Sebbene le luci della scena internazionale siano, ragionevolmente, tutte puntate sulla questione russo-ucraina, vale tuttavia la pena ricordare che i grandi temi del nostro tempo non possono di certo essere ignorati o messi in pausa, dal momento che proprio per il delicato equilibrio geopolitico che stiamo vivendo necessitano di essere affrontati in maniera seria e decisa. Forse ancora più di prima.
Il nodo migranti che unisce Meloni e Starmer
Ed ecco che, sebbene sia passato quasi in sordina per molti dei nostri giornali nazionali, il bilaterale Meloni-Starmer di domenica scorsa rappresenta qui un punto fondamentale per l’attuale politica estera nazionale e sovranazionale.
Nel faccia a faccia italo-inglese i due omologhi hanno infatti passato in rassegna una lunga serie di questioni che li accomuna, dall’energia alla promozione degli investimenti fino alla cooperazione nel settore della difesa. Senza tralasciare, ovviamente, il focus sulla pace per Kiev.
E poi, un’attenzione particolare alla questione migratoria. Senza dubbio una delle sfide più importanti dei nostri giorni e tema caldo per entrambi i Paesi che, sebbene siano oggi guidati da due leader di diversa estrazione politica, appaiono perfettamente coordinati sulle azioni da adottare sul punto. Specie dal momento che il governo laburista inglese ha operato una inversione di rotta totale rispetto alle precedenti politiche progressiste, allineandosi di fatto con quanto predicato da tempo dal nostro Bel Paese.
La posizione dell’inquilino di Downing Street si era in effetti già profilata in maniera nitida lo scorso settembre, quando in occasione della sua visita in Italia aveva dichiarato che “fermare le partenze e creare hub esterni per la gestione dei flussi migratori” fosse la soluzione all’immigrazione irregolare che affligge l’Europa. Dando la sua benedizione, in sostanza, al modello Albania, e in generale all’operato del nostro Paese.
Ma c’è di più. Perché Londra non sposa la visione italiana solo e soltanto a parole, ma anche nei fatti. Tant’è che proprio qualche settimana fa il Primo ministro britannico ha intrapreso una strada simile a quella di Meloni per affrontare il nodo migranti, con la pubblicazione, fra l’altro, di un video evocativo sull’espulsione di stranieri e migranti illegali dal Regno Unito. Confermando così-in definitiva- una linea molto più rigorosa rispetto a quello che, come riconosciuto dallo stesso Starmer, è un “problema internazionale che richiede soluzioni internazionali”.
Anche all’estero riconoscono il buon governo di Meloni. Ma la sinistra italiana non si arrende e continua con le polemiche sterili
Che dunque il mero approccio ideologico non fosse la soluzione adatta per affrontare i problemi della nostra epoca ci era chiaro da tempo. Ma che anche la benpensante sinistra europea se ne rendesse finalmente conto è una notizia che davvero non ci aspettavamo.
Ed è così che, dopo poco più di due anni, tutti quei gufi che annunciavano profeticamente infauste sorti per il futuro dell’Italia, dandoci già per spacciati sul fronte esterno, devono oggi fare i conti con una realtà amara. Amarissima. In cui l’Italia non solo non è isolata, ma anzi si pone come locomotiva del Vecchio Continente su alcuni degli aspetti più rilevanti della politica estera.
Ma neanche l’evidenza, a quanto pare, riesce a frenare il circolino di Schlein&co. dal muovere accuse di qualsiasi tipo al premier in particolare e al Governo in generale. Dimenticandosi, forse, che se oggi le politiche italiane rappresentano un esempio virtuoso a cui guardare e da replicare, questo dovrebbe essere interpretato più come un vanto e un orgoglio a livello nazionale piuttosto che come un pretesto per mettere in atto sterili e inutili polemiche. Ma che dire, qui l’unica cosa in cui possiamo ancora sperare è che invece di continuare a guardare al dito, prima o poi riescano a intravedere anche la luna.