L’Italia ha un Parlamento imbottito di poltronari senza più un partito

La situazione è questa: l’Italia ha un parlamento imbottito di signori che praticamente non hanno più un partito o, se ce l’hanno, non sanno più che cosa sia ma sanno che, al 99,8%, non otterranno  più la poltrona che occupano. Per chi non lo avesse capito, stiamo parlando dei grillini e del MoVimento 5stelle.  L’idea che questi potessero far cadere il governo, diciamoci la verità, è sempre stata peregrina, un po’ come pretendere che il tacchino faccia da aiuto e supporto alla cuoca di casa il giorno del Ringraziamento.  Così si erano tenuti parecchio lontani da quella sorta di salviniano teorema che vedeva la caduta del governo nel caso in cui il centrodestra avesse espugnato la roccaforte della sinistra. Hai visto mai potesse succedere? E proprio questo pensiero, unito al sicuro calo che i 5stelle avrebbero avuto, ha suggerito a DiMaio di mettersi “al  coperto” mantenendo l’importante poltrona di Ministro degli Esteri, ma mollando la patata bollente (si può dire patata bollente o un solerte giudice condannerà  anche noi come fatto con Feltri?) della guida politica di un partito che ormai non esiste più.

Di contro, il PD torna ad essere il primo partito in Emilia Romagna, ma con 10 punti percentuale in meno rispetto alle ultime consultazioni, così non si capisce bene cosa Zingaretti festeggi tutto contento, zompettando allegramente da un talk a una trasmissione di approfondimento  solo per ripetere che da qui comincia il riscatto per il PD. Che riscatto, chiederete voi? Beh, domandatelo a lui che ha sempre delle idee così chiare e precise, così lungimirante come quando disse che piuttosto che con i 5 stelle, avrebbe mangiato la tessera del partito.

Ma se Zingaretti zompetta, mezza Forza Italia (4 gatti in realtà perché sono rimasti propri pochi), si butta in sfrenate tarantelle guidate da una Santelli completamente afona a causa di una forte tracheite e da un Gasparri  un po’ più fuori dalle righe del solito, praticamente “oltre”.  Loro in effetti da brindare ce l’hanno, perché grazie alla Calabria – e alla Santelli, una volta tanto un ottimo candidato di Berlusconi – Forza Italia non è sparita del tutto. Tutto questo, ovviamente, non giustifica Tajani ad andare in TV chiedendo la leadership del centrodestra “altrimenti non si vince”. Ma ognuno ha le “esaltazioni” sue, e chi siamo noi per suggerirgli di scendere dal pero e di rilassarsi?

Non pervenuti i piccoli partiti di estrema sinistra, candidati qua e là. Rimangono solo i due principali partiti del centrodestra. Il primo è la Lega, anche a questo giro abbondantemente sopra al 30% eppure tutti a strillare su una presunta sconfitta di Salvini. Oddio, un po’ di colpa in effetti Salvini ce l’ha: ha voluto a tutti i costi che queste amministrative avessero valore nazionale e, nel caso di vittoria del centrodestra, fossero la spallata definitiva per il Conti2. Non è andata così: dopo settant’anni di  incontrastato potere, e grazie anche a un  ottimo Bonaccini , il centrodestra ha mancato per pochissimo la vittoria, aumentando però  il numero di rappresentanti nei consigli. Sarà per la prossima volta.

Infine, eccoci alla ciliegina sulla torta: Giorgia Meloni. Fondò nel 2013 un partitino che tutti sostenevano fosse destinato ad estinguersi nel corso di una stagione. Si presentò alle urne appena 40gg dopo la fondazione. Per il rotto della cuffia portò dentro 9 deputati e nessun senatore. Tra le chiacchiere e le facezie di amici e avversari , senza aiuti di poteri forti, né in media né in denaro, la signora e il suo partito hanno sempre un trend positivo. Sempre in ascesa, anche in questo turno elettorale, dove aumentano di più di 4 volte il loro bottino in Emilia Romagna e grandemente anche in Calabria. Ma di lei si parla poco, quasi svogliatamente e sempre come se non contasse nulla. Eppure, il futuro è lei.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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