L’Europa è sempre più donna e di centrodestra…

Cominciamo con il tweet di Enrico Mentana. “Una lezione per la sinistra: da oggi le tre principali istituzioni europee, parlamento, commissione e banca centrale sono guidate da donne. Sono tutte e tre di centrodestra, come Angela Merkel. E in Italia l’unica donna leader di partito è di destra. Cosa è successo?” E proseguiamo proprio con la “nostra Patriota” che subito dopo il voto ha salutato la nuova presidente del Parlamento europeo con un cordiale benvenuto: “Congratulazioni al neopresidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, amica dell’Italia e con idee compatibili con le nostre su tanti temi. Per questo gli eurodeputati di FdI l’hanno sostenuta, fiduciosi che saprà garantire al meglio la democrazia europea. Buon lavoro.”

Avvocata, 43 anni appena compiuti, Roberta Tedesco Triccas, questo il cognome da nubile, è sposata con il finlandese Ukko Metsola, dirigente di una importante compagnia croceristica americana. Insieme hanno quattro figli e hanno condiviso l’impegno politico europeo. È stata la prima coppia sposata a candidarsi al Parlamento europeo con la cittadinanza di due diversi Stati membri, lui militando nel Partito di Coalizione Nazionale finlandese, lei nel Partito Nazionalista maltese, entrambi all’interno del Ppe.

L’elezione di Roberta Metsola ha ottenuto un consenso largo e trasversale. 458 i voti favorevoli su 690 votanti. La giovane presidente è stata sostenuta da una coalizione ampia: i conservatori, popolari e riformisti, i socialisti, i liberali di Renew e una parte consistente di Identità e Democrazia.

Colpisce il voto a favore dei socialisti, frutto di una trattativa orientata più alla spartizione degli incarichi che alla convergenza su contenuti e programmi politici. È possibile che la sinistra abbia barattato il voto alla Metsola in cambio della sostituzione dell’”odiato” segretario generale del Parlamento, il popolare Klaus Welle. Di sicuro, l’elezione della Metsola è stata un grande successo politico per Erc, e soprattutto per Fratelli d’Italia, che hanno ottenuto la vicepresidenza del lituano Roberts Zile e la promessa di due presidenze di commissione. Un bel bottino, nell’ottica di una rinnovata egemonia italiana nell’area conservatrice europea.

Dal canto suo, la neopresidente ha saputo negoziare con tutti, garantendo ai socialisti la continuità con l’eredità di David Sassoli, stato di diritto, diritti delle donne, solidarietà e regole fiscali, e offrendo a popolari e conservatori (ma anche ai liberali) una proposta politica affidabile e coraggiosa su temi difficili, compresi i cosiddetti principi “non negoziabili”.

Assai rumorosa è stata la reazione mediatica della sinistra intellettuale che ha accolto l’elezione della Metsola con grandi lagne per le sue posizioni, vere e presunte, sull’aborto. “Le mie posizioni saranno quelle del Parlamento europeo e le promuoverò”, ha dichiarato la Metsola, senza tradire alcuna intransigenza ideologica. Anzi. In Europa soprattutto è considerata come una “liberale”, una rappresentante dell’anima meno confessionale del Ppe, cattolica sì, ma convinta della ineluttabilità del dialogo in un mondo ormai profondamente secolarizzato.

Attiva nell’associazionismo ed ex segretario generale dell’organizzazione degli Studenti europei democratici, la Metsola ha più volte ribadito che ogni Paese ha la libertà di decidere su una materia così delicata, manifestando una paradossale e senz’altro originale propensione per l’autonomia degli Stati nazionali, piuttosto che per la sovranità europea.

Dopo le francesi Simone Veil e Nicole Fontaine, la Metsola è la terza donna chiamata a presiedere il Parlamento europeo. È la più giovane di sempre e non difetta di personalità. “La verità emerge dal disaccordo e dal dibattito”, disse nel discorso precedente alla sua elezione. “Il mio impegno è che non fuggirò dalle decisioni difficili”. Però, non male.

Ma da buona maltese, la Metsola è anche “donna di mondo”, che ben conosce virtù e debolezze della condizione umana. Malta è notoriamente capitale del gioco d’azzardo e offre cittadinanza a chiunque voglia investire soldi nel suo territorio. Suscita ancora molte polemiche in Europa il programma “citizenship by investment” che dal 2014 ha fruttato all’isola mediterranea entrate per due miliardi di euro, in cambio di passaporti d’oro rilasciati a cinesi, russi e magnati arabi.

Figlia di un Paese pieno di contraddizioni, uno Stato in cui l’aborto è illegale, ma sono riconosciuti il matrimonio omosessuale e la coltivazione legale della cannabis, la presidente maltese si è più volte espressa contro la “libera scelta” e contro le campagne sulla contraccezione e la pedagogia gender, battendo proprio lì dove duole il dente progressista.

La sua presidenza sarà dunque molto femminile, forte e problematica, disponibile al dialogo e ove necessario conflittuale. Spetterà a tutte le rappresentanze dell’arco parlamentare europeo, conservatori in testa, contribuire a indirizzare questa presidenza e il governo di Bruxelles verso decisioni politiche altrettanto forti e lungimiranti, per il bene del nostro continente e dei suoi popoli in un quadro politico globale che, tra pandemia, crisi energetica ed emergenza frontiere, si prevede sempre più incerto.

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1 commento

  1. Di cosa dobbiamo essere contenti? Roberta Metsola che troviamo nella lista dei politici di Soros che e’ il vero presidente visto i politici a libro paga . Vogliamo anche aggiungere l’aggravante che la Metsola e’ una pro LGBT? E’ proprio vero che avete perso la strana .Promotori del green pass , dei vaccini e di Soros siete diventati

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