Si parla di un debito di 300mila euro (che continua ad aumentare) con riferimento alle bollette non pagate dallo stabile occupato divenuto famoso perché l’Elemosiniere del Papa, ruppe i sigilli dello stabile occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, per riattivare le utenze che erano state bloccate proprio a causa della morosità degli occupanti. Come ricorda Dagospia, il Cardinale arrivò addirittura a calarsi in un pozzo per consentire all’ edificio di riavere l’ elettricità. «Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’ è problema», ribadì il monsignore.
Stiamo parlando dello Spin Time Labs un centro sociale occupato dalla sinistra antagonista che si trova a due passi dalla piazza di San Giovanni, a Roma, dove sabato 14 oltre 35mila sardine si sono radunate.
L’elemosiniere del Papa non ha versato un euro
Il cardinale Konrad Krajewski, intanto, dopo aver riallacciato l’attacco abusivo alla rete elettrica per i “poveri” che altrimenti non avrebbero avuto acqua calda, luce ed altri comfort, si è dimenticato della promessa fatta e non ha versato un euro.
All’interno del palazzo occupato Discoteca, Birrificio e altre attività a pagamento
Come ha già spiegato il Messaggero, pare che l’occupazione frutti, tra affitti e varie attività ospitate nel palazzo (discoteca, ristorante, corsi ecc.), circa 250.000 euro l’anno ovviamente in nero. Ma questo non ha distolto il Cardinale Krajevski dalle sue intenzioni caritatevoli con tanto di proclami caduti nel vuoto, visto che la luce continua a non pagarla nessuno. O meglio c’è qualcuno che la paga, ma come al solito si tratta di cittadini onesti che non c’entrano nulla.
E allora chi paga?
Secondo quanto trapela da un’inchiesta de La Verità, i soldi delle bollette non andrebbero versate ad Acea, ma a Hera, multiutility con sede a Bologna, controllata da un patto di sindacato al quale aderiscono 118 Comuni e che conta 198 azionisti pubblici. La maggior parte delle amministrazioni coinvolte, quindi, sono emiliano-romagnole, pertanto il bolognese Mattia Santori e i suoi sodali nel sostenere l’occupazione legittimandola hanno abbracciato la causa di un danno ai loro concittadini. Eppure Lorenzo Donnoli, la sardina capo di Ferrara come lo stesso Santori hanno difeso con forza la scelta di riunirsi lì. Il caposardina nazionale ha infatti dichiarato: «Conoscevamo la situazione e la storia di questo immobile, ma abbiamo deciso di presentarci qui proprio perché vogliamo stare dalla parte dei più deboli».
Si chiamino sardine o come gli pare, sono sempre gli stessi: la sinistra che odia e non rispetta la legge, con buona pace dei milioni di italiani onesti che ogni giorno lavorano e pagano le tasse tra tante difficoltà. La maggioranza reale del paese, quella che non va in piazza a sostenere il nulla, ma che conosce bene quali danni ha fatto la sinistra al Governo ad una nazione intera.