In un momento in cui, alla difficoltà economica, si legano le oggettive difficoltà degli utenti nel far valere i propri diritti. Non è cosa di poco conto perché di bollette alterate, legate a consumi non effettuati o con servizi non richiesti, ne abbiamo viste a sufficienza. In tal senso, la già ricordata battaglia di Fratelli d’Italia sulle bollette pazze ne è la testimonianza.
E a proposito dei diritti degli utenti, ci sono almeno due aspetti che vanno presi in considerazione. In primis l’impossibilità oggettiva, in questa fase, di verificare la correttezza degli importi addebitati in bolletta. In secondo luogo, la quasi totale impossibilità di poter ricorrere ai consueti strumenti di tutela che la legge mette a disposizione dei cittadini, quali reclami, procedure di contestazione, eventuali ricorsi alle autorità garanti o alle autorità giudiziarie, difficilmente esperibili per le oggettive difficoltà in cui versano molte famiglie e molte imprese destinatarie di bollette di conguaglio. Una compressione dei diritti degli utenti non trascurabile, della quale non si può non tenere conto e della quale il Governo deve farsi carico.
Il tutto, tra l’altro, in presenza di una babele normativa tra le ordinarie leggi e i provvedimenti legati all’emergenza della quale siamo tutti involontarie vittime. Dal giorno dell’emanazione del primo decreto sulle zone rosse, in preda a evidente bulimia normativa, il Governo ha prodotto oltre duecento atti per far fronte alla crisi. In questo contesto particolarmente confuso è quasi impossibile capire quali siano, ad oggi, le norme che regolano le bollette di servizi pubblici essenziali, quali siano le sospensioni attive, per quanto tempo, chi ne ha diritto. Con la conseguenza che magari una bolletta per la quale è richiesto il pagamento risulti invece tra quelle per le quali il Governo ha previsto sospensioni o provvedimenti analoghi. Un caos, financo poco organizzato, in cui probabilmente nemmeno gli stessi membri del Governo sanno realmente quali siano le norme da applicare. Figurarsi quindi se gli utenti possono districarsi in questa giungla per poter far valere i propri diritti.
In questo contesto, tra l’arroganza di alcune aziende erogatrici di servizi pubblici e il silenzio del Governo e della maggioranza, ancora una volta si alza la voce di Fratelli d’Italia a tutela delle famiglie e delle imprese.
Il partito di Giorgia Meloni ha infatti presentato, a prima firma del senatore Fazzolari, un‘interrogazione al Ministro dello sviluppo economico per chiedere lumi sulla vicenda. Un’interrogazione a risposta scritta, alla quale si spera il Ministro voglia rispondere celermente, ma soprattutto alla quale voglia dar seguito, così come chiesto dalle associazioni di tutela dei consumatori e dagli italiani tutti. Un’interrogazione in cui si chiede, senza giri di parole, se il Ministro non ritenga opportuno disporre la sospensione delle bollette di conguaglio per il periodo dell’emergenza epidemiologica e per la durata delle norme ad essa correlate.
Un atto parlamentare chiaro, che richiama il Governo ad assumersi la responsabilità di tutelare gli utenti in un momento in cui l’esercizio dei propri diritti risulta particolarmente complesso. Un preciso dovere del Governo. Ma anche un dovere dell’opposizione, che deve svolgere la propria funzione di controllo, di garanzia, ma anche la sua funzione propositiva. Con la differenza che il Governo sta abdicando al suo dovere di tutelare gli interessi degli italiani, mentre Fratelli d’Italia li colloca sempre al centro della propria azione politica.
Ecco il link all’interrogazione.