L’amore per la propria Patria, per la propria gente, per la propria comunità. Intervista ai Giovani Patrioti vittime di un atto di teppismo.

Non sappiamo se quello nei confronti di due giovani di destra del quartiere Axa di Roma sia stato un vero e proprio avvertimento, ma per certo sappiamo che sabato sera la loro macchinetta è stata presa a calci e bastonate da cinque coetanei.

La notizia non lascia indifferenti e abbiamo pensato di capirci di più.

Mattia Rocco frequenta il quarto anno del liceo classico Democrito, è il rappresentante di istituto della sua scuola, attivo nella sua parrocchia, pieno di amici. E’ noto per il suo impegno politico nel gruppo giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale, e qualche settimana fa, insieme al fratello e ad un gruppo di ragazzi appassionati di politica, ha pensato di creare un movimento chiamato Giovani Patrioti.

Perchè questa decisione, gli chiediamo?Siamo dei provocatori. Vogliamo accendere gli animi di chi vive intorno a noi, di chi condivide la nostra realtà, calpesta i nostri stessi suoli. Qui può succedere di tutto, ma al massimo le persone, e soprattutto i nostri coetanei, si indignano, si lamentano, magari ci mettono un po’ di vittimismo, poi voltano pagina e torna tutto come prima.”

Il X Municipio di Roma, quello dove abita Mattia, è tristemente noto per essere stato commissariato per mafia. A Piazza Eschilo, poco più di un anno fa, veniva gravemente ferito con arma da fuoco Manuel Bortoluzzo, il giovane nuotatore rimasto poi paralizzato. Il tema della legalità è fortemente sentito.

Vivo all’Axa -ci spiega Mattia- in un quartiere molto tranquillo, ma a pochi metri da noi, nel nostro stesso municipio, ci sono realtà, come quella di Acilia, dove lo spaccio coinvolge molti miei coetanei, o Ostia, dove la mafia continua a insidiare anche i giovani. Alcuni ragazzi lasciano la scuola, sono coinvolti nel circuito dell’illegalità, si emarginano vivendo di violenza e prevaricazione. Ma la loro storia potrebbe essere diversa, se ci fosse uno Stato più vicino. La desolazione nei quartieri ghetto, la mancanza di centri di aggregazione giovanile, l’assenza di sostegno alle famiglie si paga a caro prezzo. Quello che mi sconvolge è che tutto ciò sembri normale o inevitabile. Ma non lo è. Il contrasto all’illegalità e a quello che la fa proliferare è una priorità. Quello che mi è accaduto ne è la riprova”.

Mattia ci spiega in poche parole la scelta del nome che ha inteso dare alla nuova realtà che ha voluto fondare, Giovani Patrioti. “L’amore per la propria Patria, per la propria gente, per la propria comunità è l’altra faccia dell’amore per se stessi. Se non si ha uno, non si ha neppure l’altro.

L’ultima domanda, la più difficile: a Mattia chiediamo quale, secondo lui, sia oggi il più grande nemico da combattere:Quello che oggi dobbiamo contrastare non è una presenza, ma un’assenza: manca la cultura della vita. Saranno forse gli agi di questa epoca, i mass-media, l’avanzare di tanti falsi valori che ce la stanno facendo perdere, ma in fondo, se ci si pensa bene, è solo se metti la vita umana al primo posto che riesci a dire tanti “no” giusti.

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