All’alba del naufragio italiano del ddl Zan e dopo il can can mediatico che ne è seguito, la notizia che ci porta ad una riflessione più profonda viene dal Regno Unito.
Università del Sussex, Kathleen Stock, docente di filosofia, lesbica, femminista, è stata costretta a lasciare l’insegnamento dopo settimane in cui è stata oggetto di una campagna denigratoria organizzata dalla comunità Lgbt+, rea di aver espresso posizioni contrarie alla prevalenza dell’identità di genere sul sesso biologico.
La Stock è stata accusata di essere una bigotta transfobica, sono state organizzate manifestazioni, raccolte firme per il suo licenziamento, sottoposta ad un linciaggio mediatico senza precedenti per aver affermato concetti quali la prevalenza del sesso biologico rispetto alla percezione dell’identità di genere. Ma anche per aver sostenuto che gli uomini transgender che si sentono o si identificano come donne non dovrebbero accedere a servizi o sport femminili, schierandosi anche contro la somministrazione ai minorenni di bloccanti della pubertà.
E così dopo settimane di gogna, la professoressa non ce l’ha fatta e ha abbandonato. La capitolazione della pericolosa transfobica è stata accompagnata dal coro festante della comunità Lgbt+ e sul gruppo Instagram che ha guidato la protesta lo slogan apparso nelle ore subito successive è stato “DING DONG THE WITCH IS DEAD”.
La caccia alle streghe è ricominciata e si è tinta arcobaleno.
E dunque non stupiscono le urla sguaiate di chi oggi, dopo il fallimento del ddl Zan, taccia i suoi oppositori di squadrismo oscurantista, perché la violenza che si annida nell’assolutizzazione del gender è manifesta. Perché molto semplicemente la prevaricazione del pensiero agender, fluir gender, non binary sta nel fatto di pretendere l’annientamento delle identità e le quante volte si pretende l’annientamento di qualcosa occorre essere pronti alla guerra per raggiungere l’obiettivo. Da principio questa volontà imperativa e tetragona di annientamento per rendersi accattivante si è travestita dei colori dell’arcobaleno, schierando soldatini marcianti in festose parate con cannoni pieni di fiori, ma oggi ad ogni segnale di disallineamento l’esercito Lgbt+ digrigna i denti, pronto a sbranare il nemico.
Oggi, nel Regno Unito, è stata sbranata una filosofa, costretta a rinunciare al lavoro e all’insegnamento perché non si è arresa al pensiero unico. E in Italia purtroppo si rischia lo stesso, pur nel momentaneo naufragio di un provvedimento che avrebbe costituito il salvacondotto per azioni di questo tipo. L’amara conclusione della vicenda della professoressa Stock, dunque, ci porta drammaticamente dritti verso il futuro, in un mondo senza radici, senza storia, senza appartenenza, senza più riferimenti, senza sesso, senza nessuna espressione del sé, senza persone che riconoscono sé stesse anche in quanto parte di una comunità umana, un mondo governato dalla legge del mercato globale, che ci vuole esercito informe e “fluido”: truppe facilmente targettizzabili ottime per la superfetazione smisurata dei dividendi.
Accusano le persone perbene di fascismo MA QUESTI COMPORTAMENTI NON SONO FASCISTI MA BOLSCEVICHI. Ora se l’ Europa ha nel suo programma queste vergogne E’ MEGLIO USCIRNE.