La decisione della sezione immigrazione del Tribunale di Roma di non convalidare la permanenza in Albania dei primi clandestini giunti presso il nuovo centro di Gjader, e di disporre il loro ingresso immediato in Italia, è abnorme, come ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e totalmente politica. Il Governo Meloni, circa l’apertura dei centri di accoglienza in Albania e tante altre questioni, ha dimostrato di saper realizzare quanto promette, con una linearità e una serietà finora piuttosto sconosciute nella nostra Nazione, in passato costretta a volte a rassegnarsi dinanzi alle frequenti retromarce della politica.
Le opposizioni, soprattutto il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, oltre a non avere ancora superato, dopo due anni, lo shock della vittoria di una donna di destra, non riescono ad incidere in alcun modo nel dibattito politico e più in generale pubblico. Il ruolo della opposizione, noi di destra lo sappiamo bene, è fondamentale e molto importante in una democrazia perché, è vero, se si è minoranza non si può premere i bottoni, tuttavia, è possibile indirizzare molte discussioni, stimolare i cittadini su numerose tematiche e, naturalmente, costringere, nel senso buono del termine, il governante di turno ad occuparsi anche di ciò che non vuole. A Elly Schlein e a Giuseppe Conte non sta riuscendo tutto questo. La prima, da quando è segretaria del PD, si fa interprete di una sinistra massimalista che non può avere quella vocazione maggioritaria un tempo agognata da altri dirigenti del Nazareno, e non produce contenuti, oltre alle frasi fatte e agli slogan da collettivo studentesco.
Il secondo, che peraltro non ha lasciato un buon ricordo di sé come Presidente del Consiglio, è un capo azzoppato e inseguito da Beppe Grillo, più concentrato ormai nel tentare di salvare la propria leadership che impegnato sulle urgenze della Nazione. Pertanto, corrono in soccorso di questa sgangherata opposizione quei magistrati che in maniera costante perseguono un disegno politico, senz’altro connivente con le sinistre, e vanno ben oltre alle loro prerogative. Invece di servire lo Stato e la legge, servono una parte del panorama politico senza nemmeno nascondersi più di tanto e fra quei Giudici che ritengono il loro lavoro al pari di un modo collaterale di fare politica, vi sono gli appartenenti a Magistratura Democratica, corrente palesemente di sinistra del CSM, e toghe come Marco Patarnello, il sostituto procuratore della Cassazione che ritiene Giorgia Meloni un pericolo, (più pericolosa di Silvio Berlusconi), a cui occorre porre rimedio. La premier, secondo il giudice Patarnello, non ha aziende e interessi economici da difendere, quindi, così immaginiamo che si ragioni in alcune Procure, la si vorrebbe sottoporre in realtà al medesimo calvario del quale è stato vittima Berlusconi, ma non si sa da dove iniziare essendo Giorgia Meloni non attaccabile e non ricattabile.
Però, secondo il sostituto procuratore, bisogna trovare una soluzione, porre rimedio appunto, dinanzi alla minaccia di una leader che si muove solo in base ad una visione politica. Di quali pericoli è portatrice la premier? Questo Governo “rischia” soltanto, con la riforma della Giustizia, di condurre la magistratura, come succede nelle migliori democrazie, ad attenersi al proprio ruolo, evitando inchieste-show, intercettazioni irrilevanti e solo pruriginose, chiare persecuzioni di stampo politico, e poi, a rispondere di eventuali errori commessi. È chiaro che coloro i quali si sentono pretoriani di una casta di intoccabili, una sorta di Stato nello Stato, mal digeriscano qualsiasi cambiamento in campo giudiziario, e paragonino auspicabili migliorie a tentativi golpistici. L’Associazione nazionale magistrati ha considerato gravi le parole di Carlo Nordio, che giustamente invita ad arginare le esondazioni di talune toghe, ma ciò che è davvero grave e fa paura sul serio è il pensiero del magistrato Marco Patarnello, che si sente investito di un ruolo politico-militante non previsto dalla legge per il suo incarico. Gravissima è stata anche la decisione dei giudici del Tribunale di Roma, tutti iscritti, of course, a Magistratura Democratica, circa i migranti accolti in Albania.
È stata interpretata una sentenza europea sui Paesi d’origine dei clandestini, giudicati più o meno sicuri, ma nei tribunali si applica la legge, non la si interpreta. Si è trattato di una forzatura anti-nazionale operata da un potere dello Stato intenzionato a tarpare le ali al Governo sgradito, visto, fra l’altro, che Elly Schlein e Giuseppe Conte non riescono a togliere il sonno a Giorgia Meloni. Quando una fetta dello Stato boicotta il resto delle Istituzioni repubblicane perché occupate con il voto democratico da persone e partiti indesiderati, non si può fare finta di niente e il ministro Nordio ha fatto bene a parlare di argini e di esondazioni. Il Governo ha eretto una prima protezione per le entrate in politica a gamba tesa di alcuni magistrati, con il decreto legge appena varato dal Consiglio dei Ministri, che rimanda all’esecutivo la facoltà di indicare quali siano i Paesi sicuri di provenienza dei clandestini e quali no. Non si può arretrare di un millimetro, anche di fronte all’Europa, perché la difesa dei confini nazionali non è un capriccio di Giorgia Meloni, bensì corrisponde a quanto chiede la maggioranza degli italiani.
A Patarnello, Apostolo e tutta quella putrida schiera di togati rosso-sangue auguro venga prestissimo passata la sospirata riforma della magistratura che preveda il loro immediato allontanamento dal potere giudiziario, con la richiesta dei danni provocati al Popolo Italiano con le loro sentenze emesse per demenza precoce ma »NON IN NOME DEL POPOLO ITALIANO«.
A quando una bella sanzione -anche feroce- contro questi impuniti?
Splendido Alessandro ! Ho letto e riletto più volte quanto sopra e mi inchino al Tuo chiarissimo e lucido ragionamento sulla magistratura italiana, deleterio esempio al mondo di come si amministra la MALAgiustizia o meglio l’ INgiustizia da parte di quanti spadroneggiano in quelle ‘filibuste’ pomposamente chiamati “tribunali” e dove c’è scritto »LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI«, dove pirati e bucanieri si fanno e si disfanno le leggi per c..zzi loro, impuniti. privilegiati, stra-stra-strapagati per le 4 o 5 ore di lavoro al giorno, vestiti di nero (molti per vergogna dovrebbero coprirsi anche il viso). Sarebbe ottima cosa se nella riforma della giustizia, prossima a venire, venisse previsto anche il modo per mandare a casa i più squallidamente offertisi sul mercato delle vacche.
E’ sempre più evidente che la magistratura non è un organo indipendente ma una fazione politica che persegue due scopi:
1. la difesa dei propri interessi corporativi: alti stipendi, poco lavoro, tante clientele, nessuna responsabilità di quello che fa. Eppure dovrebbe agire “in nome del popolo”. E allora ditemi come fa il popolo a revocare tale mandato. Un modo ci deve essere, in un paese civile non è possibile che ci siano soggetti che non rispondono a nessuno del proprio operato
2. la lotta politica, e questo soprattutto da parte dei magistrati di sinistra, senza aveve un mandato politico e senza rispondere agli elettori, nemmeno a quelli di sinistra!
Ci deve essere un modo in democrazia per licenziare un magistrato che si comporta come indicato sopra.
Non dico che un governo debba eleggere i suoi magistrati, questo sarebbe contro lo Stato liberale, succede nelle dittature.
Ma un giurì indipendente, indipendente dai magistrati voglio dire, oltre che dal governo, in grado di valutare l’etica professionale e civile dei magistrati e di prendere i provvedimenti conseguenti, ci deve essere.
Un’ultima cosa: i magistrati non dovrebbero avere lo status di lavoratori dipendenti, con tutto il seguito di privilegi inattaccabili che ne consegue.
Quella di magistrato deve essere considerata alla stregua di una attività professionale.
Siamo all’assurdo: tutele nate per difendere i più deboli, operai che per la loro condizione possono essere soggetti a soprusi e ricatti, diventano scudo dei più forti, dirigenti pubblici con redditi da 20.000 euro al mese.
Ricordo anni fa un personaggio televisivo, con un contratto di 2 milioni all’anno: quando il contratto non fu rinnovato si rivolse al giudice del lavoro! Naturalmente diede ragione al milionario.
La magistratura è il cancro dell’Italia.
Con affetto
Alessandro