L’analisi. La strategia di Giorgia Meloni che cambia l’Europa

In Europa si iniziano a mischiare le carte, e a fare da croupier c’è l’Italia.

Non solo il Consiglio d’Europa ha dato via libera a nuove regole per il Patto Migranti, sul quale il nostro Paese ha svolto un ruolo da capofila, ma anche nei rapporti bilaterali e multilaterali le cose stanno cambiando, venendo a creare una nuova geografia del potere.
In questo senso si è rivelato molto significativo l’incontro tra Italia e Germania che si è svolto nella giornata di ieri, 8 giugno, a Palazzo Chigi.

Un incontro che, inaspettatamente per i più increduli, ha visto Roma e Berlino molto vicine e collaborative. Un segnale forte da parte di entrambi i leader che non hanno nascosto la loro convergenza su molti punti di interesse.

Come riporta l’analisi puntuale del direttore di Italia Oggi, Pierluigi Magnaschi, nella rubrica “Diritto & Rovescio”, viene ben spiegato come il futuro dell’Italia si gioca in Europa, e di come non servano assolutamente a nulla certe “battaglie e polemiche da ballatoio” che fanno alcuni partiti politici.
Fortunatamente, continua Magnaschi nel video, “questa settimana assistiamo ad una svolta, con l’arrivo in Italia del cancelliere tedesco Scholz, invitato dalla Meloni, che ha attuato in Europa una politica diversa da quella sinora seguita ed imposta sostanzialmente dal PD”.

Perché, cosa aveva fatto il PD? Ebbene, nella sua più brillante e lungimirante visione del mondo, l’allora Partito di maggioranza aveva scelto di firmare un trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese, al fine di rafforzare l’alleanza tra Italia e Francia.
Senza voler passare in rassegna tutti i passaggi attraverso cui si è arrivati alla ratifica di questo trattato, per cui in breve il testo non fu prima presentato al parlamento italiano lasciandolo praticamente all’oscuro della questione, occorre tuttavia ricordare che la Francia è un Paese che ha degli “interessi competitivi con l’Italia”, per cui con questa nazione appare molto difficile immaginare una crescita comune, essendo per l’appunto la crescita dell’uno in qualche modo a scapito dell’altro.

In questo senso l’Italia finora aveva dunque lasciato in disparte i rapporti con la Germania, appoggiandosi quasi interamente sulla Francia e, ovviamente, sui suoi desiderata. Precludendosi, in questo modo, altre possibilità di sviluppo.

Oggi le cose cambiano, e gli italiani si riconquistano anche un posto al fianco dei tedeschi, con i quali, a differenza dei francesi, si hanno più “rapporti economici non competitivi”. Oltre al fatto, non secondario, che la Germania è, per ora, lo Stato economicamente più importante in Europa.

Per l’Italia questo è un passo decisivo, perché, come ricorda ancora Magnaschi, sono stati “59 i milioni di tedeschi che l’anno scorso sono venuti in turismo in Italia”, e “l’industria metalmeccanica, componentistica, e strumentale, cioè la punta della produzione italiana, lavora in stretto rapporto con la Germania”. Ciò significa quindi viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda con i tedeschi, ma su linee parallele che non si incontrano/scontrano, ma che al contrario si danno man forte.

In conclusione, “la Meloni ha cambiato la geografia del potere in Europa, non farà appoggiare l’Italia solo sulla Francia, ma apre i giochi anche con la Germania. In questo modo l’Italia potrà arbitrare fra i due paesi più importanti, decidendo di volta in volta cosa gli conviene fare, e in ogni caso inserendo l’Italia, che lo merita peri numeri che possiede, nel gruppo dei tre paesi che contano in Europa”.

Un risultato non da poco, realizzato in pochi mesi di Governo grazie ad una visione pragmatica e realistica dei rapporti internazionali. L’Italia sale sul podio delle potenze europee, conquistandosi un ruolo centrale, che potrà far pendere la bilancia dall’una o dall’altra parte a seconda degli interessi nazionali, che in questo modo vengono più che tutelati e giustamente difesi.

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