Come sta accadendo da giorni che n il bradisismo nei Campi Flegrei, c’è un nuovo sciame sismico che investe il presunto “campo largo” del centrosinistra. Appena, pochi giorni fa, il dibattito era su come mettere insieme il fronte delle opposizioni per una manifestazione contro il governo.
Da qualche ora a questa parte, il dibattito è se il fronte potrà mai esistere. Con tanto di ultimatum: solo “se il Pd avrà il coraggio di rompere con i Cinque stelle si potranno trovare convergenze”, è tornato a dire il segretario di Azione, Carlo Calenda. A minare la potenziale alleanza alternativa al governo Meloni è stato il commento del presidente M5s Giuseppe Conte alle parole del presidente americano Donald Trump: “Smaschera tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina e dice una verità che noi del M5s stiamo dicendo da tre anni: battere militarmente la Russia è irrealistico”.
Anche la forza più vicina alle posizioni di politica estera del M5s, cioè Avs, ha preso le distanze: “Di fronte a chi vuol far passare Trump come pacifista viene solo un sorriso assai amaro”, ha detto il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. In breve, il gelo c’è: “Il presidente Conte vede male – ha detto la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella – Non può vedere in Trump un pacifista”.
A sua volta, Conte ha spiegato: “Trump sta facendo i suoi interessi, gli interessi della sua nazione”. E poi, in Ucraina “non hanno voluto negoziare con durezza, con fermezza, ma era l’unica stata possibile e realistica. Mi hanno accusato di essere filoputiniano, un giorno mi accusano di essere filocinese, un altro filotrumpiano, ma il coraggio della verità ce l’abbiamo o no?”.
Dai vertici del Nazareno non è arrivato alcun attacco diretto a Conte. Ma critiche aspre alle parole di Trump sì. E quindi: se Conte loda Trump e il Pd critica Trump, allora il Pd critica Conte. “E’ del tutto evidente che” quello che ha detto Trump “sia vergognoso”, ha detto il senatore e tesoriere Pd Michele Fina, citando il responsabile Esteri del partito, il deputato Peppe Provenzano, che sui social aveva parlato di “frasi vergognose” e “insulti di Trump contro l’Europa, contro la verità”. E’ stata l’area riformista del Pd ad andare giù duro su Conte. “Questo è il capo del movimento con cui dovremmo costruire l’alleanza alternativa al centrodestra – ha detto l’eurodeputato Giorgio Gori – Al di là di ogni giudizio morale, quale politica estera pensiamo di condividere con lui? Quale posizionamento internazionale? Come potremmo essere credibili di fronte agli italiani?”. In difesa di Conte sono scesi gli eurodeputati Cinque Stelle: “Basta attacchi. Il presidente ha detto solo la verità e cioè che l’Ue, non ha fatto nulla per portare la pace in Ucraina. Accusare il M5s di trumpismo è ridicolo”.
Stamane ad alimentare ulteriormente la bagarre è stato il leader di Azione Carlo Calenda commentando sul Corriere della Sera le parole di Giuseppe Conte sul conflitto in Ucraina e sul ruolo degli Stati Uniti. Calenda ha invitato il Partito democratico a rompere con il Movimento 5 Stelle, come farà Azione. “Quello che ha detto Conte è di una gravità inaudita. Sostenere che Trump quando mente sull’Ucraina e insulta Zelensky dice la verità, vuol dire tradire l’Europa e tradire l’Italia. Trump e Putin vogliono stringere l’Europa in una tenaglia. Per me è un ultimatum. Io non farò più alleanze, nemmeno a livello locale con il M5S, né, come invece ho fatto in questi mesi, cercherò più di lavorare insieme all’opposizione – dice -. C’è uno spartiacque: si sta con l’Europa senza se e senza ma”. Intanto, il termometro dell’alleanza progressista saranno le trattive per la manifestazione. Sempre se si farà