L’antisemitismo è di sinistra: l’inchiesta è un buco nell’acqua, gli ebrei sono preoccupati dai Pro-Pal

Fanpage, al di là dei metodi irrispettosi utilizzati nell’inchiesta, ha scovato, tra alcuni militanti di Gioventù Nazionale, parole ed espressioni antisemite che poco si addicono con la dichiarata vicinanza, ormai storica, di Fratelli d’Italia e della destra italiana a Israele. Tutti i vertici del partito hanno condannato certe espressioni: la premier Giorgia Meloni ha spiegato che “chi ha sentimenti razzisti, antisemiti e nostalgici ha sbagliato la propria casa perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli d’Italia, con la destra italiana, con la linea politica che noi abbiamo definito in questi anni e quindi su questo non accetto ambiguità”. Per Giovanni Donzelli non c’è “nessuno spazio in Fratelli d’Italia per razzisti, estremisti e antisemiti”. Ignazio La Russa ha espresso “totale e ferma condanna verso ogni forma di razzismo e antisemitismo che sono da sempre agli antipodi dei valori a cui ho ispirato il mio impegno politico”. Secondo Guido Crosetto “non può esserci spazio per persone, parole e pensieri come quelli che ho ascoltato”. E Tommaso Foti ha rassicurato: “In Fratelli d’Italia chi sbaglia paga, state tranquilli”. Insomma, la lista può essere ancora lunga e tutti hanno mostrato vicinanza anche alla senatrice Ester Mieli, vittima in prima persona delle offese.

Sinistra, solo di facciata

Tutto a dimostrazione del fatto che Fratelli d’Italia, così come Gioventù Nazionale, abbia una linea chiara in materia: l’antisemitismo deve essere combattuto senza esitazioni, e non saranno le dichiarazioni di poche persone a far cambiare idea al partito. Piuttosto, sembra che in merito all’inchiesta di Fanpage si debba considerare un fatto rilevante: oltre all’assist fornito dall’inchiesta alla sinistra per poter parlare di un fantomatico antisemitismo di destra, in realtà c’è da constatare che le espressioni di solidarietà verso Ester Mieli siano state poche dal campo progressista. Probabilmente, i più maliziosi penseranno che dell’antisemitismo, alla sinistra, importi poco o nulla in realtà, ma rileva soltanto in relazione a un possibile tornaconto elettorale. L’inchiesta di Fanpage, dunque, si pone come l’occasione per la sinistra di ripulirsi da tutte quelle (parecchie) macchie che, celatamente o meno, l’hanno portata ad essere più vicina alla Palestina che ad Israele, a non condannare mai concretamente e completamente Hamas e i suoi attacchi terroristici.

Ma l’antisemitismo è di sinistra

Ma l’antisemitismo, oggi, è prevalentemente di sinistra. Piaccia o non piaccia. Perché se, nel caso di Gioventù Nazionale, ci sono state parole (e solo parole) di pochi quanto giovani militanti, a sinistra molto spesso si vedono compiere nel concreto atti che emarginano tutt’oggi gli ebrei. Come accaduto durante i Gay Pride di tutta Italia, nelle cui sfilate non solo comparivano bandiere palestinesi, ma addirittura, come nel caso di Bergamo, gli ebrei vennero rifiutati. Cosa che costrinse la Giunta comunale a ritirare il patrocinio all’evento, mentre Elly Schlein continuò tranquillamente a ballare sui carri che sfilavano. E che l’antisemitismo, oggi, sia di sinistra, lo conferma anche il Rapporto sull’Antisemitismo nel mondo pubblicato diverse settimane fa dall’Università di Tel Aviv e dalla Anti-Defamation League. Secondo tale rapporto, i Paesi maggiormente colpiti sono Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Australia, Italia, Brasile e Messico. Lampante è il caso della Norvegia, dove gli ebrei vittime di violenze antisemite hanno rivelato che il 63% dei casi è da additare a “qualcuno con un back-ground musulmano” e il 48% a “qualcuno con una visione di sinistra”, mentre il 5% a “qualcuno con una visione di destra”. Di antisemitismo di sinistra, ieri, ha parlato anche Riccardo Pacifici, vicepresidente dell’European Jewish Association, intervistato da La Stampa, il quale ha dichiarato che “l’ignoranza di quattro deficienti di Gioventù Nazionale, peraltro confinati in un sistema di leggi costruite ad hoc, mi fa meno paura del rischio di sopravvivenza dello Stato di Israele e l’odio antiebraico a prescindere che vedo a sinistra”. Della stessa lunghezza d’onda anche altri esponenti del mondo ebraico, come il filosofo francese Alain Finkielkraut, intervistato dal Corriere della Sera – “preferirei la destra del Rassemblement all’antisemitismo del Fronte Popolare”, ha detto – e il semiologo Ugo Volli, che al Giornale ha spiegato che “il comportamento politico della sinistra è molto fortemente ostile a Israele e agli ebrei e ne mette in pericolo la loro sicurezza e la loro esistenza”.

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