Una bella sceneggiata è stata messa in atto alla Camera nelle scorse ore, quando Giuseppe Conte ha strappato la proposta di legge sul salario minimo a 9 euro all’ora della quale era primo firmatario. Gesto seguito poi dal ritiro alla sottoscrizione anche degli altri firmatari, motivato dal fatto che le modifiche del centrodestra avevano alterato del tutto la proposta delle sinistre, ribadendo in pratica il no al salario minimo. Si parla anche di un presunto “atto di pirateria politica e istituzionale”, in un’unione-accozzaglia tutta sinistra di PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra Italiana, tanto inusuale quanto opportunistica.
Quello sul salario minimo è un dibattito che incalza ormai da diversi mesi e tramite il quale le opposizioni continuano ad oppugnare il governo Meloni, che pur resta saldo nelle sue convinzioni. “Con la proposta presentata dalle opposizioni – ha spiegato in un’intervista a RTL 102.5 proprio il presidente Meloni – per paradosso rischiavi di abbassare alcuni salari un po’ più alti per adeguarsi ai nove euro. Come maggioranza – continua – abbiamo presentato un emendamento per risolvere il problema delle sacche di quei lavoratori che hanno stipendi più bassi dei nove euro l’ora. Questo senza rischiare di abbassare gli altri”. In altre parole, il salario minimo sarebbe l’ennesima mossa, visibilmente, nelle sue modalità, di sinistra, che andrebbe in realtà ad impoverire la popolazione, nuocendo sulle buste paga di chi guadagna di più. Una sorta di Reddito di Cittadinanza 2.0.
Non è un caso, allora, come ricordato anche in questa occasione da Meloni a RTL, che PD e Movimento 5 Stelle in dieci anni di governo non hanno mai proposto una legge sul salario minimo, oppure che i sindacati, che oggi indicono scioperi e proteste per lo stipendio base, fino a pochi anni fa rifiutavano tale teoria proprio per lo stesso motivo. Dunque, la battaglia della sinistra sul tema non sembra nascere da una sentita voglia di risanamento della società, quanto più da una reale esigenza di consensi. Il plateale gesto di Conte in Aula ne è la più limpida dimostrazione: “Il Paese è con noi” dice, ignorando così i sondaggi, che confermano Fratelli d’Italia costantemente intorno al 30% dopo più di un anno di governo.
Continua ad essere difficile contrastare un governo che aumenta gli stipendi, aumenta l’occupazione, taglia il cuneo fiscale e, ultimo in linea temporale, conferma il mercato tutelato, con tariffe calmierate sull’energia, per 4,5 milioni di utenti ritenuti fragili. Allora, ecco spiegato il tentativo delle sinistre: per un pugno di visualizzazioni.